I Corsari delle bermude. Emilio Salgari
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Название: I Corsari delle bermude

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ Qui sotto c’è una donna, ne sono sicuro. Mary! Quante volte l’ho udito questo nome sfuggire dalle sue labbra! Mary! Che strega infernale sarà costei? Ma io, a vent’anni, sono scappato in mare per non rompermi il collo con quelle streghe e mi sono trovato bene. Vento, luce, sole, azzurro infinito, valgono più di tutti gli occhi azzurri delle fanciulle della nostra terra di pietre. Bah! Povera gioventù!

      Entrò nel quadro, sempre borbottando e facendo gesti. Scesa la seconda scala, sostò un momento, grattandosi, la capigliatura quasi argentata.

      – Per il borgo di Batz! – mormorò. – Sono certo di trovarlo di cattivo umore.

      S’avanzò nel corridoio, strascicando i suoi piedi da elefante per annunciare la sua visita, poi spinse una porta.

      Un salottino elegantissimo, alle cui finestre, erano tende di seta azzurra guarnite di pizzi di Bruxelles, illuminato da un alto candelabro d’argento, si offrì ai suoi sguardi. In mezzo, fra i divani di seta a fiori rossi e gialli, seduto dinanzi ad un tavolino d’ebano, stava un bel giovane di ventisei o ventisette anni, di statura piuttosto alta, dal colorito pallido, cogli occhi azzurri e la barba ed i capelli biondo fulvi. Invece di portare la bianca parrucca, aveva i capelli sciolti sulle spalle, leggermente ondulati.

      Stava bevendo: dinanzi a lui una bottiglia ed un bicchiere scintillavano sotto la luce delle candele. Vedendo entrare il mastro della corvetta, il giovane, che pareva immerso in un dolce sogno, aveva avuto un leggero soprassalto.

      – Testa di Pietra! – esclamò. – Che cosa vuoi? Che non possa mai riposare un momento? Non vi è sul ponte il signor Howard?

      Il mastro gli lanciò uno sguardo compassionevole e scosse la testa, poi disse:

      – È lui che mi ha mandato, sir William.

      – È scoppiato il fuoco a bordo?

      – Ah no, sir.

      – E allora?

      – È il fuoco invece che sta per caderci addosso.

      – Sulla mia corvetta? Ah!

      – Ci sono due navi che cercano di stringerci.

      – Due sole?

      – Ma non si sa ancora se siano due fregate o vascelli d’alto bordo, capitano. L’oscurità ci ha impedito di poterle scorgere a tempo.

      Il baronetto prese il bicchiere che gli stava dinanzi, lo vuotò lentamente, guardandolo nel fondo come se cercasse di scorgervi qualche immagine, poi disse:

      – Sei ben sicuro che siano due?

      – Sapete che Piccolo Flocco ha la vista lunga.

      Sir William si alzò, girò intorno alla tavola, tormentando colla sinistra la guardia della pesante sciabola d’abbordaggio, poi, fermandosi improvvisamente, chiese:

      – Americani o inglesi?

      – Per il borgo di Batz!… Non hanno navi d’alto bordo gli yankees, lo sapete meglio di me; perciò bisogna concludere che siano proprio inglesi, distaccate da qualche squadra delle Antille.

      – Hai ragione Testa di Pietra. E così tutta la mia gente è inquieta?

      – Trovarsi fra due navi d’alto bordo non deve essere certamente una cosa allegra, comandante, quantunque la corvetta sia solida, bene armata e montata dagli ultimi corsari delle Bermude, che non hanno mai avuto nulla da invidiare a quelli del Golfo del Messico.

      – Che cosa dice il signor Howard?

      – Ha semplicemente comandato ai vostri uomini di prepararsi alla battaglia. Ha fegato, il vostro luogotenente, ve l’assicuro io.

      – Se non fosse stato tale, non l’avrei certamente imbarcato, – rispose il baronetto con un sorriso. Si appoggiò al tavolino, incrociando le. braccia, poi, dopo d’aver riflettuto un momento chiese:

      – Sentiamo un po’. Che cosa farebbe al mio posto il mastro d’equipaggio, che gode fama d’essere un vecchio squalo dell’Atlantico?

      – Per il borgo di Batz! Cercherei di svignarmela prima del sorgere del sole.

      – Tentando una falsa rotta?

      – Sì, comandante.

      – E se non riuscisse?

      – Allora monteremo all’abbordaggio come una muta di cani rabbiosi, e chi le prenderà le terrà.

      – Ventotto pezzi, forse contro cento o centocinquanta uomini, attaccati da due parti, forse contro cinquecento, sarebbe un giuoco pericoloso; non ho nessuna voglia di morire, devo andare a Boston, – disse il Corsaro. – Vi è la giunca che ci segue: ecco lo scoglio. Bah! l’affonderemo.

      – Coi suoi cento quintali di polveri? – esclamò il bretone, allargando gli occhi. – Sapete che gli americani hanno estremo bisogno di munizioni.

      – Per ora si contenteranno delle polveri che si trovano nella stiva. Non ho la potenza di Dio. Vi sono rasoi a bordo e in abbondanza, mi pare.

      – Rasoi? Volete segare le gole agl’inglesi?

      – Poi vi sono molte casse di vestiti da donna che abbiamo preso a quella nave proveniente da Belfast e destinati alle belle cubane; casse piene di cappelli per signorine ed ombrellini e guanti e ventagli. Ne abbiamo abbastanza per mettere a posto le due navi.

      – Coi rasoi, le sottane, gli ombrelli e i ventagli! – esclamò il bretone. – Scherzate, sir William.

      – Sarà un bellissimo scherzo che mi farà risparmiare polvere, palle ed uomini – disse poi. – La giunca se ne vada.

      – Che sia diventato pazzo per quella misteriosa Mary? – borbottò Testa di Pietra, guardandolo con spavento. – Peccato! Così audace e valente!

      Il Corsaro depose il bicchiere, rifece il giro della tavola, poi, fermandosi davanti al bretone, il quale non si era ancora rimesso dal suo stupore, gli disse:

      – Fa’ affilare i rasoi e fà cadere i baffi e le barbe ai nostri uomini. Se vuoi cipria, ne ho alcune scatole che metto a tua disposizione. Poi farai aprire tutte le casse che abbiamo preso all’inglese e vestirai i miei uomini come tante miss e ladies. Non dimenticare i parasoli, i guanti, i ventagli e i cappelli. Voglio che la mia nave, prima che il sole ritorni, sia carica di belle o brutte donzelle.

      – Per il borgo…

      – Lascia Batz ed il, suo cadente campanile! – rispose il Corsaro. – Ah, vi è la giunca! Manderai quattro o cinque scialuppe per portare il suo equipaggio sulla nostra corvetta, poi farai sfondare uno dei suoi fianchi e la lascerai colare a fondo.

      – Insieme alle polveri?

      – Non abbiamo il tempo necessario per trasbordarle, mio caro pesce-cane. Se gl’inglesi ci sorprenderanno ai primi chiarori dell’alba, il mio scherzo potrebbe finir male. E poi ci sono troppi baffi e troppe barbe da tagliare e otto ore non sono molte.

      – E voi credete di evitare un disastroso combattimento a colpi di rasoio?

      – Certo.

      – Hum!

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