Название: La vita militare: bozzetti
Автор: Edmondo De Amicis
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 4064066070373
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E la turba intorno:—Vergogna! Percuotere un ragazzo inerme!—
—Vigliacchi!—diceva intanto fra sè e sè il povero soldato mordendosi or l'uno or l'altro labbro in modo che il sangue ne schizzava fuori:—Vigliacchi! Un ragazzo inerme! Ma non sapete che ci son delle parole che uccidono? Birro! Croato! A me! A me! Oh!—E si addentava un'altra volta la mano scrollando la testa in atto disperato.
Dopo pochi minuti, sempre seguìto da quella gente, il drappello giungeva nella piazza ed entrava nel suo corpo di guardia: una stanzaccia bassa e squallida, illuminata debolmente da una lanterna. Fu subito mutata la sentinella alla porta del palazzo, a un venti o trenta passi dalla guardia, il drappello che v'era prima se n'andò, e i nuovi arrivati si misero ad assestare gli zaini sui tavolacci e ad appendere le sacche e le borraccie agli uncini.
Giunta a una cinquantina di passi dal corpo di guardia, la gente che tenea dietro al drappello si era fermata e di là andava provocando i soldati con atti e con parole di scherno, a cui essi facevano le viste di non badare. Vedendo che non c'era modo nè verso di suscitare uno scandalo, stavano già per allontanarsi quando uno di loro osservò che il soldato in sentinella era appunto quel tale che poco prima avea percosso il ragazzo nella spalla.
—È proprio lui?—Proprio lui.—Ma davvero?—Ma sì vi dico, è quello stesso.—Ah, razza di cane, adesso t'aggiustiamo noi pel dì delle feste. Aspetta, aspetta.—
E si mossero tutti verso la sentinella. A una trentina di passi, si fermarono, si schierarono, e la stettero guardando in cagnesco. Il soldato stava là, accanto al suo casotto immobile, rigido, colla testa alta e gli occhi fissi in quelle bieche figure che gli si erano parate dinanzi. Ad un tratto, si stacca dal gruppo un giovanastro cencioso, col cappello schiacciato sur un orecchio e un mozzicone di sigaro in bocca, si fa innanzi colle mani in tasca canterellando in aria di corbellatura, e si viene a piantare a un quindici passi di fronte alla sentinella, figgendole in faccia uno sguardo insolente, e incrociando le braccia e atteggiando tutta la persona ad una sprezzante spavalderia.
Il soldato lo guardò.
Allora quel giovanastro girò improvvisamente sui tacchi e gli voltò le spalle, dando in una gran risata di concerto cogli altri, che lo stavano a guardare istigandolo co' cenni a farsi onore e a dar qualche bella prova di sè.
Il soldato scrollò due o tre volte la testa, strinse le labbra e mandò fuori un lungo sospiro, battendo ripetutamente il piede in terra come per dire:—Ah la pazienza! la pazienza!... è una cosa dura!—
Il monello si voltò un'altra volta di fronte al soldato e, dopo un istante di esitazione, si tolse di bocca il mozzicone di sigaro e glielo gettò ai piedi, indietreggiando di otto o dieci passi per mettersi al sicuro da uno scoppio d'ira e da un assalto improvviso.
Il soldato tremò, impallidì e alzò gli occhi al cielo stringendo i pugni e arrotando i denti; gli si cominciava a offuscar la ragione.—Ma perchè mi fate così?—diceva poi dolorosamente tra sè volgendo gli occhi e sporgendo la faccia verso quella gente come se in realtà parlasse con loro;—perchè mi fate così? che cos'avete con me tutti voi altri? v'ho fatto forse qualche cosa di male? Io non vi ho fatto niente, io. Gli è perchè ho dato un pugno a un ragazzo? Ma e lui perchè mi è venuto a insultare? chi l'aveva provocato, lui? E chi vi aveva cercati tutti voi altri? Che cosa volete da me? Io non ho offeso nessuno; io non vi conosco nemmeno; io sono un povero soldato, e faccio il mio dovere, e sto qui perchè me l'han comandato. Sì sì, sbeffeggiatemi, fischiatemi, vi fate un bell'onore a trattare i vostri soldati in quel modo.... come se fossero briganti, come se....
In quel punto, un torso di cavolo lanciato con gran violenza rasente la terra, saltellando, sibilando, gli venne a cadere ai piedi.—Dio! Dio!—egli gridò disperatamente, coprendosi con una mano la faccia e chinando la fronte sull'altra che teneva appoggiata sopra la bocca del fucile.—Io perdo la testa! Io non posso più resistere! Io mi brucio il cervello!... Ma allora è inutile,—gridò poi con voce soffocata e tremante dall'ira e dal dolore—è inutile che ci facciano portare queste....—e die' una forte manata di sotto in su nelle due medaglie che portava sul petto facendole urtare fra loro e risonare;—è inutile che ci diano le medaglie perchè abbiamo fatto la guerra pel nostro paese, se poi ci gettano in faccia i mozziconi di sigaro e i torsi di cavolo! Ah voi volete farmi abbandonare il mio posto? Voi volete che io tradisca la consegna? Ci foste anche cinquanta, vedete, ci foste anche cento, non mi fareste movere di qui; mi saltaste pure addosso tutti in una volta; io mi farei sventrare come un cane; ma al primo venuto, almeno al primo, una palla nel petto e a due altri, almeno a due, la baionetta nel ventre. Venite avanti, vigliacchi. Non insultate da lontano. Sì, sì, lo capisco, è inutile che mi facciate segno, lo so bene io che avete i coltelli nelle tasche; ma non siete mica da tanto da piantarceli nello stomaco e alla luce del sole! Voi ce li volete piantare nella schiena e di notte e....
Ad un tratto ruppe in un altissimo grido, lasciò cadere il fucile, portò tutt'e due le mani alla faccia, vacillò e cadde ai piedi del casotto: aveva toccato una sassata nella fronte.
Tutti gli altri soldati accorsero; la turba si disperse e scomparve; il ferito fu trasportato nel corpo di guardia col viso e le mani e i panni sanguinosi; gli fu subito lavata la ferita, fasciata la fronte, dato da bere, e preparato un po' di letto sul tavolaccio colle coperte da campo degli altri soldati. Mentre tutti gli si fanno attorno, e l'affollano di domande e di conforti, e il sergente lo rimprovera perchè non ha chiesto soccorso al primo insolentire di quella gente, entra all'improvviso un uffiziale, e dietro a lui le prime file d'un pelottone di soldati, e nello stesso punto, cacciato innanzi da un vigoroso spintone, balza in mezzo alla stanza un uomo colla faccia livida di terrore, i capelli rovesciati sulla fronte, i vestiti e la camicia ridotti un informe stracciume. Lo avevano arrestato poc'anzi su quella stessa piazzetta i soldati del pelottone allora arrivato: egli aveva opposto una resistenza accanita.
Al primo apparire del prigioniero, il soldato ferito balzò dal tavolaccio, fe' un salto verso di lui, gli si pose dinanzi faccia contro faccia, lo fissò un momento cogli occhi stralunati ed accesi, mise un grido che gli uscì tronco e rauco fra i denti digrignati, die' un passo indietro, e appoggiandosi fieramente sopra il piede destro e levando la mano sinistra coll'indice teso sul volto a quel miserabile che lo guardava atterrito:—Ah sei tu!—urlò con una voce che gli agghiacciò il sangue;—sei tu! ti riconosco! Tu m'hai dato del birro nella via, m'hai rotto la testa con un sasso sulla piazza; birro! birro a me! a un soldato! Ah!—Gli si avventò contro, lo afferrò al collo per la giacchetta e per la camicia, lo inchiodò con una spinta alla parete, sollevò un pugno nocchiuto, convulso, gli pigliò la mira del capo coll'occhio bieco e sanguigno.... Tutto questo in un lampo; i presenti s'interposero, li divisero, due soldati afferrarono e trattennero per le braccia il ferito, un caporale sorresse quell'altro disgraziato che stava per cadere, e tutti e due stettero così qualche momento a guardarsi negli occhi ansando e sbuffando; l'uno, bianco dalla paura, le braccia penzoloni e il capo abbandonato sopra una spalla; l'altro colla faccia alta ed accesa, i pugni serrati e tutta la persona agitata da un tremito violento. Intanto una folla di curiosi s'era radunata davanti alla porta del corpo di guardia.
L'uffiziale guardava attonito gli uni e gli altri, e collo sguardo e col gesto dimandava al sergente e al caporale la cagione dell'accaduto. Il sergente, in mezzo a un silenzio generale, raccontò tutto quel che sapeva. L'uffiziale ascoltò attentamente, stette un minuto sopra pensiero, diede uno sguardo ai cittadini che s'erano avanzati fino alla soglia della stanza, come per dire:—Sentite,—e poi volgendosi al prigioniero:—Cosa faresti tu—gli domandò—a un soldato che t'avesse tirato una pietra nella testa?... Non temere; per parte nostra non ti sarà torto un capello; i soldati non si vendicano; stanne pur sicuro. Lo vedi questo qui?—E indicò il soldato ferito.—Se adesso i tuoi compagni se la pigliassero con te e ti volessero ammazzare, egli si getterebbe fra te e loro e si buscherebbe un'altra sassata per difenderti. СКАЧАТЬ