La famiglia Bonifazio. Caccianiga Antonio
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Название: La famiglia Bonifazio

Автор: Caccianiga Antonio

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

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isbn: 4064066071448

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СКАЧАТЬ tre giorni dopo di quella famosa battaglia Buonaparte entrava in Milano sul far della sera, il giovane lombardo si trovava fra quella folla plaudente che gettava fiori nella carrozza del primo Console, che procedeva lentamente nelle strade accalcate e illuminate a giorno.

      Allora si arruolò come semplice soldato, quantunque avesse moglie e una bambina, fece il giro d'Europa, guadagnò i suoi gradi ad uno ad uno, da caporale a colonnello, fu ferito in varie battaglie, e non depose le armi che dopo l'ultima campagna di Russia, dove ridotto all'estrema miseria, [pg!19] lacero, esausto dalla fame, e quasi cieco, sarebbe morto sulla neve se non avesse incontrato il capitano Bonifazio che lo sostenne, lo guidò, lo nutrì di crusca bollita e di carne di cavallo; e attraverso a mille pericoli poterono entrambi ripassare la Beresina, dopo le più strane venture. Giunti in Polonia come due fantasmi da far paura a vederli, fecero una lunga dimora negli ospitali, fino che ristabiliti in salute, ritornarono a Parigi, e ripresero servigio fino alla caduta di Napoleone.

      Rimandati in patria, il capitano Bonifazio accompagnò l'amico alla casetta di Brianza, dove il colonnello lo presentò alla famiglia come il suo salvatore.

      La moglie era un'ottima donna; e la figlia Maddalena, una bella ragazza, con due grandi occhi che ne rivelavano la bontà, era stata allevata dalla madre alle cure domestiche e rurali. Entrambe vivevano modestamente colle rendite di alcune terre che stavano intorno all'abitazione. Vedevano poca gente, e assai di rado il loro capo di casa, il quale di tratto in tratto compariva all'improvviso, si fermava alquanti giorni, e spariva. Scriveva poche lettere e laconiche, sempre da nuovi paesi, da varie parti d'Europa. Il colonnello aveva un fratello più giovane, che [pg!20] si fece parimenti soldato, e questi alla caduta di Napoleone prese servizio nel piccolo esercito piemontese.

      Quando furono di ritorno dalla Francia invasa dagli stranieri di varie regioni, il colonnello volle che il capitano si riposasse alcuni giorni nella sua casa, dove si godeva una pace serena, in quel paradiso della Brianza. Quel silenzio, quella solitudine sotto gli alberi, producevano l'effetto d'un delizioso calmante negli animi ardenti di quei soldati avezzi a tanti frastuoni e a tante stragi. A poco a poco il loro spirito esaltato dalle lotte si raddolciva, il loro sangue rallentava il suo corso, il loro cuore si apriva a nuove aspirazioni verso la tranquilla felicità della pace domestica. Finalmente il colonnello sentiva il bisogno di riposo, in quel nido fortunato, fra il sorriso sereno d'una buona moglie, e la fiorente gioventù d'una diletta figliuola.

      Il capitano Bonifazio che aveva perduto tutti i suoi parenti, si arrestava ben volentieri in quel ridente soggiorno, prima di rientrare nella solitudine e nell'isolamento che lo attendevano nella sua casa deserta.

      Gli occhi profondi di Maddalena lo colpivano vivamente, la sua voce gli penetrava nell'animo, i suoi lineamenti gli lasciavano nel cuore una [pg!21] indelebile impressione, ma egli non osava guardarla che di soppiatto, quando era sicuro di non esser veduto da lei; quella soave fanciulla gli pareva cosa divina, e si giudicava troppo ruvido soldato per credersi degno di meritare il suo affetto.

      I due commilitoni passavano alcune ore seduti sopra un banco rustico del giardino, colla pipa in bocca, rammentando le loro geste, e quando passava Maddalena, Bonifazio si alzava in piedi, ritirava in fretta la pipa, e faceva il saluto militare come davanti un generale.

      Alla sera quando si ritirava nella sua camera, invece di andare a letto a dormire si sdraiava sul canapè, pensava lungamente alla Maddalena, ne faceva il paragone colle altre donne che aveva incontrate nei vari stati d'Europa, e la trovava più bella, più interessante e più adorabile di tutte. Era stato piuttosto libertino, intraprendente, audacissimo col bel sesso, e poteva vantarsi di ardite conquiste tanto sui campi di battaglia che nelle alcove; ma quelle erano donne, e questa era un angelo, ed egli si trovava ospite da un amico, del quale gli era sacra ogni cosa, e più di tutto la famiglia.

      Così passavano i giorni, e Bonifazio si lasciava vivere in pace, in una specie di allucinazione, e [pg!22] di ebbrezza felice, e chi sa quando avrebbe pensato di andarsene allorchè la lettera d'un avvocato di Treviso lo chiamò al suo paese per affari urgenti.

      Il colonnello non voleva lasciarlo partire, le signore lo pregavano di non abbandonarle, e gli parve perfino di scorgere una lagrima che brillava come un diamante nei grandi occhi di Maddalena; ma la lettera era pressante, e poi sentiva anche il bisogno di fuggire da quell'amore soffocato che quasi quasi gli pareva un insulto alla casa dell'ospite e dell'amico; e partì.

      L'ultima parola del colonnello fu questa:—Siamo intesi, facite judicium et justitiam.... e l'altro rispose:

      —Pubblice felicitatis incrementum....

      Erano parole del diploma guelfo dei Carbonari.

      Pochi giorni prima si erano abboccati coi fratelli della setta, in un sito deserto, e avevano giurato nuovamente di liberare la patria dal giogo straniero, o di morire.

      Nel viaggio di ritorno si arrestò a Brescia, Verona, Vicenza, Padova; fece una scappata a Rovigo e a Venezia, e in tutte queste provincie s'incontrava coi federati, faceva dei proseliti, formava nuovi centri carbonari, allargava le diramazioni nei principali villaggi, e stringeva i nodi d'un'ampia [pg!23] rete che doveva serrare nelle sue maglie l'aquila a due teste.

      Poi rientrò tranquillamente nella casa paterna, solo e disarmato, ma profondamente convinto che presto o tardi ma di certo, l'Italia sarebbe unita, libera e indipendente. [pg!24]

       Indice

      Erano passati sei anni da quella prima dimora in Brianza, quando nel maggio 1820, il capitano Bonifazio ricomparve per la seconda volta davanti la casa del suo vecchio commilitone.

      Non era ancora guarito della profonda ferita ricevuta dai grandi occhi di Maddalena, e stupiva che una così bella ragazza non si fosse ancora maritata. Ma in quella solitudine!... egli pensava, è come un fiore delle Alpi che sboccia, profuma l'aria d'intorno, e muore senza che nessuno lo veda.

      Le accoglienze furono cordialissime. Il colonnello e sua moglie lo abbracciarono come un fratello.... Maddalena impallidì.

      Bonifazio vide il pallore della fanciulla, sentì la mano di lei tremante nella sua, lesse ne' suoi grandi occhi un sentimento di tenera affezione, della quale non si era accorto al primo incontro.

      E come poteva avvedersene se non osava guardarla? [pg!25] non era lei che doveva confessargli il suo amore! Era partito all'improvviso, ed era rimasto sei anni senza ritornare in Brianza; anzi aveva paura di ritornarvi, e non sarebbe tornato senza la politica.

      La luce entrata per uno spiraglio non tardò a diffondersi. Venne a sapere che non mancarono alla fanciulla ottimi partiti, ma essa aveva respinto inesorabilmente ogni domanda di matrimonio. Si fece coraggio, incominciò a guardarla negli occhi: essa non evitava quegli sguardi, anzi vi corrispondeva con tale espressione che era il linguaggio dell'anima, un linguaggio eloquente per il cuore del capitano.

      Egli aveva 34 anni, otto anni di vita militare lo avevano reso robusto, sei anni di vita rurale lo avevano ringiovanito. Ella ne aveva 25, era un frutto maturo, conservato perfettamente dall'aria pura dei campi. La sorte li riavvicinava, e tutto li spingeva ad amarsi, le affinità naturali e domestiche, la riconoscenza, le memorie e le abitudini della vita.

      Le dichiarazioni furono franche, e soldatesche.

      —Maddalena, le disse un giorno il capitano, l'immensa amicizia che sento per vostro padre, è superata dall'amore che ho per voi; se vi degnate di concedermi la vostra mano io sarò l'uomo [pg!26] più felice del mondo,—e così dicendo le sporse la destra.

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