Un Gelato Per Henry. Emanuele Cerquiglini
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Название: Un Gelato Per Henry

Автор: Emanuele Cerquiglini

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9788885356306

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СКАЧАТЬ credenza i cereali preferiti da suo figlio.

      Preparò la tavola cercando di dargli quell’aspetto gradevole che riusciva sempre a dargli Bet, sua moglie, quando era ancora in vita.

      Tirarsi su un figlio da solo non era stato facile per Jim, ma dopo la morte di sua moglie non aveva più voluto relazioni fisse. Si era accontentato di qualche avventura notturna con le ragazze rimorchiate durante le lunghe serate del sabato passate al “Road to Hell”, dove Jim aveva sempre una consumazione gratis per aver rimesso in strada la vecchia “883” del proprietario, dopo che era stata ridotta come latta da un camionista ubriaco, che per uscire dall’area di parcheggio del locale, l’aveva schiacciata su una parete andando alla cieca in retromarcia.

      Chiunque l’avrebbe buttata aspettando i soldi dell’assicurazione per ricomprarla, ma quella moto per Steve Collins era l’unico ricordo che lo legava a suo padre, che gliela regalò quando ancora Steve non aveva l’età per guidarla, come incentivo per impegnarsi di più nello studio ai tempi del college.

      Il sabato Jim lasciava suo figlio a casa di Jasmine, sua sorella maggiore, che nonostante i problemi di salute che la affliggevano da anni, aveva sempre cercato di essere una mamma per il piccolo Henry.

      Prima di andare a svegliare suo figlio, Jim entrò nel bagno e si guardò allo specchio, toccandosi la barba che da un paio di giorni aveva dato al suo volto spigoloso un’aria più vecchia e dura. Si sfilò le bretelle della tuta abbassandola sotto le ginocchia e si sedette sulla tazza. Prima di liberarsi, gli venne in mente Shelley, l’ultima puledra poco più che ventenne che si era portato a casa di ritorno dal “Road to Hell”.

      Si masturbò velocemente. Ormai era diventato un professionista nell’organizzazione delle tempistiche per sbrigare le faccende casalinghe e se c’era una cosa alla quale non avrebbe mai rinunciato, era la sua sega mattutina.

      â€œShelley, Shelley… Dovremmo proprio rivederci.” Pensò Jim strappando la carta igienica dal rotolo per pulirsi.

      Â«Ehi trottola, è ora di svegliarsi!» gridò da basso Jim mentre tornava in cucina.

      Â«La colazione è in tavola e ti sta aspettando!».

      Il piccolo Henry scese pochi minuti dopo, con la faccia stropicciata dal sonno e il solito sorriso sulle labbra.

      Â«Ti prenderai un raffreddore a forza di andare in giro per casa a torso nudo!» Lo ammonì Jim, mentre mescolava i cereali nel latte per ammorbidirli come piacevano a Henry.

      Â«Fa caldo anche oggi papà, non ho freddo…»

      Â«Si trottola, le previsioni dicono che oggi raggiungeremo quasi venticinque gradi, se continua così domenica prossima ci facciamo una bella gita al lago o andiamo direttamente in spiaggia. Che scegli?»

      Â«Spiaggia!» rispose Henry addentando il primo cucchiaio di quella poltiglia di cereali intrisi di latte.

      Â«Ti ricordi che devi passare dalla zia Jasmine dopo scuola?» Chiese Jim al figlio con tono serio.

      Â«Sì papà, ho già preparato lo zaino ieri sera. Ho messo tutto dentro e nel verso giusto».

      Â«Bene. Mi dispiace non poter passare a prenderti e lasciarti con quel peso sulle spalle, ma gli Howard hanno bisogno della loro macchina entro l’ora di pranzo e prima devo dare una sistemata alla jeep di Ted.» Disse l’uomo nel tentativo di giustificarsi.

      Â«Sono abbastanza grande per cavarmela da solo» rispose Henry con un tono che lasciava trapelare un certo orgoglio.

      Â«Non hai ancora fatto gli esami delle elementari figliolo, c’è tempo per diventare grandi…»

      Â«Gli esami sono tra un mese, quindi non devi più considerarmi un bambino!»

      Â«Allora ne riparleremo dopo gli esami, c’è tempo per crescere Henry. Goditi i tuoi dieci anni, perché dopo tutto si complica…» Rispose l’uomo, senza nascondere una certa amarezza.

      Â«Non può complicarsi più del compito di matematica che mi aspetta oggi. Odio la signorina Anderson e la sua faccia da trota…» Rispose Henry divertito.

      

      

      Â«La matematica non è stata mai il mio forte ragazzo, ma ti conviene impararla bene… Almeno fino a quando non potrai permetterti una calcolatrice! Finisci di mangiare ora», disse ridendo Jim, prima di tornare davanti al televisore.

      Capitolo 2

      

      

      Puntuale come sempre, Jim lasciò il figlio davanti scuola e si fermò qualche istante a guardare quella moltitudine di ragazzini tra i cinque e gli undici anni entrare dentro il grande edificio scolastico tra risate, chiacchiere e grida, che mischiandosi tra loro emanavano un brusio delicato e gioioso, che sapeva di vita. Gli piaceva quell’eco, gli ricordava la sua infanzia e soprattutto gli regalava il buon umore. Se ne stava così Jim Lewis, come ipnotizzato, nascosto tra gli altri genitori, a osservare le mamme degli altri ragazzini parlare tra loro e fantasticava che tra quelle ci fosse sua moglie, immaginando come sarebbe stato bello essere lì in compagnia di sua moglie Bet e scambiare poi due chiacchiere con gli altri genitori prima di andare al lavoro.

      

      

      Quella era una delle tante esperienze che la vita, dopo la prematura scomparsa della moglie, gli aveva negato per un destino beffardo. Un destino che Jim, a distanza di tanti anni non aveva ancora del tutto accettato.

      Capitolo 3

      

      Alle nove e trenta del mattino, il sole che filtrava dalla saracinesca dell’officina, era già una condizione di fastidio per Jim, che in quanto a produzione di sudore non era secondo a nessuno.

      Il Mercedes degli Howard era un pezzo raro d’antiquariato: un 300 SL del 1954 con le ali di gabbiano come sportelli. Jim aveva dovuto attendere mesi prima di trovare la marmitta originale da sostituire, oltre a dover risolvere alcune problematiche meccaniche secondarie. Aveva in officina una macchina che valeva oltre quattro milioni di dollari e quel lavoretto gli avrebbe fatto guadagnare ben diecimila dollari. Gli Howard erano ricchi sfondati e Jim aveva avuto la fortuna di farsi amico Ronald Howard fin dai tempi del college, molto prima che sposasse Carol Spencer, la sua ricchissima e ancora più brutta moglie. Carol era probabilmente tra le donne più brutte di tutti gli Stati Uniti e neanche la chirurgia estetica era stata in grado di aiutarla, ma tutto questo per Ronald era sempre stato secondario, a lui interessava solo la ricchezza: -Non c’è bella fica che possa competere con un jet privato!- Rispondeva sempre così, quando qualcuno degli amici gli chiedeva come facesse a dormire con quella donna.

      Jim, su consiglio e a spese di Ronald, si era rivolto a “Mr. Frankie -ricambi per auto di lusso”, uno che sapeva veramente trovare tutto e che si faceva СКАЧАТЬ