Gioia!. Annie Vivanti
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Название: Gioia!

Автор: Annie Vivanti

Издательство: Public Domain

Жанр: Любовно-фантастические романы

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СКАЧАТЬ morire! morire subito, fulminata ai suoi piedi! Non posso più vivere, non posso più mentire. Non posso più sorridere colla Tigre che mi sbrana e mi dilania. Non penso più che alla morte, al silenzio, alla pace, all'oblio.

      Esco sul balcone e guardo il fiume che scorre calmo e lucente sotto alle mie finestre. Perchè non correrei fuori nel grigio crepuscolo e mi lascerei scivolare giù in quell'argentea profondità? Dopo un breve attimo di terrore, di soffocazione, di disperata lotta, calerei lentamente al fondo, e vi giacerei immobile, calma e placata, colla fronte al cielo.... E le tranquille acque mi scorrerebbero sul viso.

      Oh, dolce giacere immobile e supina sotto quel liquido e mobile frescore! oh, dolce sentire l'acqua scorrere sopra il mio viso!…

      Perchè non morire?… O allora.... dirgli tutto?

(LUI)

      Ho deciso di concorrere per la Fontana Monumentale di Piazza Solferino.

(LEI)

      Gli ho detto tutto. Tutto!

      Gli ho detto: – T'amo troppo. Soffro troppo. Voglio lasciarti.

      – Ma perchè soffri? Non t'amo forse? non t'amo? – mi chiedeva lui smarrito.

      – Sì, sì! m'ami! – E gli accarezzavo i capelli, mentre dentro la tigre mi lacerava e mi sbranava.

      Allora egli mi è caduto ai piedi. – Dimmi che cosa debbo fare! Che cosa vuoi che faccia? Io non ti capisco. Non so perchè soffri, non so perchè dici che ti rendo infelice.

      – Non lo so neppur io, – risposi singhiozzando.

      Allora egli mi chiuse tra le braccia come fossi una bambina. – Vuoi che lasciamo tutto? Vuoi venir via con me? Vuoi?… Vuoi che si vada lontano dove nessuno ci conosce a vivere insieme per sempre?

. . . . . .

      Mio Dio, mio Dio! Vi ringrazio.

      Partire con lui!… Andare lontano, dove nessuno ci conosce! Vivere insieme!… per sempre!…

      La tigre è morta.

(LUI)

      «Alea jacta est». Partirò con lei.

      Sarà quel che sarà.

MAGGIO(LEI)

      Come sono felice! Come sono felice!

      Forse non è tanto il pensiero della fuga con lui, della vita con lui, che mi esalta, ma il fatto ch'egli lo voglia.

      Una immensa tranquillità, una pace blanda è scesa sulla mia anima e quasi non riesco a comprendere e a ricordare le turbolenti angoscie dei giorni passati. Perchè soffrivo tanto? Non lo so più.

      Oldofredi, il pittore, è venuto a trovarmi oggi e mi ha guardata stranamente. – Che cosa avete? – mi ha chiesto. – Come siete translucente e raggiante! – Indi ha soggiunto: – E perchè non lavorate? Perchè non scrivete più?… Badate che l'ingegno non è un dono, ma una responsabilità. L'ingegno è un debito da pagare, è un dovere da compiere; non è un fiore da puntarsi nei capelli!

      Io sospirai. – Lo so, lo so; ma che volete? Una donna non può scrivere se non è innamorata. E quando è innamorata.... non può scrivere!

      – Forse è vero, – disse Oldofredi colla sua voce un po' cavernosa. – Ma vi è un momento, momento fugace, effimero, evanescente, tra un amore che sta per tramontare e un amore che sta per nascere, in cui può fiorire il capolavoro. State in attesa, o Viviana! di quel momento fatale e vitale. E non lasciatelo passare invano.

      Rimettermi a scrivere? Creare un capolavoro? Ah, lo vorrei!

      È vero. – L'ingegno non è un fiore da puntarsi nei capelli!…

(LUI)

      Più ci penso e più mi afferra la febbre della partenza, mi appassiona l'idea di lasciare dietro di me il passato, e slanciarmi nell'avvenire. Ciò che da principio mi spaventava, mi pareva una follia quasi colpevole, quasi imperdonabile, mi sembra ora l'unica cosa giusta e grande e felice ch'io abbia concepito mai, ch'io possa realizzare mai.

      E perchè no? Sono un artista, dunque sono libero. Dovunque io vada porto le mie due mani con me; porto con me i miei occhi e la mia anima; e porto con me Viviana, ispirata e ispiratrice.

      Partire! partire con lei! Ricominciare la vita in un paese nuovo, ignoto, vasto, generoso; lavorare, sostenuto dal meraviglioso amore di quella creatura meravigliosa!

(LEI)

      Partire!… Esiliarsi!… Lasciare l'Italia e tutto ciò che l'Italia rappresenta per me! La luce.... l'incanto.... l'ispirazione!…

      Questo pensiero talvolta mi spaventa.

(LUI)

      Giro per questa città come un allucinato.... o come un dio: già rimoto, già staccato da tutto e da tutti.

      Come mi sembrano poveri e pietosi quelli che restano qui, in questo ambiente ristretto, sordido, meschino, dove ogni giorno s'incontrano le medesime persone, i medesimi pregiudizi, le medesime piccole amicizie e piccole ostilità. Tra un mese sarò lontano da tutto ciò. Lontano!…

      E tutte le acque dell'Atlantico scorreranno tra me e questi pallidi giorni del passato!

(LEI)

      Da due giorni non vedo Andrea. Lavora febbrilmente alla sua statua, o corre in qua e in là preparandosi alla partenza.

      Fui stamane nello studio di Oldofredi che s'apre su un grande giardino soleggiato.

      Ne esco ebbra di colori. Donne azzurre e donne arancine, donne drappeggiate e donne ignude, donne sdraiate e donne ritte, donne vaganti per lunghi misteriosi corridoi o danzanti all'aperto sotto cieli verdastri punteggiati di lucciole.... Quanta fantasia, quanta stranezza, quanta suggestiva ambiguità in quest'arte!

      Già, l'Arte!… In fondo, come dice Oldofredi, non c'è altro di bello al mondo. L'Arte! figlia del Sogno, sorella dell'Amore!…

(LUI)

      Oggi ho detto a mia madre e a mio fratello che partivo. La loro disperazione è indescrivibile. Sembrano annientati, terrorizzati.

      – Che cosa faremo? – piangeva mia madre, – io vecchia, lui malato, senza di te?

      Sono fuggito. Mi pareva d'essere un carnefice.

(LEI)

      Ho voglia di lavorare; di scrivere un nuovo libro.

      Che sia questo il momento fatidico pronosticato da Oldofredi? Ma quale sarebbe «l'amore che tramonta», e quale «l'amore che nasce»?

      .... Pensiamo al capolavoro.

      In un libro ciò che conta soprattutto sono due cose: il titolo – e la fine.

      La fine è subito trovata. Lui la abbandona, e lei muore. (Non è forse freschissimo ma è sempre bello).

      Ma il titolo? È cosa più ardua.

      Inviterò tutti i miei amici per venerdì sera: farò servire il thê à la russe; del caffè fortissimo; del vino di coca, e delle pillole di fosforo. E tutti dovranno aiutarmi a trovare un titolo, un titolo strano, strabiliante, per il mio nuovo libro. Lo dirò anche ad Andrea, sebbene non abbia molta fantasia.

      Andrea,

      Ti aspetto domani sera, senza fallo!

Viviana.
(LUI)

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