Istoria civile del Regno di Napoli, v. 3. Giannone Pietro
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СКАЧАТЬ si raggiravano intorno Capua, e temendo d'Ottone, di cui erasi sparsa voce, che con esercito numerosissimo di Alemanni, Sassoni e Spoletini verso Capua s'incamminava per soccorrerla, perchè non fossero colti in mezzo, pensò d'abbandonar l'assedio ed in Salerno ritirossi, accolto da Gisulfo, che lo trattò, sin che ivi si trattenne, con molta splendidezza, avverando per questo fatto il concetto, che di lui aveasi di non essersi mai distaccato da' Greci, e che simulatamente mostrasse aderire alle parti d'Ottone, e che perciò così tardi mandasse il soccorso a Pandulfo. Eugenio dopo essersi trattenuto in Salerno alquanti giorni fece ritorno in Puglia[19]: nè passarono molti giorni che sopraggiunse in Capua l'esercito numerosissimo d'Ottone, e non trovati ivi i Greci, si mise a porre sossopra, ed a devastare tutto il territorio dei Napoletani, ed unito co' Capuani cinse di stretto assedio la città di Napoli. Ma non potendo espugnarla, ritornarono in dietro, e sopra Avellino, che era in poter de' Greci, a' quali poco prima s'era reso, s'accamparono, nè si travagliò molto, che tosto fu dai Beneventani ricuperata, indi in Benevento se ne tornarono, con proposito di passar in Puglia per discacciarne da questa provincia i Greci, ove tenevano raccolte tutte le loro forze, e che in Bari s'erano con numerosi presidj fortificati.

      Non è da tralasciarsi in questo luogo, ciò che trattando della politia ecclesiastica in appresso più diffusamente diremo, che fermato l'esercito d'Ottone in Benevento in quest'anno 969, prima d'accingersi a sì dubbia impresa, e di muovere l'armi terrene, parve ad Ottone cominciare di là onde conviensi, cioè di ricorrere agli ajuti del Cielo. Era stato fin qui la Chiesa di Benevento governata da' Vescovi; ma ora Giovanni XIII, ciò che aveva fatto un anno prima di Capua, volle, a contemplazion d'Ottone e de' Principi Pandulfo e Landulfo, far il medesimo di Benevento; l'innalzò perciò a metropoli, e per suffraganee le assegnò molte Chiese, ed il primo Arcivescovo, che vi constituì in quest'anno 969, fu Landulfo, a cui concedette l'uso del Pallio, e confermogli le Chiese sipontina e garganica. Mentre adunque l'esercito d'Ottone accingevasi a quest'impresa, Landulfo Arcivescovo con sacra cerimonia celebrò solennemente la messa, che fu da tutti intesa, e dopo questo furono dal medesimo Arcivescovo comunicati del Corpo e del Sangue del Signor Nostro Gesù Cristo: indi ricevuta la benedizione dallo stesso Prelato, s'avviarono con grande allegrezza verso la Puglia[20]. Ove è da notare che in questi tempi era ancora ritenuta in queste nostre parti ed in Italia la Comunione sotto l'una e l'altra specie, ed ammettevansi tutti alla participazione così del Corpo, come del Sangue, nè presso noi, se non in tempi più bassi, fu quella tolta.

      L'esercito d'Ottone, che si componeva di Beneventani, Alemanni, Sassoni e Spoletini, giunto in Ascoli fu incontrato da Abdila Patrizio, che con buon numero di Greci pretese attaccarlo, poichè Eugenio per la sua estrema crudeltà era stato da' suoi preso e mandato in Costantinopoli prigione. Fu combattuto ferocemente presso Ascoli, e finalmente furono i Greci vinti e, fatto un gran bottino, se ne ritornarono i Beneventani trionfanti in Avellino[21].

      Intanto Ottone indrizzò le sue genti verso Napoli, le quali nel contorno depredaron tutto il bestiame, e mentre Ottone se ne ritornava, fu tutta dolente ad incontrarlo Aloara moglie del Principe Pandulfo, con un suo figliuolo, pregandolo della liberazione di suo marito, che in Costantinopoli era da Niceforo crudelmente trattato in oscura prigione[22]. Ottone tosto ritornò in Puglia, nella quale diede guasti grandissimi, cinse di stretto assedio Bovino, e molti luoghi d'intorno fece brugiare; ma mentre queste cose succedevano in Puglia, Niceforo in quest'anno 970, fu di morte violenta tolto al Mondo; poichè Teofania sua moglie insieme con Giovanni Zimisce crudelmente lo fecero ammazzare, ed in questo istesso anno Giovanni fu eletto Imperadore d'Oriente. Giovanni rivocando ciò che il suo predecessore aveva fatto, tosto sprigionò Pandulfo, l'assolvè e lo mandò in Puglia, raccomandandolo anche ad Ottone, che nei suoi Stati lo riponesse. Zimisce volle aver amicizia con Ottone, e (ciò che avevagli negato Niceforo) gli mandò Teofania, perchè si sposasse con Ottone suo figliuolo, la quale fu condotta in Roma, ove con molta splendidezza fu da Ottone sposata, ed Augusta proclamata[23]. Giunto Pandulfo in Bari, fu tosto chiamato da Ottone: Abdila glielo mandò assai onorificamente, e ricevuto da Ottone fu restituito ne' suoi Stati e nella pristina dignità: laonde Pandulfo per gratificare Giovanni della libertà donatagli, tanto si adoperò con Ottone che gli fece abbandonar l'impresa: onde fatta la pace, Ottone si ritenne d'invadere la Puglia e la Calabria, e queste province perciò non furon mai da Ottone conquistate, come si diedero a credere molti Scrittori contro ciò che narra l'Anonimo, scrittore contemporaneo. Partì Ottone, ed in Francia fece ritorno, nè più potè rivedere queste nostre regioni; poichè sopraggiunto poco da poi dalla morte, nell'anno 973, finì i giorni suoi, ed acquistatosi per le cose maravigliose adoperate il soprannome di Magno, meritò esser comparato a Carlo il Grande.

      CAPITOLO II

      Ottone II succede al padre; disordini nel Principato di Salerno, nel quale finalmente vi succede Pandulfo

      Essendo morto in quest'anno Ottone il Grande, Ottone II suo figliuolo, che vivente il padre era stato associato all'imperio, cominciò a regger solo il Regno d'Italia, e ad esercitare quivi tutta quella sovranità, che suo padre aveasi acquistata, la quale sopra queste nostre province assai più accrebbesi per la discordia de' nostri Principi longobardi; poichè mentre Pandulfo Capo di ferro restituito in Capua sua sede, insieme con Landulfo IV suo figliuolo, che sedeva in Benevento, reggevano questi due Principati, accaddero in Salerno sì strane revoluzioni e sconvolgimenti, che posero sossopra tutto quel Principato. Origine di tanti mali fu la soverchia fidanza, ch'ebbe Gisulfo con suoi congiunti, i quali da esuli ch'erano, avendo voluto richiamargli ed ingrandirgli, portarono con inaudita ingratitudine la ruina del suo Stato.

      Atenulfo II quegli, che, come si disse, discacciato da Capua erasi ricovrato in Salerno sotto Guaimaro II suo genero, lasciò più figliuoli, ch'esuli insieme col padre lungo tempo eran andati raminghi. Uno d'essi Landulfo chiamato, si ricovrò prima col padre in Salerno, da poi andossene ad abitare in Napoli; ma da poi ad intercessione di Gaidelgrima sua sorella, moglie che fu di Guaimaro II, e madre di Gisulfo I. fu da questo Principe ch'era suo nipote, per non disgustarsi sua madre richiamato in Salerno; e Gisulfo oltre averlo affettuosamente accolto diedegli anche il Contado di Consa; ma perch'era un uomo assai crudele ed insoffribile, i Consani non potendolo più soffrire, lo discacciarono da Consa, nè Gisulfo potè tollerarlo guari in Salerno, onde discacciato bisognò che di nuovo in Napoli facesse ritorno con la sua casa: avea procreati Landulfo quattro figliuoli, Guaimaro, Indolfo, Landulfo e Landenulfo.

      Accadde, che mentre Landulfo con questi suoi figliuoli erano in Napoli, Gisulfo s'ammalasse, onde Gaidelgrima sua madre, toltolo a tempo cominciò tutta dolente e lagrimosa a piangere, di che Gisulfo accortosi, dimandò, che s'avesse: ella rispose immantinente; piango, perchè avendo perduto mio marito, ora veggo te infermo: nè ho chi in tanta amaritudine possa consolarmi, poichè anche il mio fratello è da me lontano: che dunque, rispose Gisulfo, avrò da fare? che si richiami, replicò ella, con tutta la sua famiglia. Gisulfo vinto dalle lagrime di sua madre, che si richiami le rispose: e risanato da quella infermità, fu Landulfo tosto richiamato in Salerno, e portò seco tre suoi figliuoli, lasciando in Napoli Landulfo uomo d'ingegno astuto e pieno d'inganni.

      Fu accolto Landulfo dal Principe con molti segni di stima, di molti poderi l'arricchì, e restituigli ancora il Contado di Consa; e niente prevedendo di ciò che poteva accadergli, l'innalzò tanto, che narra l'anonimo Salernitano[24] suo contemporaneo, che lo costituì dopo lui nel primo grado in Salerno. Co' suoi figliuoli fu ancora liberalissimo, a Guaimaro diede il Contado di Marsico nel Principato di Salerno, concedendogli quasi tutte le ragioni ed emolumenti del suo fisco. Ad Indolfo donò il Contado di Sarno. A Landenulfo il Contado di Lauro, pure nel Principato di Salerno; ed essendosene costui poco da poi morto nell'anno 971 fu richiamato da Napoli Landulfo, al quale Gisulfo concedè il Contado stesso di Lauro, non senza indignazione de' Salernitani e de' Nobili di quella città, che vedevano con tanta imprudenza di Gisulfo sublimati questi Principi.

      Landulfo СКАЧАТЬ



<p>19</p>

Anon. Salern. part. 7.

<p>20</p>

Anon. Salern. part. 7, n. 5. Missamque ab Archiepiscopo Landulfo audierunt, et Corporis, et Sanguinis Domini Nostri Jesu Christi participati sunt. Et sic accepta benedictione a praedicto Sanctissimo Pontifice, Apuliam venerunt.

<p>21</p>

Anon. Salern. loc. c.

<p>22</p>

Anon. Salern. part. 7 num. 66.

<p>23</p>

Sigon. A. 972.

<p>24</p>

Anon. Saler. part. 7 n. 7.