Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 3. Edward Gibbon
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Sueton. in Neron. c. 16. L'epiteto di malefica, il quale alcuni sagaci Comentatori traducono magica, più ragionevolmente risguardasi da Mosemio come sinonimo dell'exitiabilis di Tacito.

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Il passo risguardante Gesù Cristo, che fu inserito nel testo di Gioseffo tra il tempo d'Origene o quello d'Eusebio, può somministrare un esempio di non volgar falsità. Si riferiscono distintamente l'esecuzione delle profezie, le virtù, i miracoli, e la risurrezione di Gesù. Gioseffo riconosce, ch'egli era il Messia, e dubita se debba chiamarlo un uomo. Se potesse rimaner qualche dubbio intorno quel celebre passo, il lettore può esaminare le argute obbiezioni di le Fevre (Havercamp. Joseph. tom. II. p. 267-273), l'elaborata risposta di Daubuz (p. 187-232) e la maestrevol replica (Biblioth. Ant. L. Mod. t. VII. p. 237-288) di un critico anonimo ch'io credo essere il dotto Ab. di Longuerue.

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Vedi le vite di Tacito fatte da Lipsio, e dall'Abate de la Bleterie, il Dizionario di Bayle all'art. Tacite e Fabricio Biblioth. Latin. Tom. II. p. 386. Edit. Ernest.

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Principatum Divi Nervae, et imperium Traiani uberiorem securioremque materiam senectuti seposui. Tacit. Hist. I.

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Vedi Tacito, Annal. II, 61 IV. 4.

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Il nome del commediante era Alituro. Per il medesimo canale Gioseffo (de vita sua c. 3.) aveva ottenuto, circa due anni prima, il perdono e la libertà di alcuni Sacerdoti Ebrei ch'erano prigionieri in Roma.

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L'erudito Dottore Lardner (Testimonianze giudaiche, e Gentili Vol. II. p. 101-103) ha provato, che il nome di Galilei fu molto antico, e forse la prima denominazione dei Cristiani.

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Gioseff. Antiq. XVIII. 1, 2. Tillemont. Ruine des Juifs (p. 742.). I figli di Giuda furono crocifissi al tempo di Claudio. Il suo nipote Eleazaro, dopo la presa di Gerusalemme, difese una forte rocca con 960 de' suoi più disperati seguaci. Quando l'ariete ebbe fatto una breccia, essi rivoltaron le loro spade contro le loro mogli ed i figli, e finalmente contro i lor propri petti; e tutti morirono, fino all'ultimo.

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Vedi Dodwell. Paucitat. Martir. l. XIII. La inscrizione Spagnuola appresso Grutero, p. 238. n. 9, è una manifesta e conosciuta menzogna, inventata da quel famoso impostore Ciriaco di Ancona, per lusingare l'orgoglio ed i pregiudizi degli Spagnuoli. Vedi Ferreras (Hist. d'Espagne Tom. I p. 192.)

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Il Campidoglio fu bruciato nel tempo della guerra civile fra Vespasiano e Vitellio il dì 19 Decembre dell'anno 69. Il tempio di Gerusalemme restò distrutto ne' 10 Agosto del 70 per le mani de' Giudei stessi, piuttosto che per quelle de' Romani.

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Il nuovo Campidoglio fu dedicato da Domiziano (Sveton. in Domitian. c. 5. Plutarco in Poplicol. Tom. I. p. 230, Edit. Bryan.) Il solo indoramento costò 12000 talenti (più di cinque milioni di zecchini). Fu opinione di Marziale (l. IX. Epig. 3,) che se l'Imperatore avesse voluto esigere il suo denaro, Giove medesimo, neppure col porre generalmente all'incanto l'Olimpo, avrebbe potuto pagare due scellini per lira.

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Rispetto al Tributo vedasi Dione Cassio (l. LXVI. p. 1082 con le note di Reimaro), Spanemio (de usu numism. Tom. II. p. 571) e Basnag. (Hist. des Juifs l. VII. c. 2.)

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Svetonio (in Domitian. c. 12) avea veduto un vecchio di novant'anni pubblicamente esaminato avanti al Tribunale del Procuratore. Questo è quel che Marziale chiama Mentula tributis damnata.

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Questa denominazione a principio s'intese nel senso più comune, e fu supposto che i fratelli di Gesù fossero la legittima prole di Maria e di Giuseppe. Un divoto rispetto per la virginità della Madre di Dio suggerì agli Gnostici, ed in seguito a' Greci ortodossi l'espediente di dare una seconda moglie a Giuseppe. I Latini, fino dal tempo di Girolamo, vi accrebbero qualche cosa, attribuirono a Giuseppe un celibato perpetuo, e con molti esempi simili giustificarono la nuova interpretazione, che Giuda ugualmente che Giacomo e Simone, i quali sono chiamati fratelli di Gesù Cristo, non fossero che suoi primi cugini. Vedi Tillemont, Memoir. Eccles. (Tom. I. part. III.) e Beausobre, Hist. critiq. du Manich. (l. II c. 2.)

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Trenta nove πλεθρα, quadrati di cento piedi l'uno, il qual terreno, rigorosamente computato, appena formerebbe la somma di nove acri. Ma la probabilità delle circostanze, la pratica degli altri scrittori Greci e l'autorità del Valois mi fanno inclinare a credere, che si usi il πλεθρον per esprimere il Romano jugero.

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Euseb. III. 20. La storia o presa da Egesippo.

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Vedasi la morte, ed il carattere di Sabino appresso Tacito (Hist. III. 74-75). Sabino era il fratel maggiore di Vespasiano, e fino all'avvenimento al trono di lui, si era considerato come il principal sostegno della famiglia Flavia.

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Flavium Clementem patruelem suum contemtissimae inertiae… ex tenuissima suspicione interemit. Sueton. in Domit. c. 15.

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L'Isola Pandataria secondo Dione. Bruzio Presente (ap. Eusebio III 18) la bandisce in quella di Ponzia, che non era molto distante dalla prima. Tal differenza, ed un errore o d'Eusebio, o de' suoi copisti han data occasione di supporre due Domitille, una moglie, e l'altra nipote di Clemente. Vedi Tillemont, Mem. Eccles. (Tom. II. p. 224.)

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Dione l. LXVII. p. 1112. Se Bruzio Presente, dal quale probabilmente prese questo racconto, era il corrispondente di Plinio (Epist. VII. 3) possiam risguardarlo come uno scrittore contemporaneo.

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Sueton. in Domit. c. 17. Filostr. in vit. Apollon. l. VII.

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Dion. l. LXVIII. p. 1118. Plin. Epist. IV. 22.

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Plin. Epist. X. 97. L'erudito Mosemio si esprime con le più alte lodi intorno al moderato ed ingenuo carattere di Plinio. A malgrado di tutti i sospetti del Dottore Lardner (Vedi le testimonianze Giudaiche e Pagane Vol. II. p. 46), io non posso ravvisare alcuna ipocrisia nel suo linguaggio o nella sua maniera di procedere.

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Plin. Epist. V. 8. Egli difese la sua prima causa nell'anno 81, cioè un anno dopo la famosa eruzione del Vesuvio, nella quale il suo zio perdè la vita.

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Plin. Epist. X. 98. Tertulliano (Apolog. c. 5) risguarda questo Rescritto, come un rilassamento delle antiche leggi penali quas Traianus ex parte frustratus est. Eppure Tertulliano in un altro luogo delle sue Apologie nota l'incoerenza di proibire le inquisizioni, e di ordinare i gastighi.

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Eusebio (Hist. Eccles. l. IV. c. 9) ci ha conservato l'editto di Adriano. Egli ce ne dà parimente uno (c. 13) ancora più favorevole sotto nome di Antonino, del quale però non s'ammette così universalmente l'autenticità. La seconda Apologia di Giustino contiene alcune curiose circostanze relative alle accuse de' Cristiani.

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Vedi Tertulliano (Apolog. c. 40). Gli atti del martirio di Policarpo somministrano una viva pittura di tali tumulti, che per ordinario si fomentavano dalla malizia dei Giudei.

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Questi regolamenti sono inseriti ne' soprammentovati Editti di Adriano e di Pio. Vedi l'Apologia di Melitone (ap. Euseb. l. IV. c. 26).

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Vedasi il rescritto di Traiano, e la condotta СКАЧАТЬ