Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II. Amari Michele
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Название: Storia dei musulmani di Sicilia, vol. II

Автор: Amari Michele

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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isbn: http://www.gutenberg.org/ebooks/46888

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СКАЧАТЬ (Girgenti): forse la Karches di un diploma del 1177 a favor del vescovo di Girgenti, negli Opuscoli di autori siciliani, tomo VIII, p. 334. Kerkûda è tribù berbera, secondo Ibn-Khaidûn, op. cit., testo, tomo I, p. 177; versione, tomo I, p. 274.

III. Mesisino, nome di collina nell'antica baronia di Belici presso Castelvetrano, secondo Villabianca, Sicilia Nobile, tomo II, p. 345. Meziza è tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, tomo I, p. 153; versione, tomo I, p. 241. La mutazione della z in s non mette in forse la etimologia.

IV. Mechinesi, antico casale sul cui sito sorge in oggi Acquaviva, secondo Amico, Lexicon Topographicum. Miknas, o Miknasa è nome notissimo di tribù berbera.

V. Minsciâr, castello, secondo Edrisi, presso il sito presente di Racalmuto; e Muxaro (Sant'Angelo di) in oggi comune a 14 miglia da Girgenti, scritti entrambi con varianti nei diplomi del medio evo. Minsciâr era nome di una montagna in Affrica, appartenente alla tribù berbera dei Wezdâgia, secondo Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, versione di M. Des Vergers, testo arabo, p. 56, e versione, p. 128. Si vegga anche Edrisi, versione di M. Jaubert, tomo I, p. 275. Il Merâsid, di Iakût, edizione di Leyde, tomo III, p. 159, nota una fortezza Minsciâr presso l'Eufrate.

VI. Modiuni si addimanda in oggi il fiume detto anticamente Selinus, presso Selinunte. Madiûna è nome di tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, Storia dei Berberi, testo, tomo I, p. 109, e versione, tomo I, p. 172.

VII. Sanagi o Sinagia, si chiamò la sorgente del fiume Mazaro, e un podere nel territorio di Salemi, secondo un diploma del 1408, presso Di Gregorio, Biblioteca Aragonese, tomo II, p. 489, e Villabianca, Sicilia Nobile, tomo II, p. 396. Sanhâgia, o Sinhagia, come ognun sa, è delle principali tribù berbere.

VIII. Notissima al paro quella di Zenata. Hager ez-Zenati e Rahl ez-Zenati che suonan “La rupe,” e “il villaggio” di quel di Zenata, sono nomi di luogo presso Corleone, ricordati nei diplomi: del 1093, presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 695 e 842; del 1150, 1155, 1301, presso Mongitore, Sacræ Domus Mansionis… Panormi, Monumenta historica, cap. XIII; e del 1182, presso Del Giudice, Descrizione del tempio di Morreale, Appendice, p. 11. Di quest'ultimo diploma avvi una copia arabica nell'archivio del monastero di Morreale. Negli altri, che son tutti latini, si legge talvolta Petra de Zineth, Raalginet, Ragalzinet ec.

IX. Magagi in latino e Maghâghi in arabico, secondo il diploma del 1182 presso Del Giudice, l. c., è nominata una villa nel territorio dell'antica Giato, non lungi dall'odierno comune di San Giuseppe li Mortilli. Maghâga, tribù berbera, secondo Ibn-Khaldûn, Storia dei Berberi, testo, tomo I, p. 108; versione, tomo I, p. 171.

X. Cutemi, Cutema, Gudemi, terra presso Vicari, sul confine delle diocesi di Palermo e Girgenti, ricordata in un diploma del 1244, presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 147. Il nome deriva da Kotâma o Kutâma, tribù berbera, di cui ci occorrerà far parola. Avvertasi che questa e Sanhagia forse non vennero in Sicilia prima del X l'una, e l'altra dello XI secolo.

XI. Cûmîa, nome di due villaggi vicino Messina, e di una tribù berbera, di cui Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, p. 109 ec., e versione, tomo I, p. 172 ec.

XII. Melilli, nome di città a dodici miglia da Siracusa. Melila e Melili, cittadi d'Affrica, l'una su la costiera del Rif di Marocco, l'altra nello Zab; e Melila, tribù berbera, di cui Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, tomo I, p. 107 ec., e versione, p. 170 ec. Ma il nome potrebbe esser pure d'origine latina.

XIII. Mesisino, nel feudo del Landro (val di Mazara), citato da Villabianca, Sicilia nobile, tomo II, p. 345. Meziza era nome di tribù berbera, secondo Ibn-Kaldûn, Histoire des Berbères, tomo I, p. 241 della versione, e I, 153 del testo.

Do la presente lista com'abbozzata appena; perocchè nè si trovan raccolti, nè io tutti li so, i nomi topografici secondarii della Sicilia, di monti, poderi, scaturigini d'acqua ec. Da un'altra mano scarseggiano le notizie su le denominazioni etniche di second'ordine e su le topografiche relative ai Berberi d'Affrica, e la lingua loro appena si è cominciata a studiare da Europei; ond'è possibile che siano berberi molti nomi topografici attuali della Sicilia o di quei ricordati nelle carte dal XII al XV secolo, la cui origine non pare arabica, nè greca, nè latina, nè francese. Son certo che si arriverà a scoprirne col tempo molti altri. Avverto infine che moltissimi dati anco dalla schiatta berbera non si riconosceranno giammai; perchè gli uomini di quella prendeano sovente nomi o soprannomi arabici. Occorrono inoltre parecchi nomi berberi tra i poeti siciliani dell'XI e XII secolo. La storia ricorda, nell'XI secolo, Ibn-Meklâti, uno dei regoli che si divisero l'isola, uom della tribù di Meklata, di cui Ibn-Khaldûn, op. cit., testo, tomo I, p. 108 ec.; versione, tomo I, pag. 172 ec. L'atto di vendita di una casa in Palermo, dato il 1132, porta il nome del venditore Abd-er-Rahman-ibn-Omar-ibn… – el-Lewâti, cioè di Lewâta, notissima tribù berbera; testo arabico presso Di Gregorio, De supputandis apud Arabos Siculos temporibus, p. 44.

88

Mœurs et Coutumes de l'Algérie, par le général Daumas, Paris 1853, p. 148, 166, seg.; 191, seg.

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Ibn-Khaldûn, sì veggente in filosofia storica e sì accurato compilator degli annali dei Berberi, fa una distinzione tra i Berberi nomadi e gli agricoltori, dei quali i primi taglieggiavano i secondi e si teneano più nobili di loro, Storia dei Berberi, versione francese di M. De Slane, tomo I, p. 167, seg. Par che i nomadi non solamente esercitassero quella maggioranza, come più forti, sopra gli agricoltori, ma anco inclinassero all'aristocrazia nello ordinamento interiore di loro tribù. Quanto alla democrazia, ancorchè Ibn-Khaldûn non ne parli, trasparisce dai fatti che io andrò accennando; e fors'anco quello storico si accorse della diversità del reggimento politico, quando notò che i Berberi lontani dalle grandi città e però non soggetti alla dominazione romana, vandala o bizantina, “avean le forze, ordini, numero di genti, re, capi, reggitori (akiâl plurale di kâil) e comandanti che lor piacessero;” poichè la diversità di cotesti governanti, scrivendo lo autore in arabico e non in berbero, mostra differenza non di mero titolo, ma ancora di autorità e natura del magistrato. Veggasi il testo arabico, vol. I, p. 132; e la versione, vol. I, p. 207, che non è litterale.

90

Il califo fatemita Mo'ezz-li-din-Allah, verso il 908, apprestandosi al conquisto di Egitto, volea porre governatori suoi e riscuotere le decime legali nel paese della tribù di Kotâma. Rifiutaronli. Chiamati a corte alcuni sceikhi della tribù, Mo'ezz, non li potendo intimidare, lor disse che l'avea fatto per prova, e che si rallegrava di avere a' suoi servigi uomini di sì alti spiriti. Veggasi Makrizi, citato da M. Quatremère, Vie du Khalife fatimite Moezz-li-din-Allah, p. 30, 31.

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Queste due tribù sendo state in guerra contro il principe zeirita d'Affrica, Mo'ezz-ibn-Badis, gli mandarono il 1026 loro sceikhi a trattare uno accordo con esso lui: Ibn-al-Athîr, MS. C, tomo V, fog. 59 recto, anno 417. Le milizie di Kotâma, stanziate al Cairo al principio del regno di Hâkein-bi-Amr-Allah (966), non vollero che si ingerisse nelle faccende loro altri che un proprio loro sceikh. Veggasi Iahîa-ibn-Sa'îd, Continuazione degli annali d'Eutichio, MS. di Parigi, Ancien Fonds, 131 A, p. 62.

92

Veggasi il Libro II, cap. X, p. 424; e cap. XI, p. 440 del primo volume. Secondo Ibn-el-Athîr, e il Baiân, la cacciata dei Musulmani da Amantea e Santa Severina seguì il 272 (17 giugno 885 a' 6 giugno 886), la qual data si riscontra con quella degli annali bizantini. La prima guerra civile tra Arabi e Berberi in Sicilia scoppiò tra l'autunno dell'886 e la primavera dell'887, secondo la testimonianza della Cronica di Cambridge, combinata con quella del Baiân.

93

Veggasi il Libro II, cap. X, p. 429, seg., del primo volume.

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