Il Consulente Veggente. Dr. Juan Moisés De La Serna
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Название: Il Consulente Veggente

Автор: Dr. Juan Moisés De La Serna

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Детская проза

Серия:

isbn: 9788835420002

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СКАЧАТЬ ho preferito la mia cella per trascorrere il tempo libero.

      Questo mi ha portato a diventare un grande lettore, dato che non avevo molto altro da fare tra quelle tre mura, visto che il cancello sulla porta non conta.

      E col tempo ho pensato e deciso di iniziare a scrivere, qualcosa che mi ha portato a realizzare questo libro.

      Sono passati molti anni da quando sono riuscito a potenziare le mie capacità, quelle che mi avevano portato tanti problemi, e con la pratica e l’allenamento ero riuscito ad addestrare.

      All’inizio ho avuto come dei flash, che mi hanno persino fatto perdere conoscenza, è stato veramente imbarazzante e talvolta sono anche caduto, con le conseguenze che quando mi sono svegliato avevo dolore e talvolta anche lividi.

      Sono passati molti anni da quando sono riuscito a potenziare le mie capacità, quelle che mi avevano portato tanti problemi, e con la pratica e l’allenamento ero riuscito ad addestrare.

      All’inizio ho avuto come dei flash, che mi hanno persino fatto perdere conoscenza, è stato veramente imbarazzante e talvolta sono anche caduto, con le conseguenze che quando mi sono svegliato avevo dolore e talvolta anche lividi.

      Inizialmente lo avevo attribuito all’impressione di partecipare ad un caso, a causa della quantità di sangue che avevo visto nelle immagini della vittima, o di quello che era stato trovato sul coltello, ma è successo qualcosa che non mi aspettavo.

      Il giorno dopo mi sono recato presto alla stazione di polizia, e lì ho chiesto di parlare con quel poliziotto per raccontargli il mio incubo, il quale all’inizio aveva riso di me, dicendo che lo stavo imbrogliando, e lo stava cercando di dimostrare con quel caso, nel quale speravo fallisse.

      “Buongiorno, sono venuto qui per raccontare un fatto”, dissi entrando nella stazione di polizia.

      “Non mi dica che ha risolto il caso!” disse con tono scherzoso mntre si alzava dalla scrivania e con un cenno di mano mi invatava ad entrare nella stanza degli interrogatori.

      Ebbene, avevo passato gli ultimi tre giorni in quella stanza dove mi avevano mostrato tutti i tipi di immagini, prove e congetture riguardo agli eventi, la vittima, i sospetti…un’infinità di dati e dettagli che pensavo…non so…mi travolgesse.

      Il tutto con l’intenzione di darmi maggiori possibilità in modo da non avere “scuse” in caso di fallimento, o almeno così mi aveva detto più volte il capo della polizia

      “Beh, non so se può significare qualcosa, ma sono diverse notti che dormo male”.

      Che novità! Questo succede a tutti noi che siamo impegnati a risolvere crimini.” ha commentato entrando nella stanza e chiudendo la porta a vetri dietro di lui.

      “Si, beh, immagino” sono riuscito a dire, “ma stasera è stato diverso”.

      “In cosa?”, mi ha chiesto mentre con un gesto invitava a sedermi.

      “Io non so come dirglielo, ma è com se tutte le informazioni fossero ordinate nella mia mente e io le avessi viste come un’intera sequenza.”

      “Congratulazioni, questo è ciò che accade a tutti noi, in ogni caso facciamo la stessa esperienza, in cui i dati sconnessi vengono ordinati,e…eccoli lì, li vediamo”.

      “L’ha visto anche lei?”ho chiesto, interrompendolo.

      “Vedere? Certo, è la sequenza degli eventi.”

      “No, intendo il killer”

      “Il killer?Di cosa sta parlando?”

      “Quello che le sto dicendo, stavo, non so come chiamarlo, ricordando…i dati in forma di scena…all’inizio era strano, perchè non riuscivo a vedere chiaramente, era come se fosse notte ed era tutto buio.”

      “E’ normale, stava sognando di notte.”

      “Non c’entra niente, mi riferisco alla scena, era tutto molto buio e mi sentivo, non so, un po stordito, credo di essermi fermato su una piccola panchina perché non potevo proseguire, poi ho vomitato, ma quello non mi ha fatto sentire meglio. All’improvviso, seduto lì nel parco, ho sentito un rumore dietro di me. Non so cosa fosse e nemmeno volevo scoprirlo. Ma ho avuto una strana sensazione e sono stato travolto dal panico.

      Forse era quel rumore, o il forte odore che veniva da dietro, ma appena ho potuto sono corso verso l’ingresso del parco, attraversando molti cespugli, e all’improvviso, non sapendo nè come nè perché, ho sentito qualcosa afferrarmi i capelli e tirarmi fiché non sono caduto sulla schiena.

      Non so se sia stato per la caduta o altro, ma non tiuscivo a sollevare la testa da terra, come se qualcosa me la tenesse ferma, e improvvisamente l’ho visto chiaramente, era il postino, quello che era venuto a casa tante volte per portarmi qualche pacco, quello che faceva il turno delle 10 la mattina, e che era stato sempre così gentile, ma ora aveva un aspetto diverso, il suo volto era sfigurato, i suoi occhi sembravano uscirgli dalle orbite, e non ha fatto altro che dirmi di stare zitto, e quell’odore stava diventando così intenso e nauseabondo, finché…”

      “Finché cosa?”, chiese il capo della polizia che si stava versando una tazza di caffé.

      “Non ci crederà mai”

      “Continui, continui, finora non ho creduto a niente, quindi continui.”

      Quel commento lascivo non mi sorprese affatto, poiché avevo già superato l’incredulità di molti che si prendevano gioco di ciò che mi succedeva, senza cercare di aiutarmi a capirlo.

      “Ebbene, io sono immobilizzato in quel momento, e non so come ma mi sono visto sopra al mio corpo, a circa un metro mezzo, e ho potuto contemplare la scena da lontano, senza sentire alcun dolore, nonostante quella persona si stesse accanendo sul mio corpo.”

      “Aspetta, aspetta”disse, mentre il caffè che stava bevendo gli si rovesciava addosso, macchiando anche il tavolo. “Di cosa stai parlando?”

      “Una volta finito, ha preso il mio cadavere e lo ha messo in una borsa , non so da dove l’avesse presa, ma era abbastanza grande, e mi ha caricato come un sacco di patate.

      Poi mi ha portato all’uscita del parco, dietro l’angolo sud dove aveva un’auto argentata, o meglio grigia, non ne sono sicuro perché era notte e c’era solo la luce del lampione. Mi ha messo nel bagagliaio e ha guidato abbastanza lentamente per la città, e appena si è allontanato ha iniziato ad accelerare, ed è andato a quella velocità per circa tre ore, fino a raggiungere alcune banchine.

      Una volta lì ha preso una deviazione che diceva “Pericolo alligatori”, e ha continuato a guidare per mezz’ora, o almeno credo. Tutto questo vicino alle paludi.”

      Una volta in mezzo al nulla, poiché non si vedevano costruzioni vicine, ha fermato la macchina, ha tirato fuori il mio corpo, e mi ha lasciato li con la borsa e tutto il resto.

      Sono rimasto li per, per…non so, qualche giorno, poi sono andato via da quel luogo, sono risalito.

      “Di cosa sta parlando?”

      “Di quello che ho visto, gliel’ho già detto, di quello che ho sognato.”

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