Название: Una sfida al Polo
Автор: Emilio Salgari
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 4064066068851
isbn:
Sei uomini, armati di mazze, lo montavano e non si poteva aver dubbio, per la divisa che indossavano, sulla loro qualità. Erano dei policemen del Dominio che giungevano probabilmente coll'ordine d'impedire quel combattimento a colpi di pugno, che poteva terminare in modo egualmente tragico per l'uno o l'altro dei due avversari.
L'automobile, lanciato a tutta velocità, passò come un fulmine attraverso il largo squarcio aperto nella palizzata, facendo fuggire precipitosamente gli spettatori, e dopo d'aver descritto un mezzo giro si fermò, con gran fragore, presso quello di miss Ellen.
Proprio in quel momento il signor di Montcalm e master Torpon si erano messi l'uno di fronte all'altro, nudi fino alla cintola, fiancheggiati dai loro partners, pronti a rompersi le costole od a fracassarsi il viso pei begli occhi, e più pei milioni, della bella americana.
Il brigadiere dei policemen si era alzato e dopo d'aver reclamato, con un gesto energico, un po' di silenzio, gridò con voce poderosa:
— In nome della legge ed in forza del mandato di cui sono detentore, mi oppongo al combattimento. Obbedite!... —
Un urlo spaventoso accolse quelle parole.
— Morte ai policemen!...
— Al fiume!... Al fiume!...
— Accoppiamoli!... —
Prima cento, poi mille uomini, invasi da un vero furore, si erano scagliati contro l'automobile.
Il brigadiere, che forse si aspettava quel colpo, d'un balzo fu a terra prima che il cerchio si chiudesse, e si gettò disperatamente attraverso la pista, manovrando energicamente la sua mazza, senza badare se rompeva delle teste o fracassava delle costole.
I suoi compagni, sorpresi da quell'improvviso assalto, erano rimasti sull'automobile, certissimi di aver facilmente ragione in nome della legge.
Avevano però fatto male i conti. In un baleno cento mani robuste li afferrarono, li trassero giù stringendoli al collo, alle braccia, alle gambe, e li scaraventarono brutalmente a terra, disarmandoli prontamente delle loro mazze.
I disgraziati, subito ben pesti, avevano appena toccato il suolo che si sentirono gettati in aria, colle divise a brandelli.
La folla voleva la sua parte.
Quei poveri diavoli, intontiti, ammaccati, contusi, quasi spogliati, passavano sulle teste degli spettatori, rimbalzando come palle di gomma. Erano sopratutto i yankees che si mostravano i più feroci.
Forse non si erano mai trovati a tanta festa!....
— Su la legge!... — urlavano.
— In alto!... In alto!... Su, un'altra volata!... Hurràh!... Hurràh!...
— Un'altra volata!... Su, intonate l'yankee Dodle!... —
I cinque policemen, più morti che vivi, balzando e rimbalzando sopra le tube lucide degli spettatori, andarono a rotolare sul banco d'un bar, fracassando bottiglie, vasi, bicchieri e facendo scappare il proprietario ed i suoi garzoni.
Un'idea infernale era sorta in un cervello esaltato.
— Diamo loro da bere!...
— Sì, sì!... Ubbriachiamoli!... — urlarono mille voci.
— Sì, ubbriachiamo la legge!... — risposero altri mille, sghignazzando.
— No, rimpinziamoli di crab-meat cocktail fino a farli scoppiare!...
— No, no!... Diamo loro del gin cocktail!... Farà meglio!
— E del wisky!...
— Bene!... Presto!... —
Sette od otto bookmakers, i più furibondi di tutti, poichè in quell'inaspettato intervento della polizia vedevano compromessi i loro interessi basati esclusivamente sulle scommesse e sulle quotazioni dei due campioni, piombano sui cinque disgraziati, e li inchiodano, per modo di dire, al suolo, tenendoli ben fermi.
Altri prendono delle bottiglie, le poche rimaste intatte, bottiglie del contenuto d'un litro, e le introducono a forza nelle bocche dei policemen.
I poveri diavoli stringono disperatamente i denti e fanno degli sforzi sovrumani per liberarsi dalle mani di ferro che li tengono inchiodati?
Tutto è inutile. Delle dita brutali afferrano e stringono i loro nasi. Non vi è altro da fare: o bere, o morire asfissiati.
— Giù!... Giù!... — urlano gli spettatori che si sospingono furiosamente. — Date da bere alla giustizia!... Ubbriacate la legge!... —
Le bottiglie vengono alzate e cacciate a forza. I policemen bevono, bevono disperatamente, sbuffando, contorcendosi.
I loro occhi si gonfiano e pare che da un momento all'altro debbano schizzare dalle orbite; i loro denti stridono sui colli delle bottiglie, tentando, ma invano, di sgretolare il vetro.
Il wisky ed il gin gross gorgoglia entro le loro gole e scende negli intestini.
Una ubbriachezza fulminante coglie i cinque rappresentanti della legge, i quali finiscono per rimanere immobili come se fossero morti.
— Basta!... — gridano i bookmakers. — Per ventiquattro ore la legge non ci darà fastidio. Gentlemen!... I campioni ci aspettano!... Teniamo le scommesse!... —
CAPITOLO II. Una partita di «boxe».
Durante quella baraonda, il campione canadese e quello americano non si erano scostati dall'automobile che si teneva sempre nel centro della pista e sul quale si trovava miss Ellen Perkins, appoggiata graziosamente al volante.
I relativi partners avevano tenuto loro compagnia, conversando tranquillamente cogli allievi e non cessando di fare loro delle raccomandazioni per fare una bella figura dinanzi ad un pubblico così imponente che doveva, alla stretta delle cose, giudicare della superiorità della scuola americana o della inglese.
Vedendo la folla rovesciarsi in massa verso il centro della pista, il signor di Montcalm e Torpon si erano affrettati a denudarsi fino alla cintola, malgrado il freddo ancora intenso che regnava sull'immensa regione canadese.
Era necessario sbrigare la faccenda, poichè il brigadiere dei policemen, quantunque vigorosamente inseguito da una dozzina di buoni corridori, era riuscito a scavalcare la cinta prima di poter essere acciuffato, ed era scomparso in direzione del fiume, per raggiungere forse qualche ufficio telegrafico.
— Signor di Montcalm, — disse Torpon, dopo di essersi ben stiracchiato e di essersi battuto rumorosamente il largo petto. — Volete che cominciamo? Sono curioso di vedere se il destino si stancherà di mantenerci sempre al medesimo livello. By-good!... Qualcuno di noi deve ben essere il più forte e strappare la vittoria.
— Quando vorrete, signor СКАЧАТЬ