Veronica Cybo. Francesco Domenico Guerrazzi
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Название: Veronica Cybo

Автор: Francesco Domenico Guerrazzi

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066088064

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СКАЧАТЬ pubblicamente la mia gratitudine per questo fatto; e, come vedete, colgo la prima occasione che mi viene offerta, intitolando a Voi questo Racconto.

       Accettatelo com’io ve lo mando, cioè non come dimostrazione d’ingegno, ma come testimonianza di animo grato.

       E questa mi sembra una Dedica che io possa fare, e Voi accogliere, senza che ne dobbiamo arrossire ambedue. Addio.

      Vostro affezionatissimo amico,

       F. DOM. GUERRAZZI.

      VERONICA CYBO.

       Indice

      L’autunno è la più mesta stagione dell’anno; — il vespro è l’ora più mesta del giorno: — in quella stagione, in quell’ora, il Sole si avvicina alla sua tomba magnifico a vedersi come il figlio primogenito del Creatore. — Sul mezzogiorno egli tenne raccolti tutti i suoi raggi per vibrarli veementi a suscitare la natura; ma verso sera la vita è sparsa, la virtù diffusa, ed egli adesso si compiace a versare tutto il suo lume per l’emisfero che lo circonda. E la volta dei cieli, abbandonato il manto azzurro, s’indora della luce divina, in quella guisa che il secolo assorbe l’emanazioni della grande anima che lo ha dominato.

      Simile alla Fenice, che si apparecchia il rogo di cinamomo e di mirra, il Sole adorna con mirabile pompa il suo sepolcro. Porpora, oro, e colori di gemme preziose, e le tinte svariate della conca marina ove cresce la perla, lo accompagnano nel tramonto. — L’Oceano aspetta fremendo l’immenso ospite. — Tutta la natura si agita, mossa da incomprensibile sgomento, e si affatica a fare testimonianza di vita nel punto stesso in cui sta per abbandonarla il suo principale motore. I pensieri dell’uomo si volgono agli assenti, o ai defunti. Il bronzo medesimo percuote l’aria con tale una voce, che sembra lamento. — Il gran Pane sta per morire.

      Ma il gran Pane muore la morte di chi sa di risorgere. — Creature di un giorno, volgetevi ad Oriente, e lo vedrete in breve ora apparire trionfale e glorioso! Chi sa quanta copia di voi, foglie animate, sarà caduta per sempre dall’albero della vita nella breve sua assenza dal nostro emisfero!

      E quando siete cadute, creature d’un giorno, o come è triste il vostro sepolcro dentro la terra! Gli affetti dei vostri più cari superstiti s’inaridiscono prima dei fiori sparsi sopra la vostra bara.... Il lenzuolo funerario vi contiene intere. Fuorchè la rugiada del cielo, desiderate invano altre lacrime. — Qualche volta la scienza dell’antiquario conosce la vostra tomba. — di rado la pietà dei discendenti. — Che aspettate voi oltre il sepolcro? L’oblio è il retaggio, — il fango l’origliere, — il verme il compagno dei morti. Ah! Dio, ricevi nelle tue braccia misericordiose le anime derelitte di coloro che abbandonano la vita.

       Indice

      Se i dolci sorrisi e i molli baci, e tutte le più care soavità dell’amore conteneva in sè il cinto di Venere, come poetando ci narra Omero divino, veramente può dirsi che i colli di Firenze la circondino leggiadri come la cintura di Citerea. Deh! che non è tutta Toscana il mondo! esclamava quell’austero intelletto di Vittorio Alfieri scendendo dall’Apparita, e la contemplazione di così stupenda bellezza valeva a spianargli una ruga sopra la fronte, — un’altra sul cuore. — Adesso tutti gli Dei disertarono questa terra, che è delizia del Sole: squallidi fati ci avanzano; rimanemmo soli. E nondimeno in partendo i Numi la riguardarono con amore, e vi scossero sopra le fimbrie delle clamidi quasi per benedirla, sicchè l’aria intorno conserva un senso di ambrosia e di armonia, che verun tristo vento ha potuto dileguare fin qui. Pei boschi degli allori e pei mirteti tu sentirai sibilare lenemente le ultime vibrazioni delle antiche arpe famose. La morte ha chiuso i labbri degl’incliti nostri personaggi, e non pertanto per gli atrii, pei fôri, lungo le mille colonne delle navate dei templi risuona ancora l’eco delle estreme loro parole. — Come sul volto di Laura, la morte par bella su questa terra bellissima...![9]

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