Название: Olanda
Автор: Edmondo De Amicis
Издательство: Bookwire
Жанр: Книги о Путешествиях
isbn: 4064066072049
isbn:
Ma, come dissi, il carattere principale della cucina olandese è l’abbondanza, non la raffinatezza. I Francesi, che sono buongustai, ci trovano molto a ridire. Mi ricordo d’uno scrittore di certe Mémoires sur la Hollande, che inveisce con impeto lirico contro il mangiare degli Olandesi, dicendo:—Cos’è questo mangiar zuppe alla birra? questo mescolar carne e confetti? questo divorar tanta carne senza pane?—Altri scrittori di libri sull’Olanda hanno parlato dei loro desinari in quel paese, come di sventure domestiche. È superfluo il dire che son tutte esagerazioni. Alla cucina olandese si può abituare in poco tempo anche una bocca ultradelicata. Il fondo del desinare è sempre un piatto di carne, col quale si servono altri quattro o cinque piatti di salumi e di legumi, che ognuno mescola e combina a modo suo col piatto principale. Le carni sono squisite e i legumi squisitissimi, e cucinati in mille maniere diverse: degni di menzione particolare la patate e i cavoli, e ammirabile l’arte di far le frittate. Non parlo della caccia, dei pesci, dei latticini, del burro, perchè ne parla la fama; e taccio, per non lasciarmi vincere dall’entusiasmo, di quel celebrato formaggio, nel quale, quando s’è fatto tanto di ficcare il coltello, si continua a infierire con una sorta di furore crescente, menando fendenti e puntate, e abbandonandosi a ogni specie di lavori d’intaglio e di scavo, finchè è vuota la forma, e il desiderio aleggia ancora sulle rovine.
Uno straniero che desina per la prima volta in una trattoria olandese vede parecchie novità. Prima d’ogni cosa, dei piatti d’una grandezza e d’uno spessore straordinarii, proporzionati all’appetito nazionale; e in molti luoghi, una salvietta di carta bianca sottilissima, piegata a tre punte, contornata di fiori a stampa, con un piccolo paesaggio agli angoli, e il nome del caffè o della trattoria o un Bon appetit stampato in grandi caratteri azzurri. Lo straniero, per essere sicuro del fatto suo, ordina un rosbiffe, e gliene portano una mezza dozzina di fette grandi come una foglia di cavolo; o una bistecca, e gli portano un cuscinetto di carne sanguinosa che basterebbe a saziare una famiglia; o del pesce, e gli portano un animale lungo come la tavola; e con ciascuna di queste cose, una montagnola di patate bollite e un vasettino di mostarda vigorosa. Di pane, una fettina un po’ più grande di uno scudo, e sottile come una cartilagine; cosa spiacevole per noi latini, che divoriamo il pane come accattoni; così che in una trattoria olandese ci tocca a domandarne ogni momento, con grande stupore dei camerieri. Con uno di quei tre piatti, e un bicchier di birra di Baviera o di birra d’Amsterdam, un galantuomo può dire di aver desinato. Di vino, chi per poco abbia il granchio alla borsa, in Olanda non se ne discorre, perchè è caro assaettato; ma siccome là le borse son gonfie, così quasi tutti gli Olandesi dal mezzo ceto in su, ne bevono; e ci son certo pochi paesi dove si trovi la varietà e l’abbondanza di vini stranieri che si trova in Olanda: francesi e del Reno particolarmente.
Chi, dopo desinare, vuol dei liquori, in Olanda trova il fatto suo. Non c’è bisogno di dire che i liquori olandesi sono famosi nel mondo, e che è famosissimo per tutti il schiedam, estratto di ginepro, così chiamato dalla piccola città di Schiedam, distante poche miglia da Rotterdam, nella quale si trovano più di duecento fabbriche; e per dare un’idea del lavoro che vi si fa, basta dire che colla feccia della materia distillata, si nutriscono anno per anno trentamila bestie suine. Questo schiedam famoso, la prima volta che si assaggia, fa giurare e spergiurare che non se ne beverà più una goccia se si campasse cent’anni; ma chi ne ha bevuto, come dice il proverbio francese, ne beverà; e si comincia a provarlo con un mucchio di zucchero; e poi con un po’ meno; e poi senza, finchè, horribile dictu, col pretesto dell’umidità e della nebbia, se ne tracannano due bicchierini con una disinvoltura da marinai. Vien dopo per ordine di nobiltà il curaçò, liquore fine, femmineo, men vigoroso dello schiedam, ma assai più di quel dolciume nauseabondo che si spaccia in altri paesi colla raccomandazione del suo nome. Dopo il curaçò altri moltissimi, di tutte le gradazioni di forza e di sapore, coi quali un bevitore esperto si può dare, a sua fantasia, tutte le sfumature dell’ebbrezza; l’ebbrezza gentile, la forte, la chiassosa, la cupa—e disporre in modo il suo cervello da vedere il mondo nell’aspetto che convien meglio al suo umore, come si farebbe con uno strumento ottico, cambiando il colore delle lenti.
La prima volta che si desina in Olanda c’è una sorpresa curiosa al momento di pagare lo scotto. Io avevo fatto un desinare scarso per un batavo, ma per un italiano, abbondantino, e con quel che sapevo del gran caro d’ogni cosa in Olanda, m’aspettavo una di quelle sonate, alle quali, come dice Teofilo Gauthier, la sola risposta ragionevole da darsi è una pistolettata. Fui dunque gratamente meravigliato quando il cameriere mi disse che dovevo pagare quarante sous, e siccome nelle città grandi dell’Olanda tutte le monete corrono, misi sulla tavola quaranta soldi in argento francese, e aspettai, per dar tempo all’amico di ravvedersi, nel caso che si fosse ingannato. Ma l’amico guardò quel denaro senza alcun segno di ravvedimento, e disse con la più gran serietà:—Ancora altri quaranta soldi.—Scattai sulla seggiola domandando una spiegazione; e la spiegazione, ahimè, fu semplicissima. L’unità monetaria, in Olanda, è il fiorino, che corrisponde a due lire nostre e quattro centesimi; per il che il centesimo e il soldo olandesi corrispondono a qualcosa di più del doppio del centesimo e del soldo nostro; onde l’inganno e il disinganno.
Rotterdam, la sera, presenta un aspetto impreveduto a uno straniero. Mentre nelle altre città settentrionali a una cert’ora la vita si raccoglie nelle case, a Rotterdam, a quella stess’ora, si espande nelle strade. L’Hoog-Straat è percorsa fino a notte avanzata da una folla fittissima, le botteghe sono aperte,—perchè le serve vanno a far la spesa la sera;—i caffè sono affollati. I caffè olandesi hanno una forma particolare. Son per lo più una sala unica, lunga, divisa per mezzo da una tenda verde, che s’abbassa verso sera e nasconde, come un telone da teatro, tutta la parte di dietro, la quale è la sola illuminata; la parte davanti, separata dalla strada da una grande vetrata, rimane al buio, in maniera che dal di fuori non vi si vede che delle forme nere, e un luccichio di punte di sigari che paion lucciole; e tra quelle forme nere, qualche profilo vago di donna, a cui non conviene la luce.
Dopo i caffè, dan nell’occhio, come a Rotterdam in tutte le città d’Olanda, le botteghe dei tabaccai. Ce n’è una, si può dire, a ogni passo; e sono senza paragone le più belle d’Europa; non escluse le grandi botteghe di tabacchi d’Avana di Madrid. I sigari sono chiusi in scatole di legno, su ciascuna delle quali è attaccato un ritratto a stampa del re e della regina, o di qualche illustre cittadino olandese; e tutte queste scatole sono ammontate nelle vetrine altissime, in mille forme architettoniche, come di torri, di campanili, di tempietti, di scale a chiocciola, che s’inalzano da terra fin quasi al soffitto. In queste botteghe, risplendenti di fiammelle come botteghe di Parigi, si trovan sigari di tutte le forme e di tutti i sapori; e il tabaccaio cortese ve li porge in una apposita busta di carta velina, dopo averne spuntato uno con una macchinetta.
Le botteghe olandesi sono illuminate sfarzosamente; e benchè non presentino per sè stesse alcuna differenza da quelle delle altre grandi città europee, offrono però un aspetto particolare, di notte, per il contrasto che ne riesce fra il pian terreno e la parte superiore delle case. Sotto è tutto vetri, lumi, colori, splendori; sopra son quelle facciate cupe, con quelle punte, con quegli scalini, con quelle curve; la parte superiore della casa è la vecchia Olanda, semplice, buia e silenziosa; il pian terreno è la vita nuova, la moda, il lusso, l’eleganza. Oltre a questo, siccome le botteghe, essendo tutte le case strettissime, occupano l’intero piano terreno, e sono per lo più tanto fitte che si toccano le une le altre, così di notte nelle strade come l’Hoog-Straat, non si vede quasi punto muro dal primo piano in giù, e sembra che le case sian tutte sorrette dalle vetrine, e le vetrine si confondono tutte da lontano in due larghe striscie fiammeggianti che fiancheggiano la strada come due siepi accese e l’inondano di luce, in modo che vi si troverebbe uno spillo.
Passeggiando per le strade di Rotterdam, la sera, si vede che è una città riboccante di vita, che si espande; una città, sto per dire, adolescente, nel periodo della crescenza, la quale, come una persona nei suoi panni, si sente d’anno in anno più allo stretto nelle sue case e nelle sue strade. I suoi centoquattordici mila abitanti saranno forse duecentomila in un avvenire non СКАЧАТЬ