Documenti Umani. Federico De Roberto
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Читать онлайн книгу Documenti Umani - Federico De Roberto страница 6

Название: Documenti Umani

Автор: Federico De Roberto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072629

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СКАЧАТЬ le sentirete meno gonfiarvi gli occhi quando, molti anni dopo, rimesterete tutte queste cose intime e dolorose dinanzi a un amico….

      In quel momento, una voce argentina squillò nella grande stanza da studio.—È permesso?—e una bambina di circa dieci anni, un mucchio di rose fra carnagione e vestito, si fermò sull'uscio tenendo un grosso rotolo di carte fra le braccia, interdetta alla vista di un estraneo.

      —Avanti, Vannina; su via! Hai paura dei miei amici?

      —Hanno portato questo per te—e la piccola miniatura di donna non levava gli occhi curiosi di dosso a Paolo Dinolfi.—E dice la mammina che lei è pronta per andar fuori….

      —Prega la mammina di andar sola per oggi—rispose l'ingegnere, dopo aver dato un'occhiata alle carte.—Ho qui un bel da fare. Tu le terrai buona compagnia.

      E l'ingegnere Ferrieri, attirando a sè la figliuola, le stampò due grossi baci sulle guancie.

      —Non ha un altro bambino?—chiese premurosamente il Dinolfi che a quella piccola scena si era sentito intenerire.

      L'ingegnere si passò una mano sulla fronte.

      —È morto, compie ora un anno! Me l'ha portato via la malattia che infierisce in questo povero paese, la stessa che portò via la mia buona mamma. Non sapete che noi siamo qui ogni giorno in pericolo di vita? È urgente provvedere al rimedio, e questo è ora il mio gran da fare; un progetto di sistemazione del sottosuolo della città, in modo da evitare l'inquinamento delle acque. Bisognerà adottare un nuovo tipo di fogne…. Ecco la prosa che viene a interrompere la poesia della nostra comunione spirituale…. Vedete, mio caro romanziere? Esse sono nel vero entrambe!

       Indice

      I.

      Ella glie lo aveva detto:

      —Non ne sarai geloso?

      Ed Andrea le era caduto ai piedi, sollevando verso di lei uno sguardo luccicante di passione.

      —Geloso del tuo passato? Ma vi è un passato per te?… per me?… Non siamo noi nati appena da pochi giorni, dal giorno benedetto che io ti confessai l'amor mio? Il bacio che io ti diedi in fronte non è stato il battesimo tuo?… E il mondo esisteva forse prima che io ti incontrassi? C'era un sole, c'era un mare, c'erano dei fiori? Tutto questo non è stato creato per noi?… Di quale passato mi parli, amor mio infinito? Non esiste che il presente, l'istante adorabile che fugge e ritorna incessantemente: l'imagine dell'eternità!

      Ella si lasciava cullare dalla musica di quelle parole, rovesciando la testa, socchiudendo gli occhi, abbandonando lungo i fianchi le braccia, che l'amante ricopriva di lunghissimi baci.

      —Come sei buono! e come sono felice!

      Però il giorno che era venuto a portarle l'alliance su cui erano incisi i loro nomi e una data: Costanza ed Andrea, 14 marzo 1887, egli le aveva preso la mano, cercando di toglierle l'anello nuziale.

      —Che cosa fai!—aveva esclamato lei, tentando di svincolarsi da quella stretta—Lasciami, mi fai male….

      —Ecco, ti lascio…. Ma togli quell'anello, Costanza; spezza il simbolo d'una catena già rotta. Tu sei mia, mia soltanto, comprendi? ed io non potrò più baciare la tua mano, se le mie labbra rischiano d'incontrare la freddezza metallica di quell'anello!

      —Ma non è possibile, povero amore!… V'è un giuramento dinanzi a Dio; e il giuramento è una cosa sacra…. dillo tu stesso, se è una cosa sacra….

      Accortamente, ella gli aveva preso l'alliance e l'aveva passata al mignolo della destra.

      —Vedi, Andrea? l'anello tuo io lo porterò qui, sempre, sempre! E l'altro….

      Ad un tratto egli l'aveva afferrata per le braccia, stringendo con tutta la sua forza, e mormorando per la concitazione;

      —Togli quell'anello…. o restituisci il mio! Restituiscilo, hai inteso? o ti rompo le braccia! Restituiscilo, ch'io lo spezzi, ch'io lo calpesti, ch'io lo butti nel mare….

      -Ah, tu m'uccidi!

      Ella era tutta sbiancata in viso, e le labbra fatte violacee erano scosse da un lungo tremore. Subitamente, egli l'aveva lasciata e s'era messo in ginocchio portando le mani alla testa e scompigliando i suoi capelli grigiastri.

      —Perdono, Costanza; perdonami, sono un pazzo, lo vedi! Ma sei tu che m'hai fatto ammattire! A quarant'anni passati, e da un pezzo! Se io ti dicevo…. quella cosa, è perchè—vedi!—io ti voglio bene…. in un altro modo!… Costanza, mi hai tu perdonato?…

      -Sì, sì! Guarda, io bacio il tuo anello, guarda; così! così! Bacialo anche tu, così! E ti giuro che l'altro….

      Allora egli le aveva chiusa la bocca con la mano, sorridendo tristamente fra le lacrime, e dicendole pianissimo, da farsi appena sentire:

      —Silenzio!… Non dir nulla!… Non mi ricordar nulla!… Quello che è stato è stato!… Lasciami morire così, ai tuoi piedi!…

      Ed ogni volta che veniva a trovarla, appena entrato nel santuario, egli si metteva in ginocchio, congiungendo le mani in attitudine di preghiera, divorando cogli occhi la dolce figura di donna spiccante sul fondo bianco del panneggiamento che guarniva un angolo della stanza. Poi si trascinava fino a lei e si buttava per terra ai suoi piedi. Ella tentava di opporsi, ma nulla resisteva alla volontà di quell'uomo diventato capriccioso come un fanciullo e che per niente passava dall'eccesso della tenerezza umile agli impeti irresistibili d'un cieco furore.

      —Lasciami fare, Costanza, letizia mia! Calpestami sotto i tuoi piedi!

       Morire per te è la sola cosa degna di essere ambita!

      Poi, con una curiosità sempre nuova si guardava attorno, girava per la stanza, passando una mano sul raso dei divani, delle poltrone, degli sgabelli, odorando tutti i fiori, rimuovendo tutte le fotografie, tutti i gingilli; esaminando come se li vedesse per la prima volta i quadri, le ceramiche, le terracotte, gli specchi, i ventagli artisticamente disposti intorno sul fondo rosso ciriegia della tappezzeria. Tutto quello che le apparteneva, le cose più minute, le cose più comuni acquistavano ai suoi occhi un valore straordinario; il thè che ella preparava e gli offriva nella preziosa ciotoletta della China aveva per lui un aroma speciale, introvabile altrove; il profumo di chypre vagamente errante nell'aria lo riempiva di turbamento; il fazzoletto di merletto che ella lasciava qualche volta cadere era per lui una cosa sacra, intangibile, che non si decideva a raccogliere se non con le labbra, gettandosi carponi per terra….

      II.

      Nell'uomo già presso alla soglia della vecchiezza, la passione era divampata subitanea, irresistibile, divorante.

      Quando era stato presentato alla baronessa Costanza di Fastalia, in quello splendido pomeriggio di marzo, alla Villa Nazionale, mentre il golfo sorrideva col suo azzurro più puro, e dalla folla festante pareva sollevarsi un sospiro di contento, Andrea Ludovisi aveva sentito come un urto nel vivo cuore. Avrebbe quasi voluto evitarla; un'istintiva paura, un secreto presentimento СКАЧАТЬ