Il Travestimento Perfetto. Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ che scuotevano la testa. Dietro di lei qualcuno bofonchiò qualcosa di appena comprensibile.

      “Di questo passo avremo un altro esaurimento nervoso in stile Olivet.”

      Corinne ruotò su se stessa, pronta a dare una bella lavata di capo anche alla malalingua. Ma prima che potesse identificare il colpevole, Anton si fece avanti.

      “Corinne, per favore…” iniziò.

      “Per favore un corno,” lo interruppe lei. “Ecco cosa succederà adesso. Vado nella mia roulotte a sbollire la tensione. Tu trovi qualcun altro che mi strozzi al posto di Terry Slauson, qualcuno che non mi lasci una contusione permanente alla trachea. E se non ci riesci stasera, allora dovremo andare avanti con le riprese domani. E comunque si sta facendo tardi. E mentre ci lavori, magari puoi dire al tuo staff di tenersi per sé le loro risatine e i loro commenti, almeno fino a che non me ne vado dal set. Sarò anche una stronza, Anton, ma sono la stronza protagonista. Non dimenticartelo.”

      Detto questo, se ne andò in fretta e furia dalla sala di registrazione con la sua assistente Monica che le correva dietro per tenere il passo. Corinne si voltò a guardarla con espressione derisoria.

      “Forse dovresti fare un po’ più di ginnastica, Monica,” la canzonò. “Così non avresti tutto questo fiatone. E poi entreresti meglio in quei pantaloni. Sembra che tieni una fetta di pane nascosta sotto alla cintura.”

      Monica non disse nulla e Corinne rimase soddisfatta. La ragazza era grassoccia, ma imparava velocemente e aveva già capito le lezioni più importanti: fai quello che ti viene detto. Tieni la bocca chiusa.

      Raggiunsero la roulotte di lusso di Corinne, subito dietro allo studio 32, accanto al backlot di New York, agli Sovereign Studios. Corinne aprì la porta, entrò e si voltò a guardare Monica, alzando la mano per vietarle di entrare.

      “Vai a dire ad Anton che ha dieci minuti per trovare un nuovo Predone per la scena. Dopodiché io me ne vado a casa.”

      “Ma signorina Weatherly,” la implorò Monica.

      “L’orologio sta andando avanti,” disse Corinne mostrandole lo schermo del telefono. Poi le sbatté semplicemente la porta in faccia.

      Andò alla sedia del trucco, si sedette e fissò la propria immagine nello specchio. I suoi capelli tinti di biondo apparivano sfibrati. Sotto quella luce violenta, tutte le rughe che aveva tentato disperatamente di nascondere sembravano addirittura brillare. Aveva ancora un corpo atletico, ma era sempre più difficile mantenerlo così. Erano cinque anni ormai che resisteva all’impulso di farsi rifare. Per quanto bravo potesse essere un chirurgo plastico, quando un viso appariva sul megaschermo di un cinema, era quasi sempre facile dire chi avesse richiesto un aiutino in più. Ma forse era davvero giunto il momento anche per lei.

      Molto sarebbe dipeso da questo film. Se andava bene, avrebbe potuto aspettare ancora qualche anno prima di mettersi sotto al bisturi. Se invece si fosse rivelato un flop, il suo futuro prossimo prevedeva una bella dose di limatine e risistemate qua e là. Questo genere di preoccupazioni non le erano mai passate per la testa quando era ancora la nuova e ingenua ragazzina sexy di Hollywood.

      Dopo aver rotto il ghiaccio più di dieci anni fa con la commedia romantica Petali e irascibilità, aveva raggiunto la tanto ambita notorietà nel Predone, il famoso thriller-horror psico-sessuale. Il suo personaggio, Chastity Ronin, era tecnicamente una vittima, ma era anche una tipa tosta che alla fine girava le carte in tavola davanti al suo stalker assassino.

      Il film era un successo sia di critica che al botteghino e, sulla scia di Petali e irascibilità, l’aveva piazzata come vera star emergente. Purtroppo il sequel aveva fatto acqua. Negli undici anni che erano passati i ruoli del film erano diventati meno intriganti, e alla fine avevano perso sostanza. Recentemente si era ridotta a presentare un gioco televisivo in prima serata con bambini di talento che fingeva di trovare adorabili.

      Ma poi aveva trovato quella elusiva pepita d’oro, effettivamente con un po’ di aiuto e la pressione esercitata nel modo giusto. Era in corso un rifacimento del Predone, e la regia era stata affidata a un blasonato regista di horror europeo, Zyskowski, che calzava a pennello con lo spirito fiabesco e sofisticato dell’originale. E Corinne era tornata a recitare nella parte di Chastity. Era roba potenzialmente interessante, il genere di ruolo che poteva riposizionarla in corsa, se tutto fosse andato per il verso giusto.

      Ma c’era gente come Terry Slauson che stava mandando tutto all’aria. Circondata da incompetenti e con un copione che ora stava iniziando a vedere più limitato di quello che inizialmente aveva pensato, il film non le sembrava più tanto un lancio verso il successo. E anche se le piaceva avere il controllo sulle cose, stava iniziando a chiedersi se non fosse stato un errore insistere con lo studio perché assoldassero un regista che lei avrebbe potuto comandare a bacchetta. Se questo affare non fosse andato a buon fine, si sarebbe trovata ridotta a fare film per la TV nello stile di Sharknado.

      Forse avrei dovuto lasciare che scegliessero qualcuno con la forza di volontà di seguire il proprio punto di vista.

      Il suo momento di riflessione introspettiva venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

      “Chi è?” chiese con tono irritato.

      Quella ragazza deve tirare fuori il carattere.

      Si alzò in piedi e aprì la porta della roulotte.

      “Cosa c’è?”

      Sembrava che Monica fosse sul punto di mettersi a piangere.

      “Anton dice che per stasera abbiamo finito. Quando ha detto a Terry che non avrebbe finito la scena, lui ha lasciato il set. L’ho sentito dire qualcosa come di un reclamo da presentare mentre se ne andava.”

      “Che faccia,” ribatté Corinne. “E io presenterò reclamo per come mi ha malmenata.”

      Manica annuì docilmente, chiaramente non intenzionata a mettersi a discutere.

      “Anton dice che non possiamo andare avanti fino a che i produttori non risolveranno…”

      “Io sono un produttore,” ribatté Corinne con tono secco.

      “Penso si riferisse ai produttori dello studio, i tizi dei soldi. Ad ogni modo, ha detto che per stasera abbiamo finito. Il tuo orario di inizio domattina è le nove. Spera di aver già sistemato tutto per allora.”

      “Bene. Tanto ho comunque bisogno di una bella nottata di sonno.”

      Monica annuì. Era evidente che voleva dire qualcos’altro, ma aveva paura di farlo.

      “Sputa il rospo,” disse Corinne irritata.

      “È solo che… serve che le faccia qualcos’altro per questa sera, signorina Weatherly? Speravo di poter andare in farmacia a prendere una ricetta. Chiudono tra venti minuti.”

      Corinne trattenne l’impulso di fare un commento maligno sulla potenziale natura del medicinale che le serviva. Abbassando lo sguardo, vide che la ragazza stava leggermente tremando, apparentemente terrorizzata. Per un brevissimo istante, Corinne si sentì in colpa. Voleva che Monica scattasse sull’attenti davanti ai suoi ordini, ma farla tremare di paura le fece venire in mente che forse aveva un po’ esagerato.

      “Vai pure,” le disse, cercando di non apparire troppo comprensiva. “Ma mi aspetto che domani arrivi qui prima di me, con il mio caffè freddo. Ormai dovresti aver capito come mi piace, no?”

      “Ho СКАЧАТЬ