Non resta che uccidere. Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ priva di conoscenza?” chiese John. “Ipotermia?”

      Adele si voltò a guardare il suo collega, stupita. Ma la sorpresa fu ancora maggiore quando il direttore Foucault rispose. “Sì. L’autista cha l’ha trovata pensava di fare del bene, ma il suo camion era troppo caldo per lei. Il freddo, combinato con il rapido riscaldamento, ha creato i suoi danni. Ora si trova in ospedale, priva di conoscenza, attaccata all’ossigeno. Sperano di recuperarla, ma la situazione non è delle migliori.”

      “È stata trovata mezza nuda e ricoperta di piccoli tagli, il che significa che si trovava nella foresta e che scappava da qualcosa. Da che cosa?” chiese Adele.

      Il direttore Foucault scosse la testa e picchiettò con un dito sulla foto che mostrava la ragazza americana sorridente. “Tutto quello che abbiamo è la storia che ci ha raccontato il camionista. Dice che continuava a parlare di un lui. Una qualche persona, un qualche uomo, che la stava inseguendo. Qualcuno le aveva messo addosso la paura di Dio Onnipotente stesso.”

      “Non sapevo che lei fosse un uomo religioso,” disse John, inarcando un sopracciglio.

      Adele sussultò dinnanzi a quel commento poco delicato.

      Foucault, che aveva più esperienza di Adele nel gestire John, lo ignorò del tutto. “Continuava a dire che ce n’erano degli altri,” continuò il direttore. “Questa è la parte che ci preoccupa. Ed è uno dei motivi per cui è stato richiesto l’intervento dell’Interpol.” I suoi occhi si spostarono su Adele. “Continuava a dire che li avrebbe uccisi tutti. Questo almeno in base a ciò che ci ha detto il camionista.”

      Per un breve momento, Adele ricordò il taccuino di suo padre. Scritte, appunti, registrazioni di seconda mano di ciò che sua madre aveva detto. E ora, di nuovo, il camionista che faceva da portavoce per il fatto che una ragazza priva di conoscenza non poteva raccontare la cosa in prima persona. La voce di una vittima. I suoi indizi si sarebbero rivelati inutili come erano stati fino a questo punto quelli di suo padre?

      “Altri. Quanti altri?” chiese John.

      Foucault scrollò le spalle. “Non lo sapeva. Non l’ha detto. Speriamo che lei si svegli e possiate chiederglielo direttamente. Ma per ora non farei affidamento su una sua possibile ripresa.” La sua voce si fece nuovamente cupa. “È messa male.”

      Adele si spostò, passando dall’altro lato di John e guardando fuori dalla finestra verso le strade sottostanti. Molti edifici erano ancora punteggiati di luci accese, dato che Parigi non era il genere di città in cui si andava a letto presto.

      “La ragazza: cosa sappiamo di lei?”

      “Amanda Johnson,” disse Foucault. “Ventuno anni. Una studentessa universitaria americana che era andata a passare le vacanze estive in Germania con alcuni amici. Si è divisa dal gruppo dopo un mese di viaggio per proseguire da sola. È scomparsa. È sparita dal radar e nessuno l’ha più vista.”

      Adele sentì un lento brivido risalirle la schiena. “Amanda,” disse sottovoce. “È qui dall’estate? da mesi?”

      “Cinque mesi,” disse il direttore Foucault. “Era scomparsa da cinque mesi.”

      John restituì la foto a Foucault. “Cosa ci ha fatto con loro? Con lei? Per cinque mesi? Segni di aggressione sessuale?”

      Il direttore sembrava ancora preoccupato, ma a questa domanda la sua espressione si alleggerì, anche se solo di poco. “Non evidenti. Non sembrano esserci segni di alcun genere.”

      Ora Adele stava scuotendo la testa. “Nessuna aggressione sessuale? Ma lei non è riuscita a dire nient’altro? È sparita mesi fa, e a quanto pare ne sono scomparsi anche degli altri? Amici? Quelli che viaggiavano con lei?”

      Foucault scosse la testa. “No. Gli amici sono stati tutti rintracciati. Ma la Foresta Nera in Germania, le senti anche tu le storie,” disse scrollando le spalle.

      “Quali storie?” chiese John.

      Questa volta fu Adele a rispondere. “Sparizioni. Alcuni parlano di rapimenti, altri di incidenti. Qualsiasi sia il caso, ci sono un sacco di denunce di persone scomparse in quella zona. Ho seguito un caso lì in passato: alla fine l’abbiamo trovato morto. Comunque, le varie voci e storie ti restano addosso.”

      Foucault fece schioccare la lingua. “Almeno è quello che dice la gente del posto. Non lo so. È tutto quello che sappiamo. John, sono serio: comportati bene. Non posso coprirti un’altra volta.”

      John alzò le mani in segno di resa. “La sento forte e chiaro.”

      Adele tentò di non sospirare troppo forte. L’ultima volta che erano stati in Germania insieme, John aveva lanciato l’attrezzatura di una troupe televisiva in un burrone. Gli era quasi costato il suo lavoro. Dopo una serie di revisioni dei fatti, era stato reinserito la scorsa settimana, ma stava camminando sul filo del rasoio. Un altro incidente si sarebbe potuto rivelare fatale per la sua carriera, se non addirittura per la sua libertà.

      “Partiamo stanotte?” chiese Adele.

      “Subito,” disse Foucault. “I biglietti sono prenotati. Gli autisti vi stanno aspettando. Buona fortuna a tutti e due. Questa è proprio brutta.” Si interruppe e il suo contegno si incupì. “Me lo sento. C’è qualcosa che non va in questa faccenda.”

      “C’è qualcosa che non va in tutti i casi che ci capitano,” disse John.

      Il direttore annuì e agitò una mano, sospirando. “Forse. Buona fortuna.” E con queste parole, li invitò ad andare verso la porta.

***

      Un altro aereo, un altro viaggio. Adele aveva preso un libriccino dalla libreria dell’aeroporto per il volo, ma ora si trovava a ignorarlo e l’aveva infilato nella tasca elastica sullo schienale del sedile davanti a sé.

      John, accanto a lei, stava russando. Era abilissimo ad addormentarsi ovunque andassero. Si voltò a guardarlo, percorrendo con lo sguardo il suo petto muscoloso e passando poi al finestrino, scrutando infine il buio della notte. Spostarsi, spostarsi. Da un posto all’altro. Il cielo in sé non cambiava mai molto. Le nuvole sopra alla Francia erano le stesse che c’erano sopra alla Germania.

      Anche gli assassini erano gli stessi.

      Francesi o tedeschi: la devastazione che causavano era identica.

      Adele incrociò le braccia, ma rimase voltata verso John, fissando la notte al di là del suo petto, sistemata per le poche ore di volo che la separavano dalla Germania.

      CAPITOLO CINQUE

      Adele si svegliò sentendo bussare delicatamente alla porta della sua stanza di motel. Sbuffò, stiracchiandosi e sentendo la scomodità della notte che le aveva rattrappito il corpo. La comodità del piccolo motel dove erano stati scaricati, vicino all’aeroporto di Zurigo, era perfettamente rispecchiata dai rumori che vi si sentivano. Tutta la notte era stata scossa dal rombo dei motori degli aerei in partenza e in arrivo. E se non erano quelli, ci pensava il termosifone rotto, che sputava nella stanza un flusso d’aria appena tiepido e che aveva fatto rumore per tutta la notte. Adele dava sempre importanza alle sue ore di sonno, ma era anche una che si vantava spesso di svegliarsi prima che la sveglia suonasse.

      Con frustrazione, si rese conto di non aver sentito il timer del telefono.

      Un altro delicato colpo alla porta. “Arrivo,” disse.

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