Gloria Primaria. Джек Марс
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Gloria Primaria - Джек Марс страница 3

СКАЧАТЬ brezza cessò. Accadeva spesso quando il sole tramontava. Il calore si stabilizzò come se qualcuno avesse premuto un interruttore.

      Il sicario riportò il mirino leggermente a sinistra.

      Devi dirlo a Stone.

      Il pensiero sorse spontaneo, da una profondità oscura illeggibile nella sua mente. Cosa dovrei dire a Stone? Che negli ultimi minuti della sua vita, un morto che camminava si fosse lasciato andare a qualche pio desiderio di far processare il presidente degli Stati Uniti in un tribunale di islamici fondamentalisti? Ridicolo.

      Non c'era bisogno di farlo sapere a Luke Stone. Luke Stone pensava che il sicario fosse morto. Tutti pensavano che l’ex Murphy fosse morto. Era una buona cosa che tutti lo credessero morto.

      Scacciò l'idea. Non c'era niente da dire. Nient'altro che inutili chiacchiere.

      Si concentrò di nuovo sul patio.

      Non avrebbero visto niente da laggiù. Non avrebbero sentito niente. Non avrebbero potuto dire da dove era giunto lo sparo. All'inizio avrebbero pensato che fosse partito da vicino, ma non era così. La sua mente fece un rapido calcolo.

      Velocità del proiettile, circa 930 metri al secondo. Distanza, presumibilmente, 800 metri. Perdita di potenza… beh, non era uno studioso di balistica. Diciamo solo che un secondo intero dopo aver premuto quel grilletto, si sarebbero scatenati paura, confusione e caos.

      Poi, un attimo dopo, sarebbe iniziata la caccia.

      "Sei pronto?" disse il sicario. "Sei pronto a portarmi via da qui?"

      "Sì", disse Ferjal, con un tono serio. Il sicario poteva sentire il corpo del ragazzo irrigidirsi.

      "Ho il via libera?"

      “Ho il potere di darti il via libera sin dall'inizio. Puoi sparare quando sei pronto".

      Adesso non c'era nessun altro oltre ad Aahad. La sua faccia era al centro del mirino. Aahad stava parlando. Stava parlando a qualcuno dell'accordo, di come si sarebbe verificato.

      Aahad era intelligente ed esperto. Sapeva il fatto suo. Era furbo. Era spietato. In tutti questi anni era rimasto vivo e un passo avanti ai suoi nemici.

      La luce della torcia gettava il suo riflesso rossastro sul viso di Aahad.

      Non avrebbe potuto presentarsi un momento migliore, nemmeno se il nostro uomo avesse potuto pianificarlo nel dettaglio.

      Il tiratore sussurrò qualcosa a bassa voce.

      Inspirò ed espirò di nuovo.

      Premette il grilletto. L’arma scattò verso la sua spalla.

      Ci fu un debole suono sordo.

      Il proiettile volò nell'aria.

      Abdel Aahad era un uomo intelligente e un avversario pieno di risorse.

      Ma ora non più.

      Pochi secondi dopo l’uomo il cui nome non era Murphy correva accucciato, con la mano stretta attorno alla spalla del ragazzo, con il favore del buio.

      CAPITOLO DUE

      Ore 17:55 del fuso orario della Costa Orientale

      Contea di Queen Anne, Maryland

      Sponda orientale della baia di Chesapeake

      "Venerdì sera", disse Luke Stone.

      Luke e Becca si sedettero al tavolo del patio. Il sole stava tramontando sulla baia, in un tripudio di rosso, giallo e arancione. Era una serata fresca e frizzante. Gli alberi cominciavano a cambiare le foglie. Luke adorava quel periodo dell'anno. Indossava una maglietta sottile e dei jeans, lasciando che la brezza gli facesse venire la pelle d'oca. Becca indossava un pullover di pile giallo.

      Becca sospirò contenta. "Venerdì sera", disse in tono di conferma. Fecero tintinnare i bicchieri, come a brindare a quel programma.

      Avevano appena cenato, avevano ordinato pizza da asporto da un locale piuttosto rinomato. Luke era al terzo bicchiere di vino rosso.

      Il bambino dormiva in grembo a Becca, avvolto in un pile azzurro, con un berrettino di maglia e una coperta.

      Ah, il bambino.

      Gunner aveva già cinque mesi. Stava crescendo a passi da gigante. La sua testa era enorme e ricoperta di folti riccioli biondi. Aveva penetranti occhi azzurri, era molto forte e riusciva già a tenere su da solo quel testone gigante.

      Osservava e gorgogliava, come se non vedesse l'ora di parlare. E amava giocare a bubusettete. Poteva giocare per ore e ore e ridere di gioia ogni volta.

      Tutto per lui era motivo di mistero e di incanto. Proprio l'altro giorno, Luke aveva detto ad alta voce "Gunner" e poteva giurare che il bambino si fosse voltato a guardare, come se avesse riconosciuto il suo nome.

      La vita era bella.

      "Dovrei portarlo dentro", disse Becca. “Inizia a fare freddo”.

      Luke annuì. "Penserò io a sparecchiare. Rimarrò qui ancora un po'".

      Becca fece il giro del tavolo, lo baciò sulla fronte e poi si incamminò su per la collina verso la casa, tenendo il bambino in braccio. Luke la guardò allontanarsi.

      Trovarsi lì era idilliaco. Gli dispiaceva doversene andare.

      Gli era stato concesso un mese di ferie. Era un regalo da parte di Don Morris. Don aveva deliberatamente rallentato l'operazione di investigazione in merito agli eventi che avevano avuto luogo sulla piattaforma petrolifera artica Martin Frobisher.

      Alla fine, proprio la settimana precedente, Luke era stato sollevato da tutti gli incarichi, aveva ricevuto un encomio dall'agenzia per la Frobisher, e probabilmente ne avrebbe ricevuto un altro in segreto per aver disinnescato la bomba nucleare di Zio Joe. L'incidente di Zio Joe, come lo chiamerà un giorno la storia, era stato classificato come Top Secret per i successivi settantacinque anni.

      Ma tutte le cose belle finiscono, compresa quella sospensione dal servizio. Luke era atteso al quartier generale dello Special Response Team il lunedì successivo, molto presto al mattino. E ciò significava che quello era il loro ultimo fine settimana in quel casolare, un bellissimo posto antico che era appartenuto alla famiglia di Becca per più di un secolo.

      Era un edificio rustico. Era piccolo e chiaro che fosse stato costruito alla fine del diciannovesimo secolo per persone minute, non nel ventunesimo secolo per persone alte come Luke Stone. I soffitti erano bassi. La scala al secondo piano era stretta. Le assi del pavimento scricchiolavano. La porta della cucina aveva una molla troppo tesa e, se la lasciavi andare, si chiudeva sbattendo con forza ogni volta.

      Luke adorava quel posto. Forse era il suo posto preferito al mondo.

      Adorava che si trovasse sul mare e amava la vista panoramica sulla baia di Chesapeake che si poteva vedere dal promontorio. Niente avrebbe potuto batterlo.

      Sospirò. Bisognava tornare alle miniere di sale. Beh, anche quello poteva andare.

      Il suo cellulare squillò.

      Diede СКАЧАТЬ