Название: Dedicato A Sara
Автор: Marco Fogliani
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Биографии и Мемуары
isbn: 9788835414926
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“ Allora lei non sa come sta Rintintin?”
“ Oh, si che lo sa. Mi stava giusto raccontando di come ha conosciuto il dottor Beltrami e di come gli sia piaciuto il suo cane.” Senza farsene accorgere dalla ragazza, la signora mi faceva cenni di stare al gioco. Non era difficile, perché ricordavo bene i miei incontri col signor Beltrami alla villa. Provai una bella sensazione nell’alimentare un sogno che tramite Clara riempiva di vita quella casa e quella famiglia.
“ Già, davvero un bel cane quel pastore tedesco.” Mentre lo dicevo lo pensavo anche. Un pensiero nuovo che non mi aveva mai sfiorato in precedenza, visto che i cani e gli animali in genere mi erano sempre stati indifferenti.
“ Sa, era nostro anche lui, prima. Ma poi non abbiamo potuto portarli qui tutti e quattro, e per fortuna il dottor Beltrami si è tenuto Rintintin. Ma adesso basta parlare di cani, Clara: fai vedere al signore la tua raccolta di cartoline, che è molto più interessante.”
Erano disposte in tre raccoglitori per fotografie, molto curati. Quello più piccolo conteneva quelle che non provenivano da Aristide o che non erano indirizzate a Clara, ma che comunque coinvolgevano la famiglia. Di quelle di Aristide ce n’erano due album, uno per l’Italia ed uno per il resto del mondo.
Alcune erano fuori misura, ed avevano richiesto tagli o adattamenti all’album per poterle contenere. Tutte erano corredate da quella che doveva essere stata una didascalia leggibile, ma che al momento sembrava solo una strisciolina di plastica incolore. Doveva però aver mantenuto il rilievo, perché lei passandoci sopra col dito riusciva a descrivermi con esattezza ognuna di esse anche senza guardarle. O forse le conosceva tutte a memoria.
“ Queste sono le Dolomiti. E questo è il duomo di Milano. Sono tutte belle, ma a me piace soprattutto questa di sughero.”
Era davvero un gioiellino: una sottile foglia di legno disegnata con gli sgargianti colori di un costume tipico sardo.
Quelle cartoline dovevano avere per quella famiglia un valore ben maggiore del semplice interesse che comunque suscitavano in me. “Sa, le ha conservate proprio tutte, dalla prima che ha ricevuto”, mi spiegò la madre.
“ Sì, tranne quella tutta nera con su scritto ‘Roma di notte’. Quella era di pessimo gusto, e quando è arrivata l’ho stracciata in mille pezzettini.” Un velo di tristezza era calato su di lei, chiarendo inequivocabilmente il fatto che, al momento di riceverla, i suoi occhi avevano già iniziato a perdere colpi.
Le cartoline erano interessanti, il tè era buono e la compagnia piacevole, nonostante le storie tristi di sfortune e di malanni che ebbi modo di ascoltare. Arrivò la sera senza che me ne accorgessi, e mi resi conto che avrei interferito coi piani della cena se non avessi tolto il disturbo. Pensavo che sarei tornato presto a portare altre cartoline, ma mi sbagliavo. Probabilmente questo Aristide ha un lavoro che non gli consente più molte vacanze e molti viaggi, e comunque non in tutti i mesi dell’anno. Così ho pensato di scriverle io, o di scrivermi, se preferisci. Una piccola bugia che come vedi non fa male a nessuno.
Vedo, vedo. Vedo però che sei sistemato abbastanza male anche tu, perché forse ti sei innamorato e non te ne sei accorto, o non sai cosa fare. Se no perché voler tornare a casa loro a portare le false cartoline di un altro? Piuttosto che una grande sensibilità o commiserazione, non sarà la timidezza che ti impedisce di scrivere direttamente al loro indirizzo firmandoti col tuo nome?
Sai che ti dico? Quasi quasi ti faccio io un bello scherzetto. Mi procuro il loro indirizzo e gli mando una cartolina a nome tuo. Sceglierò la più bella che trovo, naturalmente: aspetta solo il mio prossimo viaggio.
Vediamo come la prendono. In fondo anche questa sarebbe una piccola bugia che non può far male a nessuno. In fondo sarebbe comunque solo una cartolina in più per la collezione di Clara.
EPITAFFIO
14/10/2015
Ciao Sara
E' passata una vita da quando, più di trent'anni fa all'università, ti ho conosciuta.
E' passata una vita da quando l'amore è entrato per la prima volta dirompente nella mia esistenza, accendendo su di essa una luce, un faro; facendomi conoscere i suoi miracoli e regalandomi gli istanti più belli e indimenticabili. Ti ho voluto bene più che a me stesso.
E' passata una vita da quando, forse vent'anni fa, abbiamo dovuto lasciarci.
E' passata una vita, ma l'amore, come un tesoro di famiglia, è rimasto.
E' passata una vita da quando, forse l'altro ieri, hai smesso di soffrire e te ne sei andata.
E' passata una vita, ma per me nulla cambia e cambierà tra noi.
Ciao Sara
SARA CAGNUCCI
(6/5/1964 - 14/10/2015)
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