Non Rianimare. Charley Brindley
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Название: Non Rianimare

Автор: Charley Brindley

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Зарубежная фантастика

Серия:

isbn: 9788835409762

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      Prima che me ne rendessi conto, era passata un'ora.

      “Charley Eye! Dove sei?"

      Oh no! La mamma. Le uova!

      "Vengo, mamma."

      "Cosa ci fai lassù?"

      Misi via l'iPad, lo riposi nella scatola e lo nascosi nel di fieno.

      "Cerco le uova."

      "Le galline non possono salire lassù."

      Scesi dalla scala. "A volte volano quassù."

      "Si? Allora raccogli che le uova che trovi lassù, così posso finire di preparare la cena. Tuo padre tornerà a casa presto.

* * * * *

      Mentre mangiavamo sulle gradinate, Patsy, Melody e io abbiamo parlato delle lezioni che condividevamo. Melody e io avevamo la stessa classe di inglese. Tutti e tre eravamo insieme in quella di storia e di Spagnolo. Patsy e io avevamo in comune le lezioni di scienza.

      "Possiamo studiare la storia insieme, dopo la scuola." dissi.

      "Perché no?" Melody si strinse forte il bavero del cappotto a causa del vento freddo. "Sarebbe molto più facile se noi tre studiassimo insieme."

      "E’ vero – mugugnò Patsy – Mi imbatto sempre in parole che non capisco."

      "Va bene – dissi –Dove ci riuniamo?"

      "Io e Patsy siamo vicine di casa, quindi forse da me o da lei.”

      "Per me va bene.” dissi.

      "Chiederò alla mamma se possiamo studiare a casa mia – disse Patsy – Ma credo che ci darà il permesso.”

      "Che freddo!" Piegai il mio sacchetto da colazione marrone vuoto e me lo infilai nella tasca dei calzoni..

      "Hai freddo?" chiese Melody.

      "Sì, comunque ok."

      "Va bene, d'accordo."

      "Faremmo meglio ad andare – dissi- L’intervallo per il pranzo è quasi finito."

      Mentre camminavamo verso l'edificio scolastico, dissi. "Ehi, guarda questo."

      Corsi verso l'asta della bandiera, la afferrai con la mano sinistra, mi girai in aria, poi mi afferrai più in alto con la mano destra. Poi salii in aria, muovendo i piedi come se stessero salendo su un muro. Quando fui in verticale feci finta di nuovo di camminare per aria, poi balzai giù.

      "Wow!– disse Patsy – Dove l'hai imparato?"

      Avevo notato che dei ragazzi si erano fermati a guardare. "Um … è solo qualcosa che ho imparato nel nostro cortile."

      "È stato davvero … fantastico!” esclamò Melody.

      "Così bello che mi ha fatto venire i brividi!” aggiunse Patsy.

      Ridemmo, poi ci affrettammo verso la porta della scuola mentre suonava la campanella.

* * * * *

      Il giorno dopo a pranzo, mi sedetti con Patsy e Melody sulle gradinate.

      "La mamma ha detto che possiamo studiare a casa mia – esordì Patsy – Vuole che tu e Melody veniate a cena domani sera, poi possiamo usare la sala da pranzo per studiare."

      "Fantastico! – dissi – A te va bene, Melody?"

      "Sì, ci sarò. Possiamo dedicarci anche allo spagnolo? ”

      "Sicuro. Qual è il tuo indirizzo, Patsy? – le chiesi – Dirò a mio padre di venire a prendermi verso le nove di domani sera. Me lo detti?"

      Mi dettò il suo indirizzo e io lo scrissi sul mio sacchetto del pranzo.

      "Torni a casa con noi domani?" chiese Patsy.

      Ci pensai un attimo mentre scrivevo il suo indirizzo. Non mi dispiaceva camminare, ma mi sembrava un peccato, dato che lo scuolabus si fermava proprio davanti a casa sua.

      "Va bene."

* * * * *

      Il giorno seguente dopo la scuola noi tre c’incamminammo a piedi verso la casa di Patsy.

      "Aspetta un minuto.” dissi.

      Patsy e Melody si fermarono e si voltarono verso di me.

      "Ma…stai aspettando l'autobus numero tre."

      "No! – esclamò Patsy. "Preferirei camminare."

      “Se te la fai a piedi tutti i giorni, Ember gongola. Lo sai. "

      "Non mi interessa se gongola. Odio quella canzone. "

      "Anche noi possiamo cantare.” dissi.

      Melody sorrise e annuì.

      "Non …" iniziò Patsy.

      "Che ne dici se cantiamo una canzone diversa?"

      "Quale canzone?"

      Gli spiegai a cosa stavo pensando. Quindi ci unimmo alla fila di ragazzi che aspettava di salire sull’ autobus numero tre. Ember era davanti a noi, che parlava e rideva con le sue amiche. Non ci vide.

      L'autobus si fermò e tutti si misero in fila. Eravamo gli ultimi.

      "Ehi! – gridò Ember – Guarda chi c'è, i tre tontoloni!"

      Tutti si misero a ridere.

      Patsy e Melody si sedettero vicine. Io mi sedetti davanti a loro. Non appena l'autobus si mosse, Ember cominciò a cantare..

      "Pee Wadley Patsy …"

      Cominciai a cantare anch’io e Patsy e Melody si unirono a me.

      "Non ieri sera, ma la sera prima, ventiquattro ladri sono venuti bussando alla mia porta …"

      Ember alzò la voce nel canto, e così fecero le sue amiche.

      Ci mettemmo a cantare la vecchia canzone della corda per saltare, a un volume ancora più forte. Altre ragazze si unirono a noi.

      Ember si alzò in piedi. "Pee Wadley Patsy …"

      Ci alzammo in piedi anche noi e ricominciammo la canzone dall’inizio. Ben presto, metà dell’autobus era in piedi e cantava con noi.

      Ember alla fine si sedette e incrociò le braccia, fissandomi di brutto.

      Dieci minuti dopo, quando l'autobus si fermò davanti alla casa di Patsy, io scesi con loro. Quando passai davanti all’autista, quello mi sorrise.

* * * * *

      "Era davvero un ottimo stufato, signora McCarthy."

      "Grazie, Charley."

      Passai il pane a Patsy, che lo passò a Melody senza prenderne neanche un pezzo per sé.

      Dopo pranzo chiesi al signor McCarthy del suo lavoro.

      “Lavoro СКАЧАТЬ