Название: Come Una Preghiera
Автор: Diego Maenza
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Драматургия
isbn: 9788835403630
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Ho deciso di fare un bagno. Mi sento sporco, e non solo a causa delle mie ascelle sudate, ma per i pensieri lubrichi che covo dentro. Prima di salire sull'altare devo essere purificato. Una bella doccia fredda mi aiuterà a raffreddare i miei istinti, e mi accingo ad insaponarmi. Risciacquo anche l'anima con la preghiera.
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L’autunno si avvicina e le sue avvisaglie sono già nell’aria. Chiunque può sentirle, ma sono soprattutto gli animali ad accorgersene, a causa dei loro sensi affinati dalla natura. Quindi Tomas, contrariamente a quanto pensa il ragazzo, ne riconosce i segni meglio di chiunque altro. Ne aspira l’indecifrabile aroma che si spande sul terreno dietro il mandorlo. Ecco perché marca frequentemente il suo territorio. Capisce che l’estate è sul finire dalle macchie di umidità alle radici dell’albero. L’autunno emerge dalle profondità della terra e inonda il mondo con la sua essenza.
Gli antichi affermavano che il petricore era il sangue degli dei, l'essenza che scorreva nelle sue vene. Oggi non è altro che un odore strano che di tanto in tanto, in quel breve attimo che riusciamo a percepirlo, ci provoca quasi un leggero fastidio, senza renderci conto che è ed è sempre stato, dalla notte dei tempi, il vero sudore di Madre Terra, la sua vera essenza che scaturisce dalle profondità degli abissi.
Ma Tomas lo capisce. Il suo naso non si è consumato al punto che il mondo gli è indifferente. Sa ancora riconoscere gli odori. Qualcosa gli è rimasto, della sua lunga vita da cane. Per questo improvvisamente smette di urinare sotto il mandorlo e si ferma in atteggiamento di punta, come non faceva da tempo, sulle foglie bagnate che formano un tappeto naturale. Il suo olfatto ha percepito l’aroma quasi mistico del cambiamento di stagione. E si mostra grato alla nuvola che si allontana facendo spazio al sole, permettendogli di riceverne i raggi luminosi sul corpo.
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Al mercato ho incontrato un vecchio amico. Abbiamo fatto quattro chiacchiere. E’ stato bello, ma è durato troppo poco.
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La signora Salomè è arrivata mentre ero fuori. Mi spiega, per giustificarsi, le sue difficoltà. Le dico di non preoccuparsi, che capisco la situazione, e di prendersi una settimana di ferie. Lei insiste per prepararmi il pranzo di oggi come ricompensa per la mia comprensione. La lascio fare. Mentre lei cucina mi chiudo nella mia stanza e tiro fuori dal suo nascondiglio segreto una bottiglia di vino. Comincio a bere, a lunghi sorsi.
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Ho bevuto la bottiglia per metà e la lascio in bella vista sul comodino. Il vino ingerito mi provoca una leggera sensazione di vertigine che forse potrei eliminare con una tazza di caffè. Imploro una mezz’ora di tempo per farmi una doccia, ma la signora Salomè mi dice che il pranzo è in tavola. Ho inghiottito la zuppa con un leggero mal di stomaco. Il suo calore però, un po’ attenua quel senso di vuoto, e quella pessima sensazione di amaro causato dal bere. Mi alzo dal tavolo mentre il ragazzo sta ancora mangiando e mi rintano in camera mia con una gran voglia di dormire.
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Ho aperto gli occhi, e la prima immagine che vedo è quella del mondo. La mia ubriachezza non è adatta per scrutare le luride delizie del tuo giardino, Signore. Immagino il corpo nudo del ragazzo con vera lussuria e poi ripiombo nel sonno. Quando mi sono svegliato ho notato che la tavola destra del trittico era spostata. Ho capito che qualcuno è entrato in stanza, mentre dormivo, e che si è messo a guardare il dipinto. Alla signora Salome è vietato entrare nella camera da letto e finora mi ha sempre obbedito, quindi il mio unico sospetto ricade sulla curiosità del ragazzo. Non mi arrabbio, ma non mi piace nemmeno la sua intrusione. Poi, sento il rivolo pastoso che mi ha macchiato le mutande durante il sonno.
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Oggi c’era meno gente in chiesa, rispetto a ieri. Per dispetto, la mia omelia è stata più lunga.
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L'ultimo libro della Bibbia annuncia un inferno pieno di fuoco e zolfo, come condanna per coloro che trasgrediscono agli insegnamenti del Signore. Un inferno di tufo e di vapori puzzolenti sarebbe un tormento insopportabile anche per un’ anima qualsiasi, immune alle tentazioni del corpo. Vado in bagno, e defeco con difficoltà e dolore. Il mio sfintere espelle una nuvola di gas, che, uscendo, fa un rumore acuto. Puzza, e sulla scia del miasma mi soffermo a immaginare come deve essere l’inferno mefitico e saturo di effluvi fetidi, di cui parla la Bibbia. Ma il solo odore del mio peto mi dà la nausea. Socchiudo la porta per far circolare l’aria e disperdere i miasmi dei miei escrementi, quel fetore acido che è uscito dal mio corpo.
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Tomas mi annusa una gamba, sicuramente ha notato l'odore di bagnoschiuma sulla mia pelle, dopo il bagno. Inizia a grugnire di brutto. Mi afferra per la stoffa dei calzoni del pigiama e me li strappa, dopo averli imbrattati di saliva. Cane cattivo. Ora lo vedo allontanarsi, fiero della sua cattiveria Mi tolgo la vestaglia e mi ritrovo nudo davanti allo specchio. Non posso resistere a farmi una carezza sul pube, accanto ai testicoli. Un brivido di eccitazione mi scuote. Il mio pene va in erezione e diventa viola. A quella vista mi allontano dallo specchio, con orrore. Prendo un altro pigiama e mi impongo di pensare ad altro.
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Il sinedrio dei sensi accoglie con favore la proposta di tradire l'anima.
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Gli tolgo la camicia con una serenità che sento estranea. Eppure sono mie, le mani che lo stanno spogliando. Lo giro, e sollevo il suo sedere verso la mia faccia, arrossendo di piacere. Gli accarezzo la schiena che sicuramente gli brucerà per il contatto pungente col mentolo. I suoi polmoni possono già sentirlo, ne sono sicuro, perché le mie mani si raffreddano, mentre lo accarezzo. Contemplo per l'ultima volta il suo culo perfetto da giovane maschio alpha. Lo giro con la faccia verso di me. Prendo ad accarezzarlo anche sui magnifici pettorali e godo al vedere i suoi timidi capezzoli ergersi senza paura. Il forte aroma di eucalipto m’invade.
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Stamattina dormono l’uno vicino all’altro sul letto, al rumore della pioggia che scroscia e invade la strada. Stanotte padre Misael non ha subìto l’incubo della lama del coltello, né il giovane Manuel quello della bestia. Forse, se ne sono liberati per sempre.
Ormai, è l’alba di un nuovo giorno. La pioggia porta via con sé tutti i fetori del vicolo del biliardo, e li raggruppa in fondo, ai lati del marciapiede. L'acquazzone ripulisce anche l'antico albero nel cortile. Qualcuno ancora crede che, durante la stagione delle piogge, è Dio che piange su tutti i peccati dell’umanità. Ma forse l’immagine più calzante non è quella lirica della pioggia di lacrime divine, bensì quella di uno scroscio di urina fetida che si abbatte su di noi, proprio come quella che sta facendo Tom in questo momento ai piedi del vecchio mandorlo.
Lacrime o urina che sia è sempre acqua, e piomba sul mondo direttamente dallo spirito di Dio.
GIOVEDI
Caldo e freddo
…sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra.
Sono scosso da una scarica di eccitazione che mi parte dalla nuca e lentamente s’irradia per tutta la schiena. I miei tendini СКАЧАТЬ