Il Cielo Di Nadira. Mongiovì Giovanni
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Читать онлайн книгу Il Cielo Di Nadira - Mongiovì Giovanni страница 14

Название: Il Cielo Di Nadira

Автор: Mongiovì Giovanni

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Исторические любовные романы

Серия:

isbn: 9788893985512

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СКАЧАТЬ ti basterà tutta la notte per saziare la tua vista.»

      E rivolgendosi a Nadira:

      «Può bastare così, sorella.»

      Dunque Salim intervenne:

      «No, ragazza, aspetta un momento! E tu, Umar, impazzirei se non ti chiedessi una cosa.»

      «Di’.»

      «Non vedo schiave negre in questa casa, eppure ogni uomo che si rispetti ne ha almeno una. Verrai con me fino alla mia città, porterai con te tutti gli uomini che vorrai, tanti quanti ne ritieni necessari, quindi riempirò le braccia di ognuno, e coprirò la groppa di ogni cavallo o dromedario che avrai con te di tutto ciò che sembrerà bello ai tuoi occhi… e ti darò pure una schiava negra. Sono un uomo molto facoltoso e nobile di sangue; non rinunciare, fratello! Diranno di te grandi cose, e per certo ti intitoleranno una moschea.»

      Le orecchie di Umar, all’udire quell’offerta eccessiva, fischiarono e la sua testa divenne leggera, vuota, persa nella confusione di ciò che quello gli proponeva. Tuttavia Umar pensò bene di bloccare ogni trattativa sul nascere, immaginando quale potesse essere la natura della contropartita.

      «Non mancherò di rispetto al mio Qā’id facendomi rendere ricco da qualcun altro.»

      Nadira allora uscì definitivamente dalla stanza, pur se rimase con le altre donne in un punto in cui avrebbe sentito senza essere vista.

      Salim tornò a sedersi, umiliato da quel rifiuto. Dunque, lisciandosi la barba, disse lentamente:

      «Un giorno, quando mio figlio era ancora un bambino, lo vidi giocare con alcuni robā’i37 d’oro; li usava come se fossero piccoli blocchetti di legno, facendone pile e lasciandoli cadere. La serva, contrariata, gli gridava dietro come una forsennata, intenzionata a farglieli deporre. Infine mi ci avvicinai io, tirai dalle tasche alcune monete di vetro colorato e gliele proposi in cambio di quelle d’oro. Il bambino accettò prontamente lo scambio.

      Ecco, tu, mio caro Umar, sei come quel bambino, disposto a rinunciare ad un offerta d’oro pur di accontentarti di semplice vetro colorato.»

      «Col vetro colorato la gente ci compra il pane!» esclamò Umar, infastiditosi per quel giro di parole usato allo scopo di offenderlo.

      «Ma tu non vorrai restare per sempre un uomo da vetro colorato… Hai in casa qualcosa che vale più dell’oro… e credimi se te lo dico, il tuo Qā’id non ti sta rispettando per niente!»

      «Mia sorella appartiene già ad Ali ibn al-Ḥawwās!» alzò i toni Umar, mettendosi in piedi e puntando il dito su Salim.

      «Il “Demagogo”, colui che ammalia il suo popolo con semplici parole… Ha una dote, è certo… e io non saprei fare di meglio. Ma comprendi, fratello, che ibn al-Ḥawwās è capace di offrire solo parole? Solo monete di vetro colorato!»

      «Pagherà il prezzo di Nadira quando potrà averla.»

      «Io ti offro di più e senza neppure chiederti di averla. Sinceramente l’amor carnale mi appaga meno dell’oro e del piacere di spenderlo.»

      Umar si trovò spiazzato; possibile che quello non intendesse ciò che pensava sin dall’inizio della seconda proposta?

      «Spenderlo come, in questo caso?» chiese.

      «Non penserai che creda che la bellezza di Nadira si fermi ai suoi occhi? E questo deve averlo capito anche il tuo Qā’id, altrimenti si sarebbe limitato a guardare. Ciò che tua sorella nasconde sotto il velo dev’essere per certo degno dei suoi occhi, ne sono sicuro. Ti chiedo solo che lei balli per me, stasera, in questa stanza.»

      Umar sentì un fuoco salirgli nelle orecchie. Quello sfidava la sua gelosia come se il suo ruolo di protettore della ragazza valesse nulla.

      «Jamal, fa’ dono del medaglione che porti al collo al mio amico!» comandò Salim ad uno dei suoi, credendo ancora di poter comprare Umar.

      Quello si alzò e infilò al collo del padrone di casa il grosso medaglione.

      Umar quindi lo avvicinò alla vista per analizzarlo: si trattava di un oggetto molto costoso, ben intagliato, ben inciso e molto pesante.

      «Così ti noteranno tutti, fratello!» commentò Salim, sorridendo.

      Tuttavia Umar si tolse il cimelio e lo lasciò cadere sul piatto del pane.

      «In questa casa non si è mai suonato o ballato!» concluse perentorio.

      «Jamal nel suo bagaglio ha un mizud38 e sa suonarlo bene.»

      Nadira, al di là della porta, restava sbigottita da quelle richieste e immaginava già, così come immaginavano Jala e Ghadda, che presto Umar sarebbe andato in escandescenza.

      «Jamal sarà allora felice di suonare alla presenza delle tue concubine.» rispose proprio quest’ultimo.

      Salim adesso si fece serio e si mise in piedi.

      «Ho viaggiato molto… ho conosciuto molta gente… e perfino i qā’id non mi hanno mai rifiutato nulla!»

      Umar dunque imitò l’altro, sollevandosi.

      «Tu credi di poter comprare tutto, ma l’onore non si può comprare né svendere! Io sono il garante di tutte le donne di questa casa e non permetto che nessuno soltanto pensi di poter trattare al pari di una prostituta mia sorella!»

      E quell’altro, adesso sogghignando:

      «Se il Qā’id non avesse udito di Nadira, prima o poi l’avresti svenduta al primo offerente… forse anche a chi l’avrebbe trattata come tale. Fidati della parola di uno che conosce il mondo.»

      «E tu fidati di me che conosco me stesso. Hai profanato la mia ospitalità, per cui non posso tollerare ancora la tua presenza in questa casa.»

      E guardando la solita serva che reggeva la brocca, continuò:

      «Fa’ consegnare a questi uomini le loro cose e i loro cavalli.»

      Umar li fissò per tutto il tempo in cui, umiliati oltre ogni dire, quelli raccolsero le proprie cose e lasciarono la casa. Tuttavia il sorriso di Salim non scomparve mai dal suo viso; nervosamente sembrava voler nascondere l’imbarazzo.

      Poi, giunto sulla porta, questi disse:

      «Ascolta il mio avvertimento, Umar: hai promesso Nadira al Qā’id, e proprio davanti al Qā’id e davanti ai suoi ospiti tra non molto ella danzerà senza alcuna vergogna!» e se ne andò, scomparendo nel buio della notte insieme agli altri due.

      «Chi era l’uomo che ti sei inimicato?» chiese Jala quasi in preda all’ansia.

      «Era colui che non voglio diventare!» tagliò corto Umar, ritirandosi in camera sua e invitando le altre a fare altrettanto.

      Capitolo 7

      Inverno СКАЧАТЬ