Название: I cinque del salotto
Автор: Фиона Грейс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
Серия: Un giallo intimo e leggero di Lacey Doyle
isbn: 9781094306179
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Lacey non era sicura di fare la cosa giusta separandosi da quell’oggetto. Quando lo aveva tenuto in mano, le era sembrato che le appartenesse, come se l’universo le stesse dicendo che se ne doveva prendere cura. Ma Gina le aveva piantato questa pulce nell’orecchio su Xavier e le sue intenzioni e lei non riusciva a vedere con chiarezza attraverso le nubi.
“Mi sa che ora è troppo tardi,” disse Lacey con un sorriso. Aveva già promesso di venderlo a Suzy, e sarebbe sembrato molto poco professionale da parte sua rimangiarsi la parola sulla vendita ora, e per di più con la mera giustificazione di una strana sensazione!
In quel momento Lacey passò davanti alla vecchia caffetteria di Brooke. Era tutto sprangato. La ristrutturazione che aveva fatto, trasformando il vecchio capanno per canoe in un locale chic, era andata del tutto in malora.
Il pensiero di Brooke innervosì Lacey, ed era assolutamente l’ultima cosa che aveva bisogno di aggiungere all’inquietudine che già provava al pensiero di separarsi dal fucile.
Premette più a fondo il pedale dell’acceleratore, sfilando via più velocemente, nella speranza di lasciarsi alle spalle quelle orribili sensazioni.
Presto raggiunse la parte orientale della città, l’area meno popolata e priva dei negozi e locali che si diramavano da nord a sud nella zona occidentale e nel centro. Questa era l’area che – secondo Carol – il sindaco Fletcher avrebbe modificato in peggio.
Lacey si accorse della svolta che portava alla ex Casa di Riposo Sunrise, e girò quindi a sinistra. La strada sconnessa piegava leggermente in salita ed era fiancheggiata da faggi così alti da formare una galleria che schermava il sole.
“Per niente minaccioso…” disse Lacey con sarcasmo. “Neanche un po’.”
Per fortuna gli alberi presto si diradarono e la luce del giorno rifece capolino.
Lacey scorse per la prima volta l’edificio arroccato sul versante della collina. La sua mente da designer d’interni si accese subito mettendosi a valutare l’aspetto esterno. Era una struttura piuttosto moderna, a tre piani, in mattoni rossi. Ipotizzò potesse risalire agli anni Trenta e che fosse stata rimodernata negli anni. Il vialetto di accesso e la zona del parcheggio erano in cemento grigio, funzionale ma inguardabile. Le finestre avevano spesse cornici in plastica bianca, buone per tenere a bada i ladri, ma un terribile pugno in un occhio dal punto di vista estetico. Ci sarebbero voluti dei decisi colpi di mano strategici per far assomigliare la facciata a un padiglione di caccia vittoriano.
Bene: questo era il problema che Lacey avrebbe dovuto risolvere. Non aveva ancora preso nessuna decisione riguardo all’offerta di Suzy. Voleva parlarne con Tom per chiedergli consiglio, ma aveva lavorato fino a tardi per completare un ordine dell’ultimo minuto di cupcake con glassa arcobaleno per lo spettacolo estivo annuale del gruppo giovani locale.
Aveva anche mandato un messaggio nel gruppo che condivideva con sua madre e la sua sorella più giovane, e aveva ricevuto in risposta un Non lavorare troppo dalla prima, e un Se ti paga bene, vai dall’altra.
Lacey parcheggiò l’auto, quindi si diresse verso i gradini che fiancheggiavano l’antiestetica rampa per le sedie a rotelle. L’accesso disabili – e probabilmente anche le misure interne – sarebbero stati un grosso vantaggio da sfruttare. Né il B&B di Carol né la Coach House Inn erano adatti per ospiti con disabilità e non erano dotati di accesso esterno dalla strada in ciottoli. Per di più disponevano di scale interne strette e non erano dotati di ascensore.
In cima ai gradini, Lacey raggiunse un’ampia veranda in vetro in stile serra. Era così anni Novanta che le fece venire in mente a un centro ricreativo.
Le porte si aprirono e lei entrò. Qui i suoi occhi vennero assaliti da un’enorme distesa di linoleum, severe file di luci sul soffitto e delle pacchiane tendine da sala d’aspetto alle finestre. Nell’angolo si trovava un distributore di acqua fresca che emetteva un costante glu glu glu, accanto a una schiera di distributori automatici.
Quindi Suzy sapeva quanto lavoro ci fosse da fare.
“Lacey! Ciao!” le disse la ragazza con voce cinguettante.
Lacey si guardò attorno e la vide saltare fuori da dietro un bancone: un enorme mostruosità in finto legno che sembrava essere stata creata con lo stesso materiale dell’edificio.
“Stavo controllando la situazione delle prese qui,” spiegò Suzy. “Greg, l’organizzatore di eventi, deve sapere quanti punti disponibili ci siano per l’elettricità. È un vero drago, sul serio. Se avessi più tempo, assumerei qualcun altro. Ma chi mendica non può scegliere. Quindi vada per lo scorbutico Greg.” Sorrise.
“Per cosa ti serve un organizzatore di eventi?” le chiese Lacey.
“Per la festa di inaugurazione, ovviamente,” le rispose Suzy.
Prima che Lacey avesse la possibilità di chiederle altro, la ragazza le si avvicinò e l’abbracciò. Il gesto la colse di sorpresa, ma nonostante il fatto che si conoscevano a malapena, Lacey lo trovò tutto sommato piuttosto naturale. Era come se la giovane fosse un’amica di lunga data, anche se si erano conosciute neanche ventiquattr’ore prima.
“Posso offrirti una tazza di tè?” le chiese Suzy. Poi arrossì. “Scusa, tu sei americana. Preferisci del caffè, forse?”
Lacey ridacchiò. “Da quando mi sono trasferita qui ho acquisito un certo gusto per il tè, a dire il vero. Ma sono a posto, grazie.” Fu attenta a non lasciare che il suo sguardo andasse ai distributori automatici e al tè acquoso e presumibilmente di bassa qualità che ne veniva fuori. “Facciamo un giro?”
“Nessuna perdita di tempo. Mi piace,” disse Suzy. “Ok. Bene, questa ovviamente è l’area della reception.” Allargò le braccia e sorrise con entusiasmo. “Come puoi probabilmente notare, è fondamentalmente una veranda che hanno aggiunto negli anni Novanta. Oltre alla possibilità di buttare giù tutto, non ho idea di come far sembrare questo posto un padiglione di caccia vittoriano, ma immagino che in questo campo sia tu l’esperta. Cioè, se deciderai di lavorare per me.” Rise e le fece cenno di seguirla verso una doppia porta interna. “Da questa parte.”
Entrarono in un lungo corridoio scarsamente illuminato. Una serie di lucidi cartelli in plastica erano fissati al muro fornendo direzioni verso ‘sala TV’, ‘sala da pranzo’, ‘giardino’ e ‘infermeria’. C’era un odore molto caratteristico nell’aria, come di borotalco.
Lacey arricciò il naso. La consapevolezza dell’enormità di quel compito si stava facendo sempre più evidente e lei provava una crescente sensazione che sarebbe stato un impegno troppo grande da assumersi.
Seguì Suzy nella sala TV. Era uno spazio gigantesco, scarsamente arredato e con lo stesso rivestimento di linoleum con effetto finto legno sul pavimento. Le pareti erano rivestite di carta da parati.
“Stavo pensando di trasformare questa stanza in salotto,” iniziò a spiegare Suzy, gironzolando per la sala mentre la sua gonna zingaresca le fluttuava attorno. “Voglio un caminetto aperto. Mi pare ce ne sia uno di murato dietro a questa nicchia. E possiamo mettere della bella roba rustica in quest’angolo.” Fece un gesto vago con il braccio. “O in quello. Come preferisci tu.”
Lacey si sentiva sempre più incerta. Il lavoro che Suzy voleva da lei era più che un semplice incarico da interior designer! Non aveva neanche davanti la pianta della disposizione. Ma la ragazza sembrava СКАЧАТЬ