Finestre Oscurate. Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Finestre Oscurate - Блейк Пирс страница 4

СКАЧАТЬ troverei benissimo in alcuni di quei quartieri, pensò. Perché per quanto voglia negarlo, ora anche io ho dei segreti che non riuscirò mai a superare.

      Quando giunse nell'ufficio di Johnson, fece per prendere il suo solito posto alla scrivania del direttore. Poi però si accorse che lui non era alla sua scrivania. Invece, era seduto al piccolo tavolo della sala riunioni, in fondo al suo ufficio. E non era solo. Con lui erano seduti un altro uomo e una donna. Chloe aveva già visto l'uomo, prima; si chiamava Beau Craddock ed occupava un posto abbastanza in alto nella gerarchia del Bureau, sicuramente sopra il direttore Johnson. Non aveva mai visto la donna prima d'ora, ma se era in compagnia di Craddock, Chloe supponeva che anche lei venisse dai piani alti.

      "Agente Fine" disse Johnson. "Prego, si sieda".

      "Ok…"

      C'era solo un'altra sedia al tavolo, in fondo. Chloe vi si sedette, facendo un lieve cenno di saluto ai presenti.

      "Agente Fine, mi permetta di presentarle il vicedirettore Craddock e Sarah Kirsch, membro del Consiglio Speciale".

      Craddock e Kirsch non dissero nulla. La Kirsch, però, esibì un sorriso piuttosto falso.

      "Vorremmo sentire la sequenza degli eventi che si sono verificati quando era in Texas per trovare sua sorella", disse Craddock.

      Un gelido nodo di paura attanagliò lo stomaco di Chloe. Guardò direttamente Johnson, confusa. "Signore, ho raccontato tutto già due volte, una con lei e una con la polizia. È davvero necessario?"

      "Onestamente, probabilmente no", disse la Kirsch prima che Johnson potesse rispondere. "Ma allo stato dei fatti, lei si è presentata sulla scena dove un uomo attualmente ricercato per rapimento e abusi teneva la sua vittima. Perciò sì, vale la pena ascoltare la sua testimonianza."

      Johnson le rivolse una scrollata di spalle e un'occhiata come a dire che ci vuole fare. "Mi dispiace, Fine, ma il fatto che lei sia strettamente imparentata sia con il rapitore che con la persona rapita non le lascia scelta. È naturale che abbia attirato l'attenzione dei superiori. Ma, come ho detto loro, tutto quadra. Non c'è niente di sospetto. Vorrebbero solo sentirlo di persona."

      Niente di sospetto un cavolo, pensò Chloe. Se non ci fosse stato niente di strano, me l'avresti detto quando hai chiamato stamattina. Invece, mi hai colto alla sprovvista. Stai cercando di mettermi in difficoltà, bastardo.

      Ma cosa poteva fare?

      Si appoggiò allo schienale della sedia, con la sensazione di aver messo volontariamente il piede in una trappola per orsi.

      CAPITOLO DUE

      Craddock iniziò l'interrogatorio. Aveva l'ombra di un sorriso sulle labbra. Chloe era certa che cercasse di farla sentire più a suo agio, tuttavia dava l'impressione di godersi il fatto di sottoporla a quella tortura.

      "Agente Fine, come ha fatto a sapere dove si trovava sua sorella?"

      La verità, naturalmente, era che Danielle l'aveva chiamata da un telefono pubblico. Ma la verità le avrebbe rovinate entrambe. Tirò fuori la storia che avevano inventato mentre seppellivano il padre e la recitò.

      "Sinceramente, è stato quasi un colpo di fortuna. Quando ho capito che c'era qualcosa che non andava, ho iniziato a pensare ai posti in cui mio padre avrebbe potuto portarla. Danielle ha vissuto a Millseed, in un periodo della sua vita in cui era apertamente in conflitto con nostro padre. Mi diceva sempre che l'unica volta che aveva parlato con lui – quando era andata a trovarlo in prigione – le aveva detto che un posto come Millseed faceva proprio per lei. Una misera cittadina, lasciata a morire. Diceva che sarebbe stato un posto terribile dove morire, ma forse era quello che Danielle si meritava."

      "Suo padre è sempre stato così teatrale?" chiese Kirsch.

      "Perdonatemi se non voglio discutere con voi della personalità di mio padre. Volete parlare di lui o interrogarmi ancora una volta su tutto quello che è successo?"

      Craddock e Kirsch si scambiarono uno sguardo perplesso, prima di continuare. Johnson la fissò, con un'espressione che trasmetteva un semplice messaggio: Attenta a come parla.

      "Può dirci esattamente cosa è successo quando è arrivata?" Chiese Kirsch.

      "È stato facile trovare il posto. Danielle mi aveva raccontato delle storie su alcune cose non esattamente legali che lei e alcuni amici erano soliti combinare in quel vecchio capannone. Mi sono dovuta fermare in un negozio e chiedere come arrivarci. Quando sono arrivata, ho visto che l'aveva legata a una sedia e la stava schiaffeggiando. L'ho affrontato, c'è stata una breve lotta e lui è riuscito a scappare."

      "Definisca lotta." disse Craddock.

      "Uso dei pugni per colpirsi l'un l'altro. E anche dei calci. Tentativo di sopraffare l'avversario con la forza fisica."

      "Agente Fine" disse Kirsch, "Le suggerisco di prendere questa indagine seriamente".

      "Oh, lo sto facendo. E l'ho presa sul serio anche le altre due volte che sono stata interrogata a riguardo." Si fermò un attimo, facendo una serie di respiri per cercare di mantenere il controllo. "Sentite. Capisco il bisogno di comprendere tutto e accetto pienamente le mie colpe nell'aver cercato di prendere in mano la situazione da sola. Ma dovete capire… questo non è solo un caso. Si tratta di mia sorella e di mio padre e di tutta la deplorevole storia che c'è stata tra noi. Non mi piace affatto essere sottoposta continuamente a questo tormento".

      Il suo piccolo discorso parve funzionare, almeno in parte. Craddock e Kirsch si scambiarono uno sguardo dispiaciuto. Poi guardarono Johnson, che alzò le spalle.

      "Naturalmente stiamo cercando di tenerlo in considerazione", disse Craddock. Poi, come scegliendo ogni parola con attenzione, chiese: "Pensa di averlo ferito, durante la lotta?"

      Forse il discorso non era stato così efficace come pensava. Adirata, rispose alla domanda. Mentì, dicendo che forse poteva avergli incrinato o spezzato una costola. Era un dettaglio aggiuntivo e inutile, ma in quel tipo di interrogatori, sapeva che erano dettagli del genere a suscitare interesse.

      Mentre continuavano a interrogarla, Chloe si rese conto di cosa stavano facendo esattamente. Le stavano facendo ripercorrere il suo racconto, da punti di vista diversi, per vedere se avrebbe cambiato qualcosa. Cercavano di coglierla in fallo… solo che non era esattamente sicura del perché.

      Forse hanno scoperto qualcosa che ha fatto crollare la nostra versione, pensò. Ma era improbabile. Se così fosse, le domande sarebbero state più dirette e avrebbero potuto anche formulare un'accusa.

      Invece no… cercavano delle crepe nella sua storia. E Chloe non aveva intenzione di dargliene.

      Ma si chiese come sarebbe stato se Danielle fosse stata seduta al suo posto. Se avessero portato lì Danielle e le avessero fatto ripercorrere la storia per la terza volta in un contesto più ufficiale, circondata da federali impettiti, avrebbe ceduto?

      Il pensiero la spaventava. Così fece del suo meglio, ingoiando la rabbia e continuando a rispondere alle loro domande come una brava bambina.

***

      Fu più veloce di quanto si era aspettata sedendosi. Craddock e Kirsch si congedarono quindici minuti dopo. Quando se ne furono andati, Johnson la guardò dall'altra parte del tavolo. Chloe era curiosa di vedere se avrebbe cercato di recitare la parte del capo solidale o se si sarebbe schierato dalla parte della coppia che aveva appena lasciato il suo ufficio.

      "Mi dispiace averle fatto СКАЧАТЬ