Название: Cuori Svelati
Автор: Dawn Brower
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современные любовные романы
isbn: 9788893986175
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Lo stridio dei freni si fece più acuto, ed il dolore alle suo orecchie rese tutto una vibrazione monotona. Venne spinto in avanti e colpì la testa con forza contro il volante. La cintura di sicurezza fece in modo che non venisse catapultato fuori dal sedile. Una fitta di dolore lo colpì alla spalla, fermandogli il respiro. Cercò di alzare le mani per portarsele alla gola e boccheggiò in cerca di aria. Attorno a lui volavano schegge di vetro mentre la sua auto veniva accartocciata. I suoi occhi vennero colpiti da infinitesimali schegge, accecandolo momentaneamente. Matt cercò di allontanare il fastidio crescente nei suoi occhi sbattendo le palpebre, ma più chiudeva gli occhi più il dolore si faceva intenso. Venne pervaso dall’agonia. Il suo corpo era un insieme di interminabile disperazione. Era difficile capire da dove cominciasse. Non era più Matt, era qualcun altro che viveva questo momento tragico.
Il volto di Claire gli balenò nella mente. Aveva così tanti rimpianti. Così tante cose che avrebbe voluto riparare. Ora non avrebbe mai più avuto l’occasione di farlo. L’aver fallito nel cogliere l’occasione con lei era una perdita dalla quale non si sarebbe mai più ripreso. Era l’epifania di cui necessitava—anche se gli era pervenuta troppo tardi per cambiare qualcosa. Tutto accadde in un flash di momenti, eppure lo annientò tutto allo stesso momento. Ciò che vide era il ricordo sfocato di una vita alla quale avrebbe potuto non ritornare mai più. La sua auto venne accartocciata in una scatola di metallo e vetro, e Matt si rese conto che non c’era niente che potesse fare per aiutare sé stesso. Era troppo tardi, era troppo, un finale prima di aver avuto l’occasione di iniziare. Perché non aveva fatto qualcosa prima? Perché era stato stolto…
Si udirono urla nel caos. La sua gola era secca e la sua vista—Dio, non vedeva niente. Qualcosa di liquido gli bagnava il volto. Matt cercò di sollevare la mano ma non riuscì a muoverla. In quel momento si rese conto che le urla provenivano dalle sue labbra, e che era quasi certo che non avrebbe vissuto abbastanza a lungo per dire a Claire che l’amava…
“Matt, svegliati” ordinò Claire.
Non si mosse. La sentiva chiamarlo vagamente. Voleva andare da lei, ma era difficile. Il suo corpo era congelato nell’incubo dell’incidente. La fatica di liberarsi e raggiungere la realtà impiegò ogni briciolo della sua volontà. L’incubo era qualcosa che cercava di evitare, ma che lo perseguitava comunque. Era il tormento con cui viveva ogni giorno. Pensava che quel giorno sarebbe morto, eppure era ancora vivo. I rimpianti che aveva realizzato di avere in quel momento non se n’erano andati.
La differenza era che ora non pensava di meritarsi Claire. Non ne era degno, e non aveva il diritto di dirle quanto il suo amore per lei fosse cresciuto con gli anni. Lui si meritava qualcuno meglio di lui. Matt aprì gli occhi al suono della voce di lei. Sbatté le palpebre diverse volte, ma davanti a lui vedeva comunque tutto sfocato. Il colore biondo oro dei suoi capelli si mescolava al suo viso. Se non fosse stato abituato alla sua voce, non avrebbe avuto idea che davanti a lui si trovava Claire.
“Che succede?” le domandò alzando la mano per asciugarsi il sudore da un sopracciglio. “Perché mi hai svegliato?”
“Stavi urlando”. Gli passò le mani fredde nei capelli bagnati dal sudore. “Era come se…” s’interruppe e rimase in silenzio per qualche momento. “Che cosa stavi sognando?”
La sua voce era colma di preoccupazione. Odiava il fatto che tutto ciò che lui faceva sembrava preoccuparla. Matt non voleva dirle dell’incubo. Lo tormentava molto più di quanto volesse ammettere, ma questa era stata la prima volta in cui si era palesato con Claire presente. Era il suo fardello, e non l’avrebbe sporcata con la bruttezza dello stesso, ed era qualcosa che non poteva essere cambiato. Il risultato era la sua nuova realtà. Aveva tamponato quell’auto, ed il camion dietro di lui aveva tamponato il suo veicolo. La conseguenza era stata una reazione a catena di gomme stridenti, metallo piegato e vetri rotti. Allontanò l’immagine e riportò l’attenzione su di lei. “Non è niente di cui ti devi preoccupare”.
“Troppo tardi” sbuffò lei. “Sono preoccupata. Non puoi fare in modo che io smetta di tenere a te solo perché ti mette a disagio”.
Matt avrebbe desiderato poterla tirare a sé e baciarla. Era una pessima idea. La cosa peggiore che avrebbe potuto fare in quel momento. Quante volte doveva ricordare a sé stesso che lei meritava molto meglio di lui? Aveva avuto la sua possibilità e l’aveva sprecata. Come avrebbe potuto sapere che la vita gli avrebbe messo davanti una difficoltà di proporzioni epiche? Non c’era modo di saperlo. Lei doveva andare avanti con la sua vita e trovare qualcun altro, perché Matt non sarebbe stato nient’altro che un fardello. Non poteva aspettarsi che Claire si sarebbe presa cure di lui per il resto della sua vita. Se avesse avuto l’occasione di rimettersi in sesto e scoprire chi era adesso, l’avrebbe dovuto fare da solo. Era ora di smettere di compatirsi e ricominciare a vivere. Ciò significava che Claire doveva andarsene, e lui doveva imparare come vivere senza di lei. L’amava—forse l’avrebbe sempre amata, ma non poteva più dipendere da lei. Matt si era preso cura di sé stesso per anni, e si ricordava eccome chi era.
“Hai ragione” certo che aveva ragione. Non significava però che lui sarebbe dovuto essere il soggetto del suo ricordarselo giornalmente. “Non ti avevo detto di andare? Che ci fai qui?”
La donna sospirò. “Credo di averti detto che tu potrai vincere la battaglia, ma io vincerò la guerra”.
Giusto. Aveva detto qualcosa del genere. Beh, poteva lasciare che lei pensasse che i due fossero coinvolti in un match che avrebbe decretato un vincente, ma la verità era che non ne sarebbe valsa la pena. Claire doveva comprendere ciò che lui aveva già fatto. “Non c’è nessuna guerra”.
“Certo che sì. Prima hai delimitato i confini. Io ho colto il guanto di sfida”.
Matt chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. “Pensavo veramente ciò che ho detto. Forse mi sono espresso male”.
Lei emise una risata nasale. “C’è un solo modo per esprimersi al riguardo”.
“Ad ogni modo…” sentii un muscolo della sua mascella contrarsi quando un dolore lo pervase all’interno. Era più difficile di quanto pensasse. “Ho bisogno che tu vada a casa. Non posso averti qui tutti i giorni”.
Claire rimase in silenzio alle sue parole. A che cosa stava pensando? Matt desiderava più di ogni altra cosa vedere il suo volto. Il suo bellissimo viso a forma di cuore che lo perseguitava. Almeno poteva trovare rifugio nei suoi ricordi, ma non era la stessa cosa come vivere la vita al presente. Claire illuminava il suo mondo come niente e nessun’altro. Sfortunatamente lui rabbuiava invece quello di lei. Non poteva permettere che i suoi problemi ricadessero più su di lei. Matt doveva andare avanti con la propria vita. Non poteva sapere che cosa essa avesse in serbo per lui. Avrebbe o non avrebbe potuto riacquistare la vista. Era qualcosa che solamente il tempo avrebbe potuto rivelare. Nel frattempo doveva pianificare ogni possibilità.
“Non mi chiedi della mia giornata?”
Che cos’era esattamente? Una distrazione? Una mancanza? Non poteva lasciare che questo cambio d’argomento facesse in modo che i suoi desideri fossero ignorati. “Non ignorare ciò che ho detto solo perché non ti piace”.
Lei si alzò dal letto facendolo rimbalzare indietro dallo scompenso del peso. Quando Claire finalmente parlò, sembrava come se si trovasse dalla parte opposta della stanza. Si voltò nella direzione della voce. Un flash di rosa e nero, ed una luce splendente l’avvolse in un’aura dorata. La luce del sole che filtrava dalla finestra donava ai colori un tono più vibrante. Le diverse sfumature quasi bruciavano la sua vista facendogli venire СКАЧАТЬ