Название: L'Ascesa Di Mercurio
Автор: Rebekah Lewis
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Сказки
isbn: 9788835406464
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"Io", disse Hybris divertita. Nessuno era mai sembrato granché entusiasta di vederla. Come se le importasse. Lei soffocò l'impulso di calciare una fragola ribelle nella piscina mentre passava, ma si trattenne. Non c'era bisogno di causare agitazione. Artemide non aveva fatto nulla per offenderla. Ancora.
"Cosa vi porta nel mio tempio?" Artemide tentò di nascondere la sua agitazione dietro un sorriso allegro. Si passò i lunghi capelli biondi argentati sopra la spalla. "Vi offrirei le fragole, ma questo stupido le ha lasciate cadere tutte". Lei lanciò a Xylon uno sguardo cattivo, che lo fece precipitare nella piscina per raccogliere la frutta caduta. L'acqua era alta fino al ginocchio.
"Ho un favore da chiederti". Hermes scoccò un’occhiata e le porte sbatterono dietro Hybris. Lui riapparve un secondo dopo sulla sedia a sdraio che Artemide aveva sistemato sull'estremità opposta della piscina.
"Vorrei che non volassi in giro come un insetto minaccioso. È irritante". Artemide si alzò in piedi e poi camminò sul pavimento di marmo, la fronte corrugata per la concentrazione. "Riguarda mio fratello, vero? E la ninfa?"
"Come hai fatto …" iniziò Hybris, ma Hermes la interruppe con un gesto della sua mano. Lei avrebbe cercato vendetta per tutta l'arroganza con la quale inaspettatamente la trattava. Forse gli avrebbe strappato gli occhi che avrebbero visto fuori del suo corpo mentre lei gli dava un calcio nel culo. Nah. Perché rovinare uno smalto perfetto, glamour o no.
"Sì", rispose Hermes ad Artemide, interrompendo le fantasie violente di Hybris.
"Ma … Zeus te l’ha proibito", avvertì Hybris. "in modo esplicito".
Artemide alzò un sopracciglio e si rivolse a Hermes. "E’ così, vero? E tu vieni qui a chiedere il mio aiuto sfidando non solo mio fratello, ma anche Zeus?"
"Ovviamente no". Lui sorrise. "Lui ha affermato in modo esplicito di non interferire con i satiri. Sto interferendo con una ninfa".
"Quella particolare ninfa significa moltissimo per un satiro. Salvarla interferisce con un satiro". Hybris incrociò le braccia, sfidandolo a discutere. Non era una sciocca. Qualunque cosa lui avesse fatto, avrebbe creato problemi. Artemide la raggiunse accanto alla piscina e imitò la sua posa. Lei pensò che la dea bionda non la stesse deridendo intenzionalmente, ma Hybris si costrinse a non rivelare come la vicinanza di Artemide la infastidisse. Spingere via Artemide sarebbe stato controproducente.
"Cos'è questo? Voi due state insieme contro di me?" Hermes sollevò i piedi da terra e si rilassò sulla sedia. "Quindi questo è ciò che sentiva Ariston". Sghignazzò per qualcosa che solo lui ricordava.
Xylon fece un gran trambusto mentre usciva dalla piscina con le fragole mollicce e uscì dall'uscita posteriore per buttarle. Inalterata, Artemide inclinò la testa di lato e guardò Hermes. Quindi lei fece cenno a Hybris di sedersi su una delle altre sedie – non che Hybris aspettasse che gliela offrisse – e ne prese un'altra per sé, sollevando la vestaglia quel tanto da permetterle di incrociare delicatamente le gambe.
"Cosa avevi in mente?"
Hermes si strinse nelle spalle e si mise le mani sotto la testa mentre fissava il cielo aperto sopra di loro. "Oh, niente di elaborato. Distrarre Apollo abbastanza a lungo per spostare Daphne in un luogo sicuro prima che si renda conto della sua scomparsa. Quindi dopo tutti faremo finta di nulla. Penserò al resto più tardi. È essenziale portare Daphne a Melancton appena possibile".
Artemide rise. "Li stai condannando entrambi a morte. Apollo dice che Melancton ha giurato di non salvare la sua amante ninfa".
"Ma non la sta salvando lui. Lo sto facendo io. Melancton la proteggerà semplicemente".
Oh, sì. Tutto sarebbe sembrato perfetto fino a quando le persone che lui voleva salvare non sarebbero state uccise. "Stai giocando con il fuoco. Ricorda cosa è successo a Prometeo per aver tentato di ingannare gli dei". Hybris cercò di nascondere il suo compiacimento. Prometeo aveva abbastanza arroganza per alimentare i suoi poteri senza che lei sollevasse un dito per spingerlo verso la sua caduta. Aveva quasi raggiunto l’apice dell’arroganza in poche settimane.
"Prometeo era un cretino e un mortale. Io sono un dio. Ci vorrà molto di più di un Apollo che si arrabbia per farmi cadere". Hermes girò la testa nella sua direzione come se il contatto visivo lo rendesse vivo.
La sua arroganza emise un brivido nel suo sangue e si morse un labbro per trattenere un sospiro di piacere. Hybris sorrise e incrociò le gambe. Le incrociò lentamente, consapevole di non aver indossato niente sotto il vestito. Le righe dei pantaloni mostravano tutto anche quando indossava solo una corda. Hermes sgattaiolò prontamente dalla sedia e si alzò in aria in un battito di ali minuscole.
Era orgoglioso, arrogante, narcisista, ma non del tutto odioso … a meno che non volesse esserlo. Abbatterlo non aveva mai smesso di eccitarla. In primo luogo, faceva parte di ciò che l'aveva attratta verso di lui. Era la sua combinazione perfetta. Avrebbe voluto non averlo distrutto.
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