Ammaliando Il Suo Furfante. Dawn Brower
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Название: Ammaliando Il Suo Furfante

Автор: Dawn Brower

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Историческая литература

Серия:

isbn: 9788893986144

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СКАЧАТЬ madre che avrebbe mai avuto. La madre di Catherine si era ammalata e l'aveva tramandata a lei prima del previsto. Doveva essere un regalo di nozze, e invece, per lei, era stato un ultimo ricordo della madre morente.

      Sospirò e poi lasciò le sue stanze. La cena sarebbe iniziata presto, e lei voleva visitare Asher prima di sedersi a tavola. Sir Benjamin poteva assicurarsi che il marchese fosse invitato, ma non poteva essere sicuro che si sarebbe seduto accanto a Catherine mentre cenavano. Anche se, più spesso che no, era vicino a lei. Erano quasi uguali in rango e questo rendeva le cose più facili per i tentativi di combinare matrimoni del suo tutore. A volte, Catherine pensava che egli volesse liberarsi dalla responsabilità nei suoi confronti, e in altri, si chiedeva perché si prendesse il disturbo. Sir Benjamin era un uomo riservato, e sembrava che si nascondesse dietro le porte e ascoltasse quando non doveva, o forse questo faceva parte dei suoi doveri. Non si era mai preoccupata di chiedere.

      Quando entrò nel salotto sorrise mentre il suo sguardo incontrava immediatamente quello di Asher. Stava fissando la porta con le labbra piegate in un ghigno malvagio. Catherine accorciò la distanza tra loro. Passò un cameriere e Asher afferrò due calici di champagne. Quando lo raggiunse, lui gliene porse uno. "Un brindisi." Sollevò il bicchiere. "Alla sola persona nella stanza con cui sono felice di passare la notte."

      "Sarebbe piuttosto narcisista da parte mia bere in onore di una cosa del genere" replicò lei con una piccola risata. "Sarebbe come presumere che preferisca la mia stessa compagnia a quella di chiunque altro."

      "Direi che saresti dannatamente brillante se lo facessi." Si chinò e sussurrò: "Hai parlato con qualcuno di questi fanfaroni?" Ash bevve un sorso di champagne e poi indicò la stanza nel suo complesso. "Sono così egocentrici; è ridicolo. Penso che la maggior parte di loro ami ascoltare il suono della propria voce."

      Catherine ridacchiò. Si coprì la bocca con la mano. Era un suono ridicolo. "Smettila" gli disse. "Ti sentiranno."

      "Non mi interessa." Scrollò le spalle. "Non significano niente per me." Ash inclinò il bicchiere verso di lei. "Tu, d'altra parte, conti. Quindi, sì, brinderò a te tutte le volte che posso. Mi hai aiutato in uno dei miei momenti più bui, e nessuna semplice parola può esprimere fino a che punto."

      Le scaldò il cuore che a lui importasse tanto. A volte il suo dono faceva davvero la differenza, e questo la rendeva felice. Ma la visione che aveva avuto l'altro giorno la turbava ancora. Non avrebbe permesso che rovinasse il suo tempo con Asher. "Non ho fatto niente" rispose. "Abbiamo trascorso la giornata insieme, tutto qui."

      "È stato abbastanza" disse. "Mi ha fatto apprezzare la mia vita e mi ha aiutato a decidere dove dovevo essere. Avevo da poco scoperto che mio padre era morto, e io…" Distolse lo sguardo. "Tutto era stato desolante fino a quando non ti ho vista sul ponte."

      Non se n'era resa conto… Era triste, ma non aveva mai detto perché. Terribile – e significava anche qualcos'altro. "Hai ereditato il titolo." Gli mise una mano sulla spalla. "Se ti fossi presentato a me la prima sera che ci siamo incontrati, non saresti stato un marchese, vero?"

      Lui scosse la testa. "Sarei stato ancora io."

      Sì, lo sarebbe stato, ma quella traccia di dolore non sarebbe stata lì. Non era lo stesso, e probabilmente non lo sarebbe mai stato. Quell'uomo era stato arrogante e presuntuoso. Era stata attratta da lui allora, ma ancora di più adesso che le mostrava il suo lato vulnerabile. "Questa è una buona cosa" disse Catherine calorosamente. "Mi piaci, non importa quale titolo è attaccato al tuo nome."

      I suoi occhi sembrarono quasi illuminarsi di qualcosa. Forse felicità? Non poteva essere certa, ma Catherine apprezzava l'effetto che aveva su di lui. Un forte mormorio echeggiò attraverso la stanza e alcuni degli ospiti fissarono il punto da cui era partito. L'ambasciatore era entrato nella stanza. Il suo tutore lo fermò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. L'ambasciatore si rivolse a quelli riuniti e disse: "Ho alcune sfortunate notizie da riferire. L'erede dell'Impero Austro-Ungarico, Franz Ferdinand e sua moglie, Sophie, sono stati assassinati in Bosnia oggi."

      Sophie… Catherine si portò una mano al petto. Ecco cosa riguardava la sua visione. Se l'avesse saputo, avrebbe potuto fare qualcosa per impedirlo. Perché le sue visioni lasciavano più domande che risposte? Quella povera gente era morta per niente.

      "Stai bene?" chiese Asher sommessamente. "Sei impallidita. Per favore dimmi che non stai per svenire."

      "No" lo rassicurò. "Starò bene. La notizia mi ha sorpreso."

      "Li conoscevi?" Bevve lo champagne e posò il suo calice, insieme a quello di lei, su un tavolo vicino. "Vuoi andare da qualche altra parte?"

      Lei scosse la testa. "Non li ho mai incontrati." Catherine li aveva visti una volta nella sua visione, ed era stato sufficiente a raggelarla. Odiava vedere la gente morire senza motivo. Non che ci fosse una morte buona, ma una come la loro poteva essere considerata tragica. "Ci saranno ripercussioni." Lei alzò lo sguardo su di lui. "Qualcosa del genere non può essere ignorato."

      "Hai ragione" concordò lui. "Ho paura a cosa porterà questo."

      Tutti provarono un senso di disagio per la notizia. Nessuno di loro capiva fino in fondo quello che era successo, e persino Catherine, con le sue visioni, non poteva prevedere cosa avrebbe potuto succedere. L'apprensione aumentava dentro di lei ogni secondo che passava. Non poteva fare a meno di sentirsi come se il mondo potesse esplodere in qualsiasi momento, e se così fosse stato, il caos avrebbe regnato più a lungo di quanto chiunque avrebbe voluto.

      Tutti loro camminarono silenziosamente verso la sala da pranzo quando suonò il campanello. Ognuno fece del suo meglio per mantenere un umore gioviale, ma la notizia aveva creato un precedente per la serata. Asher si era seduto accanto a lei, ma anche quello non le era bastato. Dopo cena non andò in salotto e chiese invece di essere scusata. Catherine aveva molto a cui pensare, ed era certa che, a un certo punto, un'altra visione l'avrebbe colpita. Non voleva essere nel salotto quando sarebbe successo.

      30 Agosto, 1914

      Asher si precipitò verso l'ambasciata. Era in corrispondenza con il conte di Derby, e presto avrebbe lasciato la Francia. Avevano bisogno di qualcuno con le sue competenze in Belgio e, se fosse stato possibile, in Germania. Avevano bisogno di informazioni per vincere la guerra – ed erano tutti in guerra. Così tanti paesi avevano dichiarato guerra che aveva perso di vista chi era contro chi a un certo punto. La Francia era alleata con l'Inghilterra e, per ora, Catherine era al sicuro. Non sapeva per quanto tempo però…

      La porta dell'ambasciata si aprì. "Buona sera, mio signore" lo salutò il domestico. "Lady Catherine è nella biblioteca."

      Faceva visita a Catherine quasi tutti i giorni. L'intero staff ci aveva fatto l'abitudine e indicava ad Ash la posizione di Catherine immediatamente al suo arrivo. Ash annuì e andò dritto in biblioteca. Voleva avvertirla che non sarebbe tornato per un po'. Quando entrò nella stanza, trovò Catherine seduta sul divano, che accarezzava Merlin. "Le mie due persone preferite" disse, annunciando la sua presenza.

      "Ash" esclamò Catherine. "Merlin ama che tu lo consideri umano." Accarezzò la sua testa pelosa, poi guardò Ash. "Non pensavo che saresti passato oggi."

      Normalmente, sarebbe venuto a trovarla molto prima. Quindi, non fu sorpreso che lei credesse che non sarebbe arrivato. La guerra aveva gettato tutto nel caos. "Mi scuso per essere arrivato così tardi. Non poteva essere evitato."

      "Non hai bisogno di venire ogni giorno" disse con tono spensierato. "Sopravviverò anche se manchi di quando in quando."

      Odiava doverle dire che doveva andarsene. Ash si sedette dall'altra parte di СКАЧАТЬ