Название: Sindòn La Misteriosa Sindone Di Torino
Автор: Guido Pagliarino
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Зарубежная эзотерическая и религиозная литература
isbn: 9788893986892
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Ovviamente l’uso del termine sindone in quell’antica omelia non è una prova che il riferimento fosse proprio alla Sindone di Torino. Tuttavia è molto importante la citazione del corpo di Gesù e non del solo suo volto, perché fa intendere che si trattava d’un lenzuolo e non d’un fazzoletto.
Miniatura del XV secolo rappresentante la conquista latina di Costantinopoli
Nel 1204 accade la tragedia: l’Impero d’Oriente è attaccato dai combattenti della IV Crociata, che era stata organizzata in Occidente per liberare dai musulmani la Terra Santa e che mai l’avrebbe raggiunta; e il 12 aprile Costantinopoli è espugnata, fra orribili massacri e tremendi saccheggi di tesori e di reliquie sacre. Se è vero che solo la I Crociata aveva avuto anche forti motivazioni ideali oltre alle solite ragioni economiche e di potere, tuttavia prima del 1204 non si era forse ancor arrivati a tal punto di cinico, sanguinario affarismo in ambiente cristiano. Al comando della meschina spedizione vi sono, in testa, il conte Baldovino IX di Fiandra e, sotto di lui, i condottieri francesi Guglielmo di Champlitte, Goffredo di Villehardouin, Ottone de La Roche signore della Borgogna e i comandanti italiani Bonifacio di Monferrato ed Enrico Dandolo doge veneziano. Si fonda l’Impero Latino e i capi dei vincitori, a parte il doge ormai novantenne e ammalatissimo, si spartiscono i territori: il conte Baldovino di Fiandra viene incoronato re Baldovino I, in gran pompa, come gli imperatori nella cattedrale di Costantinopoli, Santa Sofia; Guglielmo di Champlitte diviene principe di Acaja; Goffredo di Villehardouin principe di Morea; Bonifacio di Monferrato re di Salonicco; infine, ma la sua figura è la più importante per la nostra storia, Ottone de la Roche diventa duca di Atene e di Tebe. Intanto il mandylion - ovvero la Sindone? - durante il saccheggio viene preso da ignoti dalla chiesa annessa al palazzo imperiale delle Blancherne, dov’è sempre custodito, e sparisce. Forse nascosto ad Atene? Lo farebbe supporre la copia, sempre che ci fosse prova certa dell’esistenza del suo originale24 , di una lettera datata 1° agosto 1205, non molto dopo il sacco di Costantinopoli, il cui foglio autentico sarebbe stato inviato al Papa allora regnante, Innocenzo III, da Teodoro Angelo Comneno, apparentato alla famiglia imperiale; il mittente, dopo aver condannato l’agire dei crociati predatori di reliquie, chiede al Sommo pontefice la restituzione del telo di Costantinopoli, che afferma essere custodito al momento ad Atene presso il duca Ottone de La Roche. È stato tramandato, ma non ce ne sono prove certe, che successivamente, nel 1208, il duca di Atene e di Tebe avrebbe inviato la sindone - di nuovo il quesito: quella di Torino? - in suo possesso al padre Ponce II de La Roche-sur-Ognon e di Ray, onde da quell’anno il telo sarebbe stato in Francia presso la famiglia.
Tutto quanto precede non si può considerare vera Storia, mancano documenti certi che attestino che la sindone di Costantinopoli fosse proprio quella oggi conservata a Torino, per cui resta un vuoto storico fino al 1356 quando, come vedremo, la Sindone oggi conservata a Torino è certamente in Francia a Lirey; e tuttavia si è trovato, per così dire, un quasi-documento, cioè una miniatura su di un manoscritto, il Codice Pray, databile fra il 1192 e il 1195, attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Budapest.
Si tratta di un sacramentario in latino con un discorso funebre in ungherese (è il più antico testo in questa lingua). Era stato rinvenuto nel XVIII secolo dal gesuita ungherese Georgius Pray, da cui il nome del manoscritto, in Slovacchia entro la biblioteca del capitolo benedettino di Pozsony, attualmente Bratislava. Il codice Pray era stato composto a mano perché il XII secolo era precedente il tempo dell’invenzione in Occidente della stampa a caratteri mobili. La miniatura è sul retro del foglio numero XXVII. Raffigura la deposizione di Cristo ed è in due parti sovrapposte. La superiore rappresenta l’unzione della salma di Gesù che, caso peculiare rispetto a icone di quei tempi e precedenti, è nudo proprio come sulla Sindone; e come sul Telo, le sue mani sono incrociate sul pube, la destra sulla sinistra, senza che si vedano i pollici; e, sempre come sulla Sindone, neppure i piedi si vedono (cfr. il successivo paragrafo Perché all'Uomo della Sindone non si vedono i pollici e, nel positivo sindonico, ha il piede destro che copre il sinistro). Ecco i particolari di mani ed estremità inferiori sul negativo di una foto sindonica e quindi, di séguito, l’immagine del Codice Pray:
Miniatura sul Codice Pray
Come si può osservare, nella parte superiore della miniatura Pray figura disteso su di un lenzuolo il corpo di Cristo mentre viene unto, e la parte sottostante della stessa miniatura presenta le pie donne in visita al sepolcro la Domenica di Pasqua, con gli oli per ungere meglio il cadavere il quale, però, non c’è più perché, come l’angelo annuncia, Cristo è risorto:
Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome comprarono aromi per andare a ungerlo. E di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levar del sole. Dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via la pietra dell'ingresso del sepolcro? Ma riguardando videro la pietra rimossa, ed era molto grande. Ed entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto a destra, vestito di bianco e si spaventarono. Ma egli disse loro: Non temete. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso; è risorto, non è qui; ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete come vi disse. E quelle, uscite, fuggirono dal sepolcro, perché erano sconvolte dallo spavento, e dalla paura non dissero nulla a nessuno (Marco, 16, 1-8).
Sempre nell’immagine della miniatura Pray si vedono, nella parte più alta, trattini ad angolo retto sul lenzuolo, che secondo certuni potrebbero - personalmente non ne sono convinto - voler richiamare il tessuto sindonico a spina di pesce. Nella parte più bassa della stessa immagine appaiono sul telo due gruppi di cerchietti a forma di L, simili a quattro gruppi di quattro fori ciascuno, originati da bruciatura, come quelli che si trovano sulla Sindone di Torino (veramente, sulla stessa fra altri forellini assai piccoli: ma poco visibili, mentre sono quelli grandi ad apparire evidenti all'occhio d'un visitatore del Lenzuolo). Tali gruppi simmetrici di fori sono rispettivamente, circa, al centro dei quattro rettangoli che possono derivare dalla piegatura in quattro del Lenzuolo.
Particolare della Sindone con evidenziazione dei quattro gruppi delle più antiche bruciature
Primo piano di uno dei gruppi delle più antiche bruciature sulla Sindone
Particolare del Codice Pray con evidenziazione di due presunti gruppi di fori a L
Si potrebbe dunque supporre che quando si produssero quei fori da bruciatura sulla Sindone, questa fosse ripiegata in quattro e quanto provocò le lesioni passasse attraverso tutti gli strati. La ragione di queste bruciature non è nota - forse metallo fuso colato per un accidente? - ma si sa che esse sono nel telo СКАЧАТЬ