Название: Una Ragione per Morire
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781640298217
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PROLOGO
Per un uomo che di nome faceva Rosie, non aveva niente di grazioso o delicato. Roosevelt “Rosie” Dobbs avanzò fino alla veranda dell’Appartamento 2B con il suo solito passo sbilenco, e se qualcuno fosse stato nelle vicinanze lo avrebbe sentito imprecare sotto voce, una sfilza di oscenità che lo seguiva come un’ombra.
Con un grosso pugno sgraziato, Rosie bussò violentemente sulla porta. A ogni colpo il volto dell’inquilino del 2B gli lampeggiava davanti agli occhi. Uno stronzo borioso di nome Alfred Lawnbrook, il classico tipo convinto di essere migliore di chiunque altro anche se viveva in un appartamento di seconda categoria in una delle zone peggiori della città. Non pagava mai l’affitto in tempo, era sempre stato in ritardo di almeno una settimana nei due anni che aveva vissuto lì. Quella volta la scadenza era passata da tre settimane, e Rosie si era stufato. Se Lawnbrook non gli avesse consegnato il suo affitto per la fine della giornata, lo avrebbe cacciato via.
Era sabato, poco dopo le nove del mattino. L’auto di Lawnbrook era parcheggiata nel suo solito posto, quindi Rosie sapeva che era in casa. E tuttavia, nonostante i colpi alla porta, Al Lawnbrook non rispondeva.
Rosie diede un’ultima violenta manata alla porta e poi cominciò a urlare. “Lawnbrook, porta qui il tuo culo! E farai meglio ad avere il mio affitto in mano quando apri la porta.”
Cercò di essere paziente. Aspettò ben dieci secondi prima di gridare di nuovo. “Lawnbrook!”
Non ricevendo alcuna risposta, Rosie sganciò la grossa anella piena di chiavi che portava a un moschettone al fianco. Le spulciò rapidamente fino a trovare quella etichettata come 2B. Senza altro preavviso, infilò la chiave nella toppa, girò la maniglia ed entrò nell’appartamento.
“Alfred Lawnbrook! Sono Rosie Dobbs, il tuo padrone di casa. Sei in ritardo di tre settimane e….”
Ma capì subito che non avrebbe ricevuto risposta. La quiete e il silenzio del posto gli fecero intuire che Lawnbrook non era a casa.
No, non è proprio così, pensò Rosie. È qualcos’altro… c’è qualcosa di strano. Di ammuffito e… beh, sbagliato.
Rosie fece qualche passo dentro l’appartamento, fermandosi una volta al centro del soggiorno.
Fu allora che notò l’odore.
All’inizio gli fece pensare alle patate andate a male. Ma c’era qualcosa di diverso, e di più sottile.
“Lawnbrook?” chiamò di nuovo, ma quella volta nella sua voce c’era un tremito di paura.
Di nuovo, non ricevette risposta… non che se ne aspettasse una. Attraversò la sala e lanciò uno sguardo in cucina, pensando che forse fosse rimasto fuori del cibo e avesse iniziato ad andare a male. Ma la stanza era pulita e, date le dimensioni limitate, fu subito chiaro che non ci fosse niente fuori posto.
Chiama la polizia, disse una parte saggia di Rosie. Lo sai che qui c’è qualcosa che non va, chiama la polizia e lavatene le mani.
Ma la curiosità era troppo forte e lui non riuscì ad allontanarsi. Si avviò nel corridoio e una qualche intuizione perversa gli disse di guardare verso la porta della camera da letto. Lungo il percorso l’odore era persino peggiore e ormai aveva capito cosa stava per trovare. E tuttavia non poteva fermarsi. Doveva sapere… doveva vedere.
La camera da letto di Al Lawnbrook era solo vagamente in disordine. Qualche oggetto era stato spinto giù dal comodino: il portafoglio, un libro, una foto incorniciata. Le tapparelle di plastica alla finestra erano un po’ storte, quelle sul fondo piegate a metà.
E lì, l’odore era infinitamente più potente. Non era intenso, ma di certo non era qualcosa che Rosie volesse annusare ancora a lungo.
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