Sangue Saziato. Amy Blankenship
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Название: Sangue Saziato

Автор: Amy Blankenship

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Ужасы и Мистика

Серия: Legami Di Sangue

isbn: 9788835402671

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СКАЧАТЬ ragionato con i pantaloni invece che col cervello… non so se capisci cosa intendo.”.

      “Come se non bastasse, dopo che te ne sei andato abbiamo trovato flaconi vuoti e siringhe nel cestino accanto alla sua gabbia. Le etichette erano la prova che la stavano riempiendo di ormoni.”.

      “Ormoni?” chiese Tasuki, non capendo il senso di quello che Micah gli stava dicendo.

      “Stavano cercando di mandarla in calore per farla accoppiare.” disse Titus con tono freddo. “Oltre il settanta percento dei lupi all’attivo sono single e la maggior parte di quelli accoppiati ha una compagna umana. Non ci vorrebbe molto per iniziare una rissa. Per quanto ne so… probabilmente lei è l’unica femmina in città ad essere maggiorenne e senza un compagno. La nostra razza tende a litigare per le femmine molto prima che diventino maggiorenni.”.

      Tasuki si accigliò, vedendo la cosa da una nuova prospettiva “Se la metti in questo modo allora capisco… ma comunque non è giusto.”.

      Micah gli diede una pacca sulla spalla “Tranquillo… ci sono ancora tante cose che non sai sui mutanti, però sei uno che impara in fretta. Tra non molto magari riuscirai ad elencare ad alta voce tutte le nostre regole senza battere ciglio.”.

      “Grandioso.” brontolò Tasuki “Altre regole da imparare.”.

      Titus salì sul furgone ed entrò nella gabbia; chinandosi per prendere la lupa in braccio, inalò il suo odore e imprecò. L’ultima volta che aveva avvicinato una femmina di mutante in calore, si era beccato un pugno in faccia da un Dio del Sole geloso. Ma, almeno, aveva imparato in fretta la lezione.

      “Ehi, Micah, hai ancora quello spray per coprire gli odori?”.

      Quando l’altro gli lanciò la boccetta, lui la prese al volo. Gli ci vollero alcuni minuti per spruzzarla tutta e svuotarla, poi se la infilò in tasca. Sollevando delicatamente la lupa, uscì dalla gabbia.

      Quando Titus la portò fuori alla luce, Tasuki ammise che era molto bella. La sua pelliccia era di un nero intenso e, avendo incrociato per un attimo il suo sguardo al magazzino, sapeva che i suoi occhi erano di un bel colore dorato con riflessi blu e verdi.

      “Chissà quanti anni ha.” chiese sottovoce per non svegliarla, anche se gli avevano detto che il tranquillante l’avrebbe fatta dormire ancora per un po’.

      “Secondo Boris ha una ventina d’anni, in base alla grandezza delle sue zampe.” rispose Micah accigliato. “Sembra aver passato un periodo difficile in cattività.”.

      Portandola nella cella vuota, Titus la adagiò delicatamente sulla branda. Avendo ascoltato la conversazione tra Micah e Tasuki, le diede un’occhiata più da vicino.

      Si trovò d’accordo riguardo al trattamento che doveva aver subito da Luca. La sua pelliccia, così scura e bella, in alcuni punti era sporca e opaca, segno che non tornava nella sua forma umana da un bel po’. I cuscinetti delle zampe erano graffiati e ruvidi, ed erano visibili anche alcuni segni di escoriazione da pungolo per bestiame.

      Sapeva perché si era rifiutata di trasformarsi e ammirava la sua testardaggine. Se l’avessero catturata nella sua forma umana… l’avrebbero violentata. Aveva usato l’unica arma che aveva contro di loro… cioè il fatto che una femmina di lupo mannaro non può rimanere incinta nella sua forma animale. Ciò non dimostrava soltanto la sua forza di volontà ma anche la sua intelligenza.

      Mantenendo il controllo, Titus uscì dalla cella e chiuse la porta a chiave. Al suo risveglio sarebbe stata ancora di pessimo umore ma, almeno, quella cella era molto meglio della gabbia in cui l’avevano fatta entrare.

      “Non dovremmo iniziare ad interrogare la guardia che abbiamo preso e vedere se sa dove tengono gli altri ostaggi?” chiese Tasuki mentre si avviava verso la stanza degli interrogatori.

      Titus stava per rispondere quando uno degli agenti che non aveva partecipato al raid entrò dalla porta principale e si diresse verso le celle.

      “Philip, dove diavolo stai andando?” gli chiese Titus.

      L’agente, uno dei lupi più giovani della squadra, si bloccò e sorrise timidamente. “Non ho partecipato alla missione, perciò volevo vedere se era già tornata in forma umana.”.

      Micah diede una gomitata a Tasuki “Capisci cosa intendevo?”.

      L’altro si accigliò e incrociò le braccia sul petto “Purtroppo sì.”.

      La motivazione dell’agente mise in allarme Tasuki, facendolo infuriare di nuovo. Se la lupa fosse tornata nella sua forma umana non avrebbe avuto alcuna privacy, poiché si sarebbe ritrovata nuda. Ciò era la prova che Micah aveva ragione riguardo all’istinto dei lupi.

      “È un essere vivente come te, non uno spettacolino a luci rosse.” ringhiò Tasuki, prima di precipitarsi nella stanza degli interrogatori.

      “Quel ragazzo ha fegato, devo ammetterlo.” mormorò Micah.

      Titus, perplesso, si rivolse a Phillip “Penso che tu abbia avuto la tua risposta. Manterrete tutti le distanze da questo dipartimento fino a nuovo ordine… chiaro? Anzi, perché non sorvegli tu la porta e ti assicuri che a nessun altro venga la tua stessa idea?”.

      “E cosa dico?” chiese Phillip stupidamente, poi indietreggiò subito di alcuni passi quando Titus si diresse verso di lui.

      “Di’ loro che staccherò la testa io stesso al primo idiota che ficca il naso oltre quella porta.” tuonò Titus. Poi lanciò un’occhiataccia a Phillip, che praticamente inciampò nei suoi stessi passi mentre si affrettava a uscire.

      “Ti hanno mai detto che sei un alfa da paura?” gli chiese Micah, poi rise e gli diede una pacca sulla spalla.

      L’altro scosse la testa e disse “Forse dovremmo bloccare tutte queste porte e finestre, nel caso in cui si presenti qualche lupo coraggioso. Non voglio distrazioni dopo che avremo iniziato con quell’idiota incatenato nell’altra stanza.”.

      “Forse dovremmo interrogarlo a turno, in modo che qualcuno sarà sempre qui a sorvegliarla.” propose Micah. “Però adesso, se non seguiamo Tasuki, penso che si sfogherà sul nostro uomo.”.

      Titus alzò un sopracciglio “Buona idea.”.

      Nella stanza degli interrogatori, Tasuki si afferrò allo schienale della sedia e fissò il lupo mannaro dall’altra parte del falso specchio. Chiuse gli occhi, incapace di impedire che quel maledetto ricordo tornasse a perseguitarlo. Era l’ultimo sogno che aveva fatto su di lei… ed era stata anche l’ultima volta che aveva dormito.

      C’era una gabbia al centro di un’enorme caverna e Kyoko era intrappolata all’interno. Nel sogno era stata portata via da un mostro. Tasuki girava freneticamente attorno alla gabbia, alla ricerca del chiavistello per aprirla, ma c’erano solo sbarre di ferro. Aveva promesso di salvarla… ma come avrebbe potuto farlo se non c’era neanche una dannata porta?

      Aveva alzato lo sguardo e incrociato quello di Kyoko proprio mentre un paio di mani uscivano dall’oscurità e lo trascinavano verso la morte… lui ricordava di essere morto.

      Tasuki aprì gli occhi mentre il ricordo svaniva. Non importava quante volte avesse fatto quel sogno, finiva sempre allo stesso modo… lui moriva e Kyoko rimaneva intrappolata nella gabbia. Si passò una mano tra i capelli, cercando di riprendersi. Non importava quanto fossero reali i ricordi dei suoi sogni… erano solo nella sua testa ed era lì che dovevano rimanere.

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