Название: Sempre Con Te
Автор: Sophie Love
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные любовные романы
Серия: La Locanda di Sunset Harbor
isbn: 9781640291553
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Emily sorrise a Daniel. “Mi chiedo se non abbiamo per le mani una musicista in erba.”
Daniel guardava Chantelle quasi con curiosità, come se non riuscisse a credere alla sua esistenza. Emily si chiedeva se avesse mai avuto contatti con altri bambini prima di lei. Lei aveva fatto da babysitter per le nipoti di Ben un numero infinito di volte, quindi almeno aveva un minimo di esperienza. Daniel, da parte sua, sembrava del tutto fuori dal suo ambiente.
Proprio allora, Chantelle smise di suonare. Il suono della sua musica disarmonica aveva avvertito i cani che erano tornati a casa, e si erano messi ad abbaiare dalla lavanderia.
“Ti piacciono i cani?” chiese Emily a Chantelle, decidendo che di questo si sarebbe occupata lei.
Chantelle annuì entusiasta.
“Ne ho due,” proseguì Emily. “Rain è il cucciolo e Mogsy è la mamma. Vuoi conoscerli?”
Il sorriso di Chantelle si allargò.
Mentre Emily la conduceva nel corridoio, sentì la mano di Daniel sul braccio.
“È una buona idea?” le chiese con un sospiro sommesso mentre si dirigevano verso la cucina. “Non la spaventeranno? Non la morderanno?”
“Certo che no,” lo rassicurò Emily.
“Ma si sente parlare continuamente di cani che dilaniano bambini,” borbottò.
Emily alzò gli occhi al cielo. “Sono Mogsy e Rain, te li ricordi? Sono i cani più stupidi e tonti del mondo.”
Erano arrivati in cucina ed Emily fece cenno a Chantelle di andare in lavanderia. Nell’istante in cui aprì la porta i cani le saltarono in braccio a uggiolare. Daniel aveva l’aria incredibilmente tesa nel vedere Rain che correva in cerchio intorno a Chantelle mentre Mogsy le toccava con la zampa la felpa e cercava di leccarla. Ma Chantelle era felicissima. Si sciolse dal ridere.
Daniel sgranò gli occhi dalla sorpresa. Emily seppe istintivamente che era la prima volta che sentiva Chantelle esprimere tanta gioia.
“Credo che tu gli piaccia,” disse Emily a Chantelle con un sorriso. “Possiamo portarli fuori a giocare, se vuoi.”
Chantelle alzò su di lei i suoi grandi occhi blu. Sembrava felice come un bambino il giorno di Natale.
“Davvero?” balbettò. “Posso?”
Emily annuì. “Certo.” Porse a Chantelle alcuni giocattoli dei cani. “Vi guarderò dalla finestra.”
Aprì la porta sul retro che portava al cortile e i cani si precipitarono fuori. Chantelle rimase ferma un attimo, reticente a uscire sola, a fare il suo primo passetto di indipendenza. Ma alla fine trovò la fiducia, uscì, e lanciò una palla perché i cani andassero a prenderla.
Quando Emily tornò in cucina, Daniel stava mettendo su del caffè.
“Tutto okay?” chiese dolcemente.
Daniel annuì. “Non ci sono abituato. Il mio primo pensiero è che non le accada niente di male. Voglio solo tenerla al sicuro.”
“Questo è ovvio,” rispose Emily. “Ma devi permetterle di avere un po’ di indipendenza.”
Daniel sospirò. “Come fa a venirti così naturale?”
Emily si strinse nelle spalle. “Non credo che mi venga naturale. Vado solo a naso. È assolutamente al sicuro là fuori finché la teniamo d’occhio.”
Si appoggiò al lavabo della cucina e guardò dalla grande finestra il cortile dove Chantelle correva e i cani la inseguivano tutti agitati. Ma mentre la osservava, rimase colpita improvvisamente da quanto Chantelle somigliasse a Charlotte quando aveva la sua età. Le somiglianze erano sbalorditive, quasi inquietanti. Quella visione le riportò alla memoria un altro dei suoi ricordi perduti. Ne aveva avuti tanti di questi ricordi tornati spontaneamente da quando si era trasferita nella casa di Sunset Harbor, e anche se il modo in cui le venivano alla mente così brutalmente la spaventava, li conservava come tesori tutti quanti. Erano come i pezzi di un puzzle, ciascuno dei quali la aiutava a mettere insieme un’immagine di suo padre e della vita che avevano condiviso prima che sparisse.
In questo ricordo, Emily aveva una febbre orribile, forse anche l’influenza. Erano solo loro tre perché sua madre non era voluta venire a Sunset Harbor per il lungo weekend di vacanza, quindi suo padre stava facendo del suo meglio per prendersi cura di lei. Ricordò che uno degli amici del padre aveva portato i suoi cani e che a Charlotte era permesso giocarci, ma Emily stava troppo male e dovette rimanere dentro. Le scocciava tanto perdersi i cani che suo padre l’aveva sollevata fino alla finestra – la finestra della cucina alla quale era affacciata adesso – perché guardasse.
Emily si ritrasse e trasalì. Scoprì di avere le guance bagnate, di aver pianto guardando Chantelle trasformarsi in Charlotte. Non per la prima volta, Emily ebbe la forte sensazione che lo spirito di Charlotte stesse comunicando con lei, che in qualche modo vivesse dentro a Chantelle e che stesse dando a Emily un segno.
Proprio allora Daniel le si avvicinò da dietro e la cinse con le braccia. Era una distrazione benvenuta, quindi lasciò ricadere la testa fino a farla riposare sul suo petto.
“Che c’è che non va?” le chiese dolce, con voce rassicurante.
Doveva aver visto le lacrime. Emily scosse la testa. Non voleva dirgli del flashback, né della sensazione che lo spirito di Charlotte fosse dentro a Chantelle; non sapeva come l’avrebbe presa.
“Solo un ricordo,” disse.
Daniel la strinse forte, cullandola. Sembrava così diverso da come faceva con Chantelle. Con Emily era su un terreno familiare, e lei sapeva quanto fosse più sicuro di sé con lei che non con sua figlia. Aveva contato su di lui così tante volte. Adesso toccava a lei dargli qualcuno su cui contare.
“Un po’ pesante, vero?” gli disse alla fine, voltandosi verso il suo viso.
Daniel annuì, con espressione angosciata. “Non so neanche da dove cominciare. Devo iscriverla alla scuola elementare. Il prossimo semestre comincia mercoledì. Poi devo trovare un posto dove possiamo dormire.”
“Ti rovinerai la schiena se continui a dormire su quel divano pieghevole,” disse Emily. Poi venne colta da un’ispirazione. “Trasferitevi qui.”
Daniel vacillò per un attimo. “Non dici sul serio. Hai così tanto da fare che non riuscirai a ospitarci.”
“Voglio che veniate qui,” insistette Emily. “Voglio che Chantelle abbia dello spazio e una sua camera.”
“Non sei costretta a farlo,” disse Daniel, opponendosi ancora.
“E tu non sei costretto a cavartela da solo. Sono qui per te. È molto meglio così piuttosto che vi stringiate nella rimessa.” Lo strinse forte.
“Ma non puoi permetterti di chiudere una delle stanze per gli ospiti, no?”
Emily sorrise. “Ti ricordi di quando abbiamo parlato di trasformare la rimessa in una suite a parte, separata dal Bed and Breakfast? СКАЧАТЬ