Vincitore, Vinto, Figlio . Морган Райс
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Читать онлайн книгу Vincitore, Vinto, Figlio - Морган Райс страница 13

СКАЧАТЬ e pesante vela. Non trascinarono la bestia dalla sua caverna, ma parvero riuscire a convincerla a muoversi.

      La creatura si arrampicò fuori dal buco sulle sue zampe artigliate. Era una bestia con pelle sottile e grinzosa su ossa più lunghe di quanto un qualsiasi uomo fosse alto. Alcune di quelle ossa sporgevano dalla pelle come punte e spine grandi quanto teste di frecce. Era alto come il fianco di una grossa nave e aveva un aspetto potente e impossibile da fermare. Aveva una testa da coccodrillo ricoperta di scaglie e un unico grande occhio giallo e minaccioso nel mezzo del cranio.

      N’cho era pronto con altre catene e si affrettò a porgerle ad altri uomini in modo che presto l’intera compagnia di guerrieri teneva ferma la bestia. Anche incatenata a quel modo la creatura era terrificante e pericolosa. Sembrava emanare un senso di morte e l’erba attorno ad essa divenne secca e marrone solo per la sua presenza lì.

      Irrien rimase fermo. Non sguainò la sua spada, ma solo perché non aveva senso. Come si poteva uccidere qualcosa che chiaramente non era vivo in nessun senso comprensibile? E poi perché mai avrebbe dovuto volerlo uccidere, quando si trattava esattamente di ciò che aveva chiesto per essere in grado di gestire i difensori di Haylon e la ragazza che si supponeva essere più forte di tutti loro?

      “Come promesso, Prima Pietra,” disse N’cho, facendo un gesto come se fosse uno schiavista che faceva mostra di un trofeo particolarmente costoso. “Una creatura più pericolosa di qualunque altra.”

      “Abbastanza pericolosa da uccidere un Antico?” chiese Irrien.

      Vide l’assassino annuire come un forgiatore di spade fiero della propria creazione.

      “Questa è una creatura di pura morte, Prima Pietra,” disse. “Può uccidere ogni cosa vivente. Sono certo che ne sarai soddisfatto.”

      Irrien guardò gli uomini che a fatica la contenevano, cercando di bilanciare la pura forza di quella cosa. Non poteva neanche immaginare di provare a combatterla. Non poteva immaginare nessuno in grado di sopravvivere al suo assalto. Per un breve momento quel singolo occhio incrociò il suo sguardo e l’unico impressione che Irrien ebbe fu di odio: un profondo e solido odio per qualsiasi cosa vivente.

      “Se poi sarai capace di rimetterla al suo posto,” disse Irrien. “Non ho nessun desiderio di avere questa cosa che mi viene appresso.”

      N’cho annuì. “Non è una cosa intesa per questo mondo, Prima Pietra,” disse. “Il potere che la tiene insieme si estinguerà a tempo debito.”

      “Portatela alle barche,” ordinò Irrien.

      N’cho annuì e fece segno agli uomini, dando ordini su come tirare e con quanta forza. Irrien vide il momento in cui un uomo fece un passo falso e la bestia tirò un fendente facendolo a pezzi.

      Non c’erano molte cose che facessero paura a Irrien, ma questa gliene faceva. Ma c’era del buono in questo. Significava che era potente. Tanto potente da poter massacrare i suoi nemici.

      Tanto potente da poter mettere fine a tutto questo una volta per tutte.

      CAPITOLO NOVE

      Stefania aspettava con impazienza in una sala all’interno dell’enorme casa di Ulren, mantenendosi perfettamente inespressiva in volto, proprio come una delle statue lì presenti, noncurante della paura che provava in quel momento. La paura c’era, nonostante i programmi per quel momento e nonostante tutto quello che aveva fatto per arrivare lì.

      Sapeva dal suo tentativo per sedurre Irrien quanto potessero andare storte le cose. Un passo falso e sarebbe potuta morire, o peggio venire venduta a qualche riccone come una specie di trofeo. Sperava solo che la ex Seconda Pietra fosse più facile da sedurre rispetto alla prima.

      La continua presenza dei malviventi che l’avevano portata lì non faceva nulla per calmare i suoi nervi. Non le parlavano, né la trattavano con la dovuta deferenza richiesta dalla sua posizione. Invece i due uomini stavano accanto alla porta come carcerieri, mentre la donna se n’era andata a dire a Ulren che Stefania era lì.

      Stefania trascorreva il tempo escogitando il modo migliore per presentarsi. Scelse un punto dove si trovava un divano e vi si adagiò sopra in modo elegante, addirittura seducente. Voleva che a Ulren fosse chiaro fin dall’inizio il motivo per cui lei si trovava lì.

      Quando la Seconda Pietra entrò nella sua sala da ricevimento, con la donna malvivente che gli camminava accanto, Stefania dovette trattenersi dall’alzarsi in piedi ed andarsene. Tenere il sorriso in volto fu ancora più dura, ma Stefania aveva un sacco di pratica quando si trattava di mascherare quello che provava sul serio.

      Le statue di Ulren potevano anche mostrare un giovane uomo dal rude fascino, ma ora la Seconda Pietra era ben lungi da quell’aspetto. Era vecchio. Ancora peggio, l’età non era stata gentile con lui nelle rughe e nelle macchie della pelle, nel diradarsi dei capelli e nelle cicatrici che aveva accumulato. Quello era il genere di uomo per cui le nobili ragazze canzonavano le più povere che dovevano sposarsi per i soldi, non qualcuno che Stefania avrebbe mai considerato come potenziale marito.

      “Prima Pietra Ulren,” disse Stefania sorridendo e alzandosi in piedi. “Sono contenta di conoscerti finalmente.”

      Mentì perché c’era in ballo qualcosa di ben più importante del denaro. Quest’uomo poteva ridarle il suo regno. Poteva restituirle ciò che le era stato tolto, e ancora di più.

      La mia suddita mi dice che sei Stefania, la nobildonna che è stata brevemente regina dell’Impero,” disse Ulren. “Hai innescato delle voci per attrarre la mia attenzione. Ora ce l’hai. Spero che non te ne dovrai pentire.”

      Stefania fece un sorriso ancora più ampio e si allungò a toccargli un braccio. “Come potrei mai pentirmi di incontrare l’uomo più potente al mondo? Soprattutto dato che ho una proposta per lui?”

      Guardò il volto di Ulren, cercando di ignorare il fatto che fosse difficile immaginarsi come sarebbe stato andarci a letto. Quello era un problema per un secondo momento, e in ogni caso Stefania avrebbe fatto ciò che era necessario.

      “Che genere di proposta?” chiese Ulren. Stefania poté vedere che la guardava dalla testa ai piedi con il genere di brama che gli uomini sempre mostravano quando la guardavano. Nascose la propria repulsione.

      “Una proposta,” disse Stefania. “Del resto chi altro c’è al mondo che potrebbe essere un marito più adatto per me?”

      Ulren guardò ancora Stefania, poi schioccò le dita. “Oh, capisco. Una nobildonna che cerca protezione. Incatenatela, legatela, marchiatela e lasciatela nelle mie stanze. Me la godrò un po’ prima di mandarla nel blocco degli schiavi.”

      Stefania vide i malviventi farsi avanti e per un momento la sua mente tornò a tutti i modi in cui Irrien l’aveva trattata. Era stato anche lui sprezzante nei suoi confronti, ma almeno aveva avuto la forza di prendersela da solo. E questa volta Stefania non era incastrata nel mezzo di un’invasione.

      La donna si mosse verso di lei, le catene pronte in mano in un modo che diceva quanto si aspettasse che ciò accadesse e con un sorriso che mostrava quanto non vedesse l’ora di farlo. Stefania la ignorò e andò invece verso le altre guardie.

      “Non pensare di scappare,” disse la donna.

      Le due guardie si mossero per bloccarle l’uscita. Questo portò i due uomini uno vicino all’altro, СКАЧАТЬ