Sala Operativa . Джек Марс
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Читать онлайн книгу Sala Operativa - Джек Марс страница 18

СКАЧАТЬ erano chiusi a chiave.

      “Ed?” disse Luke.

      Ed si avvicinò, afferrò la maniglia del cassetto in cima e la tirò fino ad aprirla con la forza bruta – a occhio nudo pareva un giochetto da ragazzi, un lesto strattone del polso a rompere la serratura. Luke lo sapeva bene. Poi Ed procedette ad aprire ogni singolo cassetto usando la stessa tecnica.

      “Come un piccone,” disse.

      Luke annuì. “Sì, ma più diretto.”

      Non c’era molto di più nei cassetti. Matite, penne, stinti articoli da cancelleria. Un pacco ancora chiuso di chewing gum Wrigley. Una vecchia calcolatrice Texas Instruments. In uno dei cassetti, sul fondo, c’erano tre CD-ROM in sporchi astucci di plastica. Gli astucci erano segnati con le lettere A, B e C scritte con pennarello su frammenti di nastro adesivo di carta. L’astuccio con su la lettera B era rotto.

      Swann si mise seduto al computer e lo avviò. “Piuttosto low-tech,” disse. “Questo coso probabilmente ha vent’anni. Scommetto che non è neanche connesso a internet. Certo. Guardate. Risale ai tempi precedenti alle connessioni via cavo, e a molto prima del wireless. Non c’è dove attaccare un Cat 5. Volete una connessione internet su questo coso? Qualcuno qui si ricorda la connessione via modem?”

      Per Luke, non aveva senso.

      “Perché un uomo mandato sul posto per primo per organizzare le cose, e proveniente da un Paese noto per la pirateria informatica sofisticata, ha un computer che non va neanche su internet, e quasi non ci potrebbe andare nemmeno se lui lo volesse?”

      Swann fece spallucce. “Ho un paio di idee.”

      “Ti va di condividerle?”

      “La prima è che non è affatto cinese. Non fa parte di niente di sofisticato. L’hackeraggio della diga non era particolarmente avanzato. Il sistema della diga era maturo per farsi spennare. Potrebbe far parte di un gruppo privo di supporto governativo.”

      “Se non è cinese, allora cos’è?” disse Luke.

      Swann si strinse nelle spalle. “Potrebbe essere americano. Potrebbe essere canadese. Ha zigomi alti e lineamenti del viso piatti, il che potrebbe voler dire che è tailandese. È un tipo grosso, il che potrebbe voler dire Cina settentrionale. Potrebbe essere un americano di discendenza asiatica. Stando in quella stanza con lui non ho colto nulla che indicasse la sua nazionalità. Ma non lo marcherei come cinese solo perché ha un passaporto cinese.”

      “Okay, e qual è la tua seconda idea?” disse Luke.

      “La mia seconda idea è che ha lavorato low-tech in modo che nessun ficcanaso potesse vedere quel che stava facendo. Non si può hackerare qualcosa che non è connesso. Se Li non è su internet, nessuno può leggere i suoi file. L’unico modo per accedervi è venire qui nel suo deposito abbandonato da Dio in un miserabile distretto industriale nella periferia di Atlanta. L’unico modo per scoprire anche solo che questo deposito esiste è torturare Li oppure, nel vostro caso, minacciare di torturarlo. E questa è una cosa che non sarebbe mai dovuta accadere tanto per cominciare, perché Li avrebbe dovuto uccidersi prima della cattura. La gente che avrebbe dovuto trovare il computer erano i responsabili di Li oppure, nello scenario peggiore, l’avrebbe scoperto Sal finiti i soldi dell’affitto. Poi o avrebbe buttato il computer nella spazzatura, o lo avrebbe venuto per dieci dollari.”

      Lo schermo del computer si accese e chiese una password di login.

      Swann fece un cenno in direzione dello schermo. “E quello, proprio lì, sarebbe bastato a bloccare Sal.”

      “Riesci a craccarla?” disse Ed.

      Swann quasi sorrise. “Scherzi? Questi criptaggi del 1994 o giù di lì sono uno scherzetto. Hackeravo questa roba quando avevo tredici anni.”

      Digitò un ordine, e nell’angolo in alto a sinistra apparve una vecchia schermata MS-DOS nera. Digitò altri comandi, esitò un momento, digitò ancora un po’, e tornò Windows, senza più chiedere la password.

      Quando si caricò il desktop, Swann cliccò in giro per un po’. Non ci volle molto. “Non ci sono file qui,” disse. “Nessun documento word, nessun foglio elettronico, nessuna foto, niente.”

      Guardò Luke oltre la spalla.

      “Questo computer è stato ripulito. L’hard disk c’è ancora, e funziona, ma non c’è prova di niente. Penso che il nostro amico Li potrebbe averci fregati.”

      “Riesci a recuperare i file che sono stati cancellati?” disse Luke.

      Swann si strinse nelle spalle. “Forse, ma non posso farlo qui. Potrebbero non esserci file da cui partire. Dovremo rimuovere l’hard disk e portarlo con noi all’NSA per saperlo per certo.”

      Luke si afflosciò appena. Generalmente aveva molta fiducia nella sua capacità di leggere le persone. Ma forse Swann aveva ragione. Forse Li li aveva fregati. Il suo terrore era sembrato abbastanza reale, ma forse aveva finto. Perché avrebbe dovuto farlo? Doveva per forza sapere che Luke sarebbe tornato subito per lui. Non c’era posto in cui scappare.

      “E i CD?” disse. “Controlliamo quelli.”

      Swann prese il primo, segnato con la A. Lo tenne tra due dita come se avesse su qualcosa di contagioso. “Certo, perché no?”

      Inserì il CD nel lettore. Il computer improvvisamente andò su di giri come un aereo che si preparava al decollo. Trascorse un momento, e poi si aprì una finestra. Era una lista di file word. I file avevano nomi che seguivano schemi sequenziali, nella maggior parte dei casi con una parola e poi un numero. Ce n’erano decine e decine.

      La prima parola della lista era “aria”, e andava da “aria1” fino ad “aria27.” Un’altra parola che sembrava interessante era “rete”, che andava da “rete1” a “rete9.” Tra quelle due nella lista c’era la parola “diga.” Andava da “diga1” a “diga39.” Molto più giù si andava da “treno1” a “treno21.” E ancora, da “trivella1” a “trivella19.”

      “Comincio con aria?” disse Swann.

      “Okay.”

      Swann aprì aria1. Le parole in alto fungevano come da titolo. Aeroporto internazionale John F. Kennedy, New York City.

      “Oh-oh,” disse Swann.

      C’era una breve descrizione dell’aeroporto, inclusi data di apertura, la sua posizione per latitudine e longitudine, il numero di voli e passeggeri per anno, le maggiori linee aeree che serviva, e altro. Poi c’erano molte pagine di fotografie del terminal, una mappa di New York con indicato l’aeroporto, e poi molte mappe dei terminal. Oltre, le cose si facevano tecniche – apparvero lunghe liste di dati, un caos di numeri e lettere. Swann si fece silenzioso mentre le leggeva attentamente.

      “Houston, abbiamo un problema,” disse alla fine.

      *

      Il SUV nero sfrecciava per le strade di città, puntando alla strada principale.

      Luke era in attesa per parlare con la presidente. In sottofondo riusciva a sentire sia Ed che Swann trafficare ai cellulari.

      “Avrò bisogno di una squadra di analisti da СКАЧАТЬ