Название: Tracce di Morte
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Thriller di Keri Locke
isbn: 9781640290860
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Improvvisamente il silenzio fu rotto da un urlo agghiacciante. Keri alzò lo sguardo, sorpresa. Un uomo con una giacca a vento e un cappello da baseball stava scappando. Riusciva a vedergli solo la schiena, ma capì che stava tenendo qualcosa in braccio.
Keri si alzò in piedi, guardandosi in giro disperatamente in cerca di Evie. Non era da nessuna parte. Keri si mise a correre verso l’uomo ancor prima di esserne certa. Un secondo dopo, la testa di Evie si sporse dal corpo dell’uomo. Era terrorizzata.
“Mamma!” urlò. “Mamma!”
Keri li inseguì, scattando al massimo della velocità. L’uomo aveva un grosso vantaggio. Quando Keri fu a metà strada del campo erboso, lui era già al parcheggio.
“Evie! Lasciala andare! Fermo! Qualcuno fermi quell’uomo! Ha preso mia figlia!”
La gente si voltava, ma per lo più sembrava confusa. Nessuno fece nulla per aiutarla. E lei non vide nessuno fermarlo al parcheggio. Vide dove era diretto. C’era un furgone bianco alla fine del parcheggio, posteggiato parallelamente al marciapiede per un’uscita rapida. Era a meno di quindici metri dal mezzo quando sentì ancora la voce di Evie.
“Ti prego, mamma, aiutami!” la implorò.
“Arrivo, tesoro!”
Keri corse anche più veloce, con la vista offuscata da lacrime brucianti, ignorando la fatica e la paura. Aveva raggiunto il ciglio del parcheggio. L’asfalto era friabile e scavato sotto ai suoi piedi scalzi, ma non le importava.
“Quell’uomo ha preso mia figlia!” urlò di nuovo, indicandoli.
Un adolescente in t-shirt e la sua ragazza uscirono dalla loro auto, a soli pochi posteggi dal furgone. L’uomo gli passò davanti correndo. Sembravano sbalorditi, finché Keri non urlò di nuovo.
“Fermatelo!”
Il ragazzo cominciò a camminare verso l’uomo, poi scattò di corsa. Ormai l’uomo aveva raggiunto il furgone. Aprì la portiera e ci buttò dentro Evie come fosse stata un sacco di patate. Keri sentì il rumore che fece il suo corpo quando colpì il muro.
Chiuse la portiera e corse intorno al veicolo fino al posto del guidatore, quando il ragazzo lo raggiunse e lo afferrò per una spalla. L’uomo si voltò e Keri riuscì a guardarlo meglio. Indossava occhiali da sole e un cappello tenuto basso ed era difficile vedere attraverso le lacrime. Ma colse di sfuggita capelli biondi e quello che sembrava parte di un tatuaggio sul lato destro del collo.
Ma prima che potesse distinguere altro, l’uomo aveva allungato il braccio all’indietro e aveva colpito il ragazzo in viso, facendolo sbattere contro una macchina lì vicina. Keri sentì il ripugnante rumore di uno schianto. Vide l’uomo prendere un coltello da un fodero assicurato alla cintura e tuffarlo nel petto del ragazzo. Lo estrasse e aspettò un secondo per vedere il ragazzo ruzzolare a terra prima di completare il giro per raggiungere di corsa il sedile del conducente.
Keri costrinse ciò che aveva visto fuori dai suoi pensieri e si concentrò solo sul raggiungere il furgone. Sentì il motore avviarsi e vide il furgone cominciare a muoversi. Era a meno di sei metri di distanza.
Ma il veicolo stava ormai prendendo velocità. Keri continuò a correre ma sentiva il suo corpo stava cedendo. Portò lo sguardo sulla targa, pronta a memorizzarla. Non c’era.
Cercò le chiavi, poi si ricordò che erano nella borsa, al parco. Tornò al punto in cui si trovava il ragazzo, sperando di prendere le sue e la sua macchina. Ma quando arrivò lì, vide che la sua ragazza era china su di lui, a piangere senza controllo.
Alzò di nuovo lo sguardo. Il furgone era lontanissimo adesso, e spostandosi aveva sollevato una scia di polvere. Non aveva una targa, nessuna descrizione da fare, nulla da offrire alla polizia. Sua figlia era sparita e lei non sapeva cosa fare per riaverla.
Keri cadde a terra accanto alla ragzza e cominciò a piangere di nuovo, e i loro lamenti di disperazione era indistinguibili l’uno dall’altro.
Quando aprì gli occhi era di nuovo nella casa di Denton. Non ricordava di essere uscita dal capanno né di aver attraversato l’erba morta. Ma in qualche modo era arrivata nella cucina di Rivers. Due volte in un giorno solo.
Stava peggiorando.
Tornò nel soggiorno, guardò Denton negli occhi, e disse, “Dov’è Ashley?”
“Non lo so.”
“Perché il suo cellulare è in tuo possesso?”
“L’ha lasciato qui ieri.”
“Stronzate! Ha rotto con te quattro giorni fa. Ieri lei non è stata qui.”
Il viso di Denton crollò all’assalto verbale incontrollato.
“Okay, gliel’ho preso.”
“Quando?”
“Oggi pomeriggio, a scuola.”
“Gliel’hai fregato di mano?”
“No, l’ho urtata dopo l’ultima campanella e gliel’ho sfilato dalla borsa.”
“Chi possiede un furgone nero?”
“Non lo so.”
“Un tuo amico?”
“No.”
“Qualcuno che hai assunto?”
“No.”
“Come ti sei fatto quei graffi sul braccio?”
“Non lo so.”
“Come ti sei fatto quel taglio sulla testa?”
“Non lo so.”
“Di chi è il sangue sul tappeto?”
“Non lo so.”
Keri spostò il peso da un piede all’altro e cercò di trattenere la rabbia che le saliva nel sangue. Capì che stava perdendo la battaglia.
Lo guardò fisso e disse, senza emozione, “Te lo chiederò un’altra volta: dove si trova Ashley Penn?”
“Vaffanculo.”
“Risposta sbagliata. Riflettici mentre ti portiamo alla stazione di polizia.”
Si voltò, esitò un attimo, e poi d’un tratto si rigirò di nuovo e lo colpì col pugno chiuso, forte, con ogni grammo di rabbia che aveva in corpo. Lo prese dritto alla tempia, nello stesso punto della precedente ferita. Quella si aprì, e il sangue schizzò ovunque, e un po’ atterrò sulla camicetta di Keri.
Ray la fissava incredulo, raggelato. Poi rimise Denton Rivers in piedi con un unico forte strattone e disse, “Hai sentito la signora! Muoviti! E non andare più sbattere la testa su altri tavolini da caffè.”
Keri СКАЧАТЬ