Название: Corsa Contro la Follia
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Riley Paige
isbn: 9781632919861
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Ma Riley intuì dalla sua espressione, che quella era una pietosa bugia.
L’uomo proseguì: “E’ evidente che questo posto non è adatto. E’ troppo distante dal ristorante. Ho trovato un bel posto molto più vicino. Sono certo che capisci.”
Riley si sentiva troppo confusa e triste per rispondere. I ricordi del terribile incidente le tornarono alla mente.
Era stata a nord dello stato di New York, ad occuparsi di un caso, dove aveva appreso che un brutale assassino era a piede libero. Si trattava di Orin Rhodes. Sedici anni prima, Riley aveva ucciso la sua ragazza in una sparatoria, e lo aveva mandato in prigione. Quando Rhodes era stato finalmente rilasciato da Sing Sing, aveva sua vendetta su Riley e chiunque lei amasse.
Prima che Riley potesse rientrare, Rhodes si era introdotto nella sua casa, aggredendo April e Gabriela. Dalla casa vicino, Blaine aveva sentito i rumori della lotta e si era precipitato lì per portare soccorso. Probabilmente, aveva salvato la vita di April. Ma era rimasto gravemente ferito nel tentativo.
Riley lo aveva visto due volte all’ospedale.
La prima volta si era dimostrata devastante. Lui era privo di sensi a causa delle ferite, con una flebo in ogni braccio e una maschera per l’ossigeno. Si era sentita molto in colpa per quanto gli era accaduto.
Quando lo aveva incontrato per la seconda volta, l’esperienza si era rivelata più rincuorante. L’uomo era vigile ed allegro, e aveva scherzato un po’ orgogliosamente sulla sua imprudenza.
In quel momento le ritornarono in mente le parole che lui le aveva rivolto allora …
“Non c’è molto che non farei per te ed April.”
Chiaramente, lui ci aveva ripensato. Il pericolo di essere il vicino di casa di Riley si era dimostrato troppo grande per lui e, adesso, stava andando via. Lei non sapeva se sentirsi ferita o in colpa. Senz’altro, era delusa.
I pensieri di Riley furono interrotti dalla voce di April dietro di lei.
“Oh mio Dio! Blaine, tu e Crystal ve ne andate? Crystal è ancora qui?”
Blaine annuì.
“Devo andare a salutarla” April disse.
April si precipitò fuori dalla porta, diretta a quella accanto.
Riley stava ancora lottando con le proprie emozioni.
“Mi dispiace” lei disse.
“Ti dispiace per cosa?” Blaine chiese.
“Lo sai.”
Blaine annuì. “Non è stata colpa tua, Riley” le disse con voce gentile.
Riley e Blaine stettero a guardarsi per un momento. Alla fine, Blaine forzò un sorriso.
“Ascolta, non stiamo mica lasciando la città” disse. “Possiamo rivederci quando vogliamo. Così come le ragazze. E resteranno sempre nella stessa scuola. Sarà come se nulla fosse cambiato.”
Un gusto amaro si formò nella bocca di Riley.
Non è vero, pensò. Tutto è cambiato.
La delusione stava cominciando a cedere il posto alla rabbia. Riley sapeva che era sbagliato provare quel sentimento. Non ne aveva alcun diritto. Non sapeva nemmeno perché si sentisse in quel modo. Tutto ciò di cui era consapevole era che non riusciva a farne a meno.
E che cosa avrebbero dovuto fare ora?
Abbracciarsi? Stringersi le mani?
Sentiva che Blaine era, allo stesso modo, a disagio ed indeciso.
Riuscirono a salutarsi freddamente.
Blaine tornò in casa.
Riley rientrò, trovando Jilly intenta a fare colazione in cucina. Gabriela aveva preparato la colazione anche per lei, in modo che potesse mangiare con Jilly.
“Allora, sei emozionata per oggi?”
Non aveva ancora completato la domanda che già Riley si rese conto di quanto fosse infelice e banale.
“Credo di sì” la ragazzina disse, infilzando i pancake con una forchetta. Non degnò Riley nemmeno di uno sguardo.
*
Poco dopo, Riley e Jilly attraversavano l’ingresso della Brody Middle School.
L’edificio era bello; spiccavano gli sportelli degli armadietti dai colori sgargianti lungo tutto il corridoio e le opere realizzate dagli studenti appese ovunque.
Una studentessa, educata e gentile, si offrì di aiutarle indicando loro la segreteria della scuola. Riley la ringraziò e proseguì lungo il corridoio, tenendo il materiale per l’iscrizione di Jilly con un mano e stringendo la mano della ragazza con l’altra.
Prima, avevano proceduto all’iscrizione, in un altro ufficio del complesso scolastico. Avevano portato i documenti che i Servizi Sociali di Phoenix avevano fornito, i registri delle vaccinazioni, le trascrizioni degli esami scolastici, il certificato di nascita di Jilly, e un documento che individuava in Riley la tutrice della ragazza.
Al padre di Jilly era stata sospesa la potestà genitoriale, sebbene l’uomo avesse minacciato di opporsi a tale decisione. Riley era consapevole delle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare per completare la pratica di adozione
Jilly le strinse forte la mano e Riley avvertì il forte disagio della ragazza.
Non era difficile intuirne le ragioni: per quanto dura la vita a Phoenix si fosse rivelata, restava il solo posto in cui Jilly avesse vissuto.
“Perché non posso andare a scuola con April?” la ragazza chiese.
“L’anno prossimo sarai nello stesso liceo” Riley disse. “Prima, devi terminare la scuola media.”
Trovarono la segreteria e Riley mostrò le carte al receptionist.
“Vorremmo parlare con qualcuno per l’iscrizione a scuola di Jilly” Riley disse.
“Vi occorre un consigliere d’orientamento” l’uomo replicò con un sorriso. “Venite da questa parte.”
Entrambe avremmo bisogno di una guida, pensò Riley.
Il consigliere era una donna sui trent’anni, con una cascata di riccioli castani. Si chiamava Wanda Lewis, e il suo sorriso era caldo.
Riley pensò che potesse essere realmente d’aiuto. Senz’altro una donna che svolgeva un lavoro simile doveva interagire con studenti con una storia difficile alle spalle.
La Signora Lewis li guidò in un giro della scuola. La biblioteca era curata, ordinata, e ben organizzata con computer e libri. Nella palestra, le ragazze stavano felicemente giocando a basket. La mensa era pulita e brillante. Tutto sembrava assolutamente bello agli occhi di Riley.
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