Corsa Contro la Follia . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Corsa Contro la Follia - Блейк Пирс страница 12

СКАЧАТЬ il racconto. Ma, dentro di sé, sentiva che avrebbe commesso un errore a dirgli di fermarsi.

      Bill proseguì: “Il mattino seguente, i medici scoprirono che cos’era accaduto. Era rimasta vittima di un grave avvelenamento da glicole etilenico.”

      Riley scosse la testa. Il nome le suonava familiare, ma non riusciva a capire.

      Bill spiegò rapidamente: “Il suo punch alla festa era stato allungato con l’antigelo.”

      Riley sussultò.

      “Mio Dio!” lei esclamò. “Com’è stato possibile? Voglio dire, il sapore non avrebbe dovuto—?”

      “Il fatto è che la maggioranza degli antigelo ha un sapore dolce” Bill spiegò. “E’ facile mescolarlo con le bevande zuccherate senza farsene accorgere. E’ un modo orribilmente facile di usarlo come veleno.”

      Riley stava faticando ad assimilare ciò che stava sentendo.

      “Ma se il punch è stato allungato, le altre persone non sono state avvelenate?” chiese.

      “E’ proprio questo il punto” Bill disse. “Nessun altro fu avvelenato. Non era nella ciotola del punch. Era solo nei drink della mamma. Qualcuno l’aveva presa di mira.”

      Divenne nuovamente silenzioso per un momento.

      “Ma, allora, era troppo tardi per intervenire” disse. “Restò in coma e morì la vigilia di Capodanno. Eravamo tutti lì al suo capezzale.”

      In qualche modo, Bill riuscì a non scoppiare in lacrime. Riley immaginava che avesse versato molte lacrime nel corso degli anni, ripensandoci.

      “Non aveva senso” Bill disse. “Mamma piaceva a tutti. Non aveva un solo nemico al mondo, nessuno che la conoscesse riuscì a ipotizzare un’inimicizia. La polizia indagò, e fu chiaro che tutti coloro che lavoravano in banca erano estranei ai fatti. Ma diversi colleghi ricordarono uno strano uomo che era andato e venuto durante la festa. Era apparso amichevole, e tutti avevano pensato che fosse l’ospite di qualcuno, un amico o un parente. Se ne era andato prima della fine della festa.”

      Bill scosse amaramente la testa.

      “Il caso restò irrisolto. Ancora lo è. Immagino che lo resterà per sempre. Dopo tanti anni, non si troverà mai il colpevole. E’ stato terribile non scoprire mai chi fosse, non poterlo mai consegnare alla giustizia. Ma la cosa peggiore è non riuscire mai a scoprire il perché. Sembrava semplicemente un atto insensatamente crudele. Perché la mamma? Che cosa aveva fatto per indurre qualcuno ad un atto così orribile? O forse non aveva fatto niente. Forse si è trattato soltanto di una sorta di scherzo feroce. Il non sapere fu una tortura. Lo è ancora. E naturalmente, è una delle ragione per cui ho deciso di …”

      Non terminò la frase. Non ne aveva alcun bisogno. Riley sapeva da molto tempo ormai che il motivo che aveva spinto Bill alla carriera nelle forze dell’ordine era il mistero irrisolto della morte di sua madre.

      “Mi dispiace tanto” Riley disse.

      Bill alzò a fatica le spalle, come se avesse un enorme peso sulle spalle.

      “E’ successo tanto tempo fa” disse. “E poi, tu sai meglio di chiunque altro come si sente”.

      Le tranquille parole di Bill scossero Riley. Sapeva esattamente che cosa lui intendeva. Ed aveva ragione. Gli aveva raccontato tutto tempo prima, perciò non c’era alcun motivo di ripeterlo ora. Il partner lo sapeva già. Ma la cosa non rendeva il ricordo meno doloroso.

      Riley aveva sei anni, e la mamma l’aveva portata in un negozio di caramelle. Riley era eccitata e stava chiedendo tutte le caramelle che riusciva a vedere. A volte, la mamma la rimproverava per comportamenti simili. Ma quel giorno la mamma era dolce e la stava viziando, comprandole tutte le caramelle che desiderava.

      Proprio quando erano in fila alla cassa, uno strano uomo si avvicinò a loro. Indossava qualcosa sul volto, che gli appiattiva naso, labbra e guance, facendolo apparire buffo e spaventoso allo stesso tempo, quasi come un pagliaccio del circo. A Riley occorse un istante per rendersi conto del fatto che portava una calza di nylon sulla testa, proprio come quelle che la mamma indossava sulle gambe.

      Impugnava una pistola. E sembrava enorme. La stava puntando contro la mamma.

      “Dammi la borsa” le disse.

      Ma la mamma non lo fece. Riley non sapeva perché. Tutto ciò di cui era consapevole era che la mamma era spaventata, forse troppo spaventata per fare ciò che l’uomo le aveva chiesto, e probabilmente anche Riley avrebbe dovuto avere paura, e infatti, così era.

      L’uomo rivolse delle brutte parole alla mamma, ma lei non gli diede comunque la borsa. Era tutta tremante.

      Poi, ci fu uno sparo e un bagliore, e la mamma cadde a terra. L’uomo disse di nuovo delle cattive parole e poi scappò via. Il petto della mamma era insanguinato, e lei ansimò e si dimenò un istante prima di diventare completamente immobile.

      La piccola Riley iniziò a gridare. Non smise per molto tempo.

      Il tocco gentile della mano di Bill sulla sua riportò Riley al presente.

      “Mi dispiace” Bill disse. “Non intendevo riportartelo alla mente.”

      Aveva ovviamente visto la lacrima che le scendeva lungo la guancia. Gli strinse la mano. Gli era grata per la comprensione e la preoccupazione. Ma in verità Riley non aveva mai raccontato a Bill un ricordo che la turbava ancora di più.

      Suo padre era stato un colonnello nei Marines, un uomo rigido, crudele, insensibile, indifferente e spietato. In tutti gli anni successivi, aveva incolpato Riley della morte della madre. Sembrava che non gli importasse il fatto che avesse avuto soltanto sei anni.

      “Avresti potuto spararle, già che eri lì, per quanto aiuto le hai dato” le aveva detto il genitore.

      Il padre era morto l’anno precedente senza averla mai perdonata.

      Riley si asciugò le lacrime e guardò fuori dal finestrino, osservando il paesaggio che lentamente scorreva sotto di loro, a chilometri di distanza.

      Come succedeva sempre, nuovamente si rese conto di quanto avesse in comune con Bill, e di quanto fossero entrambi perseguitati dalle tragedie e ingiustizie del passato. In tutti quegli anni, erano stati guidati entrambi dagli stessi demoni, perseguitati da fantasmi simili.

      Dopo tutta la sua preoccupazione per Jilly e per la sua vita a casa, ora Riley sapeva che aveva fatto bene ad accettare di unirsi a Bill su questo caso. Ogni volta che lavoravano insieme, il loro legame diventava più forte e più profondo. Stavolta non sarebbe stato affatto diverso.

      Avrebbero risolto quegli omicidi, lei ne era sicura. Ma che cosa avrebbero ottenuto o perso in cambio lei e Bill?

      Forse entrambi guariremo un po’, la donna pensò. O forse le nostre ferite si apriranno e faranno più male.

      Si disse che non importava affatto. Avevano sempre collaborato, portando a termine il lavoro, a prescindere da quanto fosse dura.

      Ora dovevano affrontare un crimine particolarmente efferato.

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