Prima Che Senta . Блейк Пирс
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Prima Che Senta - Блейк Пирс страница 3

СКАЧАТЬ solita passeggiata” rispose.

      “Ma c’è così caldo! Fai presto, non vorrei che svenissi!”

      “O che sforassi il mio ridicolo coprifuoco” disse lei.

      “Sì, anche” disse Randall con scherno.

      Continuò a camminare, avvertendo l’opprimente presenza della casa allontanarsi alle sue spalle. Percepiva uno spazio aperto davanti a sé, il prato che l’aspettava. Al di là c’era il marciapiede e, meno di un chilometro più avanti, il giardino di rose.

      Ellis detestava l’idea di avere un coprifuoco a quasi sessant’anni. Ne capiva la necessità, ma la faceva sentire ancora una bambina. Eppure, nonostante non ci vedesse, se la passava piuttosto bene alla casa per ciechi Wakeman. C’era anche quell’uomo che veniva a leggere per lei una volta a settimana, a volte due. Sapeva che leggeva anche ad altri ospiti, ma si trovavano in altre strutture. Lì alla Wakeman, lei era l’unica e questo la faceva sentire speciale. Come se fosse la sua preferita. Si era lamentato con lei che agli altri piacevano solo i romanzi rosa, o banali best-seller. Invece con Ellis poteva leggere cose che gli piacevano. Due settimane prima avevano terminato la lettura di Cujo, di Stephen King. E adesso c’era quel libro di Bradbury e...

      Si fermò, inclinando leggermente la testa.

      Credeva di aver sentito qualcosa vicino a lei. Ma dopo essersi fermata, aveva smesso.

      Probabilmente è solo un animale nei boschi alla mia destra, pensò. Dopotutto erano nel sud della Virginia... c’erano un sacco di boschi e animaletti che ci vivevano.

      Agitò il bastone davanti a sé, trovando quasi conforto nel suo familiare clic clic mentre sbatteva sul marciapiede. Anche se ovviamente non aveva mai visto il marciapiede o la strada, li aveva sentiti descrivere numerose volte. Aveva anche composto una specie di immagine mentale, unendo gli odori alle descrizioni di fiori e alberi che il personale della casa le aveva fatto.

      Nel giro di cinque minuti, riuscì a sentire il profumo delle rose che si trovavano parecchi metri più avanti. Poteva udire le api ronzare lì attorno. A volte aveva la sensazione di riuscire a percepire persino il loro odore, un misto di polline e miele.

      Conosceva la strada per il roseto talmente bene che l’avrebbe potuta percorrere anche senza il suo bastone. Negli undici anni che si trovava lì, l’aveva seguita almeno un migliaio di volte. Andava lì per riflettere sulla sua vita, su come le cose fossero diventate così difficili che il marito l’aveva lasciata quindici anni prima e suo figlio undici. Quel bastardo dell’ex marito non le mancava neanche un po’, però le mancava la sensazione delle mani di un uomo su di sé. Se era onesta con se stessa, era uno dei motivi per cui le piaceva toccare il viso dell’uomo che leggeva per lei. Aveva un mento forte, zigomi alti e una parlata strascicata tipica del sud che era molto piacevole da ascoltare. Le avrebbe potuto leggere l’elenco telefonico e sarebbe stato comunque gradevole.

      Stava pensando a lui quando si accorse di essere arrivata al giardino. L’asfalto era duro sotto i suoi piedi, ma tutto il resto davanti a lei era soffice e invitante. Si fermò per un momento e scoprì che, come capitava solitamente al pomeriggio, aveva il posto tutto per sé. Non c’era nessun altro.

      Si fermò di nuovo. Aveva sentito qualcosa alle sue spalle.

      Riesco anche a percepirlo, pensò.

      “Chi c’è?” chiese.

      Non ottenne risposta. Era uscita così tardi perché sapeva che il giardino sarebbe stato deserto. Ben pochi uscivano dopo le sei di sera, perché la città di Stateton, dove si trovava la Wakeman, era un posto minuscolo. Quando era uscita, quindici minuti prima, non aveva sentito nessuno, né in cortile, né sul marciapiede. C’era la possibilità che qualcuno volesse coglierla di sorpresa per spaventarla, ma sarebbe stato rischioso. In quella città c’erano gravi conseguenze per comportamenti del genere e le forze dell’ordine non sentivano ragioni quando si trattava di far rispettare la legge, soprattutto quando si trattava di adolescenti e bulli che se la prendevano con i disabili.

      Ma eccolo di nuovo.

      Sentì il rumore, e la sensazione che ci fosse qualcuno si accentuò. Fiutava l’odore di qualcuno. Ma non era affatto un odore sgradevole, anzi, era familiare.

      Fu percorsa da un brivido di paura e aprì la bocca per gridare.

      Prima che potesse farlo, avvertì un’immensa pressione intorno alla gola. Sentì anche qualcos’altro che emanava dalla persona come calore.

      Odio.

      Annaspò, senza riuscire a parlare, urlare o respirare, e sentì le ginocchia cederle.

      La pressione intorno alla sua gola si intensificò e la sensazione di odio sembrò penetrare in lei, mentre il dolore si diffondeva nel suo corpo e, per la prima volta, Ellis ringraziò di essere cieca. Mentre sentiva la vita scivolare via dal proprio corpo, fu sollevata di non poter vedere il volto del male. Davanti ai suoi occhi c’era solo quell’oscurità fin troppo familiare, che le dava il benvenuto in qualunque luogo l’attendesse dopo quella vita.

      CAPITOLO UNO

      Mackenzie White, sempre in movimento, era perfettamente felice di essere confinata nella sua piccola postazione. Era stata persino più contenta quando, tre settimane prima, McGrath l’aveva chiamata per dirle che c’era un ufficio vacante grazie ad un giro di licenziamenti da parte del governo, e che era suo se lo desiderava. Aveva aspettato un paio di giorni e, quando nessun altro l’aveva preso, si era fatta avanti e vi si era trasferita.

      L’ufficio era scarsamente arredato, con solo una scrivania, una lampada da terra, una piccola libreria e due sedie. Appesa alla parete c’era una grande lavagna bianca. In quel momento la stava fissando, dopo essersi concessa una pausa dal rispondere alle email e fare telefonate nel tentativo di scoprire i dettagli di un caso in particolare.

      Era un vecchio caso... collegato al biglietto da visita che teneva sulla lavagna, appeso con una calamita:

      Antiquariato Barker

      Era il nome di un negozio che apparentemente non era mai esistito.

      Ogni pista investigativa che saltava fuori finiva sempre per rivelarsi un buco nell’acqua. Ad un certo punto avevano creduto di aver scoperto dove fosse, quando l’agente Harrison aveva scovato un possibile collegamento a New York. Invece si era rivelato essere solo un signore che vendeva imitazioni di pezzi d’antiquariato nel suo garage nei tardi anni ’80.

      Eppure, Mackenzie aveva la sensazione di essere vicinissima a scoprire qualche filo che l’avrebbe portata alle risposte che cercava, risposte che riguardavano la morte del padre, all’apparenza collegata ad un altro omicidio avvenuto più di recente, appena sei mesi prima.

      Cercò di tenersi stretta quella sensazione di essere vicina a qualcosa che per il momento restava invisibile pur essendo proprio davanti ai suoi occhi. Doveva farlo, in giornate come quella, quando aveva visto tre possibili piste sfumare dopo una serie di telefonate ed email.

      Quel biglietto da visita era diventato per lei come il pezzo di un puzzle. Lo fissava ogni giorno, cercando di farsi venire in mente una strategia che non aveva ancora provato.

      Era così presa che, quando qualcuno bussò alla porta, sussultò. Si voltò e vide Ellington sulla soglia, che si guardava attorno.

      “L’ufficio СКАЧАТЬ