Название: Una Ragione per Uccidere
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Avery Black
isbn: 9781640290426
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Lei lo fissò, perplessa.
“Andate d’accordo e piantatela di scocciarmi con le vostre cazzate!” esplose lui.
Un silenzio teso scese sulla stanza.
“Dylan, inizia a comportarti come un supervisore! Non chiamarmi per ogni inutile dettaglio. Impara a gestire da solo la tua squadra. E tu,” disse ad Avery, “farai meglio a darci un taglio con le battutine e l’atteggiamento menefreghista, e a cominciare a comportarti come se ti importasse qualcosa, per una volta, perché io so che è così.” La fissò a lungo. “Dylan e io ti abbiamo aspettata per ore. Vuoi spegnere la radio? Non rispondi al cellulare? Forse ti aiuta a pensare? Buon per te. Fai pure. Ma quando un tuo superiore ti chiama, tu rispondi. La prossima volta che succede una cosa del genere, ti tolgo il caso. Hai capito?”
Avery annuì, sentendosi intimorita.
‘“Capito,” rispose.
“Capito.” Dylan annuì.
“Bene,” disse O’Malley.
Si raddrizzò e sorrise.
“Ora, avrei dovuto farlo prima, ma non c’è momento migliore del presente. Avery Black, ti voglio presentare Dylan Connelly, padre divorziato di due figli. La moglie l’ha lasciato due anni fa perché non tornava mai a casa e beveva troppo. Ora loro vivono nel Maine e lui non riesce mai a vedere i suoi figli, quindi è sempre incazzato.”
Dylan si irrigidì e fece per parlare, ma non disse nulla.
“E Dylan? Ti presento Avery Black, ex avvocato difensore che ha fatto una cazzata e ha liberato uno dei peggiori serial killer del mondo sulle strade di Boston, un uomo che ha ucciso di nuovo e ha distrutto la sua vita. Ha lasciato un lavoro multimilionario, un ex marito e una ragazzina che le parla a malapena. E, come te, di solito annega i suoi dispiaceri nel lavoro e nell’alcool. Vedete? Avete in comune molto più di quanto pensiate.”
Divenne mortalmente serio.
“Non mettetemi di nuovo in imbarazzo, o tolgo il caso a entrambi.”
CAPITOLO OTTO
Da soli nella sala conferenze, Avery e Dylan rimasero seduti una di fronte all’altro per qualche momento di assoluto silenzio. Nessuno dei due si muoveva. Dylan era a capo chino. Una smorfia gli piegava il volto e sembrava stesse meditando qualcosa. Per la prima volta, Avery provò un po’ di simpatia per lui.
“So come è…” iniziò lei.
Dylan si alzò tanto in fretta e rigidamente che la sua sedia scivolò all’indietro e andò a sbattere contro la parete.
“Non pensare che questo cambi qualcosa,” disse. “Tu e io non siamo affatto simili.”
Anche se il suo minaccioso linguaggio corporeo indicava rabbia a distanza, i suoi occhi dicevano qualcosa di diverso. Avery era certa che fosse sull’orlo di un esaurimento. Qualcosa che il capitano aveva detto lo aveva colpito, proprio come aveva colpito lei. Entrano entrambi danneggiati, emarginati. Soli.
“Senti,” riprese, “pensavo solo.”
Dylan si voltò e aprì la porta. Il suo profilo mentre usciva confermò i timori di Avery: c’erano lacrime nei suoi occhi arrossati.
“Maledizione,” sussurrò lei.
La notte era il momento peggiore per Avery. Non aveva più un solido gruppo di amici, nessun hobby vero e proprio a esclusione del lavoro, ed era così stanca che non riusciva a pensare di darsi ancora da fare. Da sola al largo tavolo giallo, chinò la testa e tremò al pensiero di cosa sarebbe successo.
Il percorso per uscire dall’ufficio fu come ogni altro giorno, solo che nell’aria c’era un’eccitazione, e molti poliziotti erano incoraggiati dalla sua storia in prima pagina.
“Ehi, Black,” qualcuno la chiamò e indicò la sua foto in copertina. “Bella faccia.”
Un altro poliziotto picchiettò sull’immagine di Howard Randall.
“Questa storia dice che eravate molto intimi, Black. Sei una gerontofila? Sai cosa significa? Significa che ti piace farti i vecchi.”
“Voi ragazzi siete proprio spassosi.” Sorrise e sparò dalle dita come con una pistola.
“Fottiti, Black.”
***
Nel garage era parcheggiata una BMW bianca, comprata cinque anni prima, sporca e logora. Avery l’aveva comprata all’apice del suo successo come avvocato difensore.
Che cosa stavo pensando? si chiese. Perché mai comprare un’auto bianca?
Il successo, si ricordò. La BMW bianca era stata splendida e vistosa, e lei aveva voluto far sapere a tutti che era la migliore. Ormai era un ricordo della sua vita fallita.
L’appartamento di Avery si trovava su Bolton Street, a South Boston. Aveva un piccolo appartamento con due camere da letto al livello più alto di un palazzo a due piani. Era un passo indietro rispetto all’attico nel grattacielo dove viveva prima, ma era spazioso e ordinato, con un bel terrazzo dove poteva sedersi a rilassarsi dopo una dura giornata di lavoro.
Il soggiorno era un open space dalla folta moquette marrone. La cucina era sulla destra rispetto alla porta d’ingresso, e separata dal resto della stanza da due larghe isole. Non c’erano piante o animali. L’esposizione a nord assicurava che l’appartamento fosse per lo più al buio. Avery gettò le chiavi sul tavolo e si liberò delle altre cose: pistola, fondina, walkie talkie, distintivo, cintura, telefono e portafoglio. Mentre si dirigeva verso la doccia si spogliò.
Dopo essere rimasta a lungo sotto l’acqua per elaborare gli eventi della giornata, indossò l’accappatoio, prese una birra dal frigo, poi il telefono e andò in terrazzo.
Sul cellullare c’erano quasi venti chiamate perse, oltre a dieci nuovi messaggi. La maggior parte era di Connelly e O’Malley. Si sentivano molte urla.
A volte Avery era tanto concentrata e assorta da rifiutarsi di rispondere a chiunque non fosse essenziale al suo compito, specialmente quando tutti i pezzi del puzzle non erano ancora andati al loro posto; quello era uno di quei giorni.
Controllò gli ultimi numeri chiamati, e tutte le persone che avevano chiamato lei nel mese precedente. Nessuno era di sua figlia, o del suo ex marito.
All’improvviso sentì la mancanza di entrambi.
Pigiò alcuni pulsanti.
Il telefono squillò.
Un messaggio rispose: “Ciao, sono Rose. Non posso rispondere alla tua chiamata, ma se mi lasci un breve messaggio, il tuo nome e il tuo numero, ti risponderò il prima possibile. Grazie mille.” Bip.
Avery riappese.
Intrattenne brevemente con l’idea di chiamare СКАЧАТЬ