Название: La Forgia del Valore
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Re e Stregoni
isbn: 9781632914613
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Il ragazzo sorrise, un sorriso brutto e malvagio.
“Sei un mio suddito ora,” gli rispose. “Sono il tuo nuovo re. Posso andare ovunque, in qualsiasi momento voglia, per qualsiasi motivo o anche per nessuna ragione al mondo. Magari ho solo piacere di guardarti, mentre stai sdraiato qui in questa prigione, spezzato e distrutto.”
Duncan respirava e ogni respiro gli faceva male, era a malapena capace di controllare la sua rabbia. Voleva fare del male a quell’uomo più di quanto ne avesse fatto a chiunque altro in passato.
“Dimmi,” disse Duncan con l’intento di ferirlo. “Come ti sei sentito a uccidere tuo padre?”
L’espressione di Enis si fece più dura.
“Neanche la metà del bene che provo a guardarti morire in questa galera,” rispose.
“Allora fallo adesso,” disse Duncan pensandolo veramente.
Ma Enis sorrise e scosse la testa.
“Non sarà così facile per te,” gli rispose. “Prima ti guarderò soffrire. Voglio che tu prima veda cosa ne sarà della tua amata terra. I tuoi figli sono morti. I tuo i comandanti sono morti. Anvin e Durge e tutti i tuoi uomini alla Porta Meridionale sono morti. Milioni di Pandesiani hanno invaso la nostra nazione.”
Duncan sentì sprofondare il cuore udendo le parole del ragazzo. Una parte di lui si chiese se si trattasse di uno scherzo, ma aveva la sensazione che fosse tutto vero. Si sentiva cadere sempre più giù a ogni frase.
“Tutti i tuoi uomini sono imprigionati e Ur è sotto assedio dal mare. La stanno bombardando. Quindi vedi, hai fallito miseramente. Escalon si trova in condizioni molto peggiori di prima e non hai nessuno da biasimare se non te stesso.”
Duncan tremava di rabbia.
“E quanto ci vuole,” chiese, “prima che il grande oppressore si rivolti contro di te? Pensi davvero che verrai risparmiato, che sfuggirai all’ira di Pandesia? Che ti permetteranno di essere re? Di governare come ha fatto tuo padre un tempo?”
Enis sorrise con risoluzione.
“So che lo faranno,” disse.
Si fece più vicino, così vicino che Duncan poté sentire il cattivo odore del suo alito.
“Vedi, ho fatto un patto con loro. Un patto molto speciale per assicurarmi il potere, un patto che non hanno potuto rifiutare.”
Duncan non osava chiedere di cosa si trattasse, ma Enis sorrise e si chinò su di lui.
“Tua figlia,” sussurrò.
Duncan sgranò gli occhi.
“Pensavi davvero di poterla nascondere da qualche parte dove non potessi trovarla?” insistette. “Mentre noi parliamo i Pandesiani la stanno accerchiando. E questo dono non farà che dare stabilità al mio potere.”
Le catene di Duncan tintinnarono e il rumore riecheggiò in tutta la prigione mentre lui lottava con tutte le sue forze per liberarsi e attaccare, riempito di una disperazione oltre ogni sopportabile limite.
“Per cosa sei venuto qui?” chiese Duncan sentendosi molto più vecchio, la voce spezzata. “Cosa vuoi da me?”
Enis sorrise. Fece silenzio a lungo e alla fine sospirò.
“Credo che mio padre volesse qualcosa da te,” disse lentamente. “Non ti avrebbe convocato, non avrebbe concordato quel patto se non fosse stato così. Ti ha offerto una grandiosa vittoria con i Pandesiani e in cambio deve averti chiesto qualcosa. Cosa? Di cosa si tratta? Quale segreto nascondeva?”
Duncan lo fissò, risoluto, del tutto noncurante.
“Tuo padre effettivamente desiderava qualcosa,” rispose, girando il coltello nella piaga. “Qualcosa di onorevole e sacro. Qualcosa per cui poteva fidarsi solo di me. Non di suo figlio. Ora capisco perché.”
Enis fece una smorfia e divenne rosso in volto.
“Se i miei uomini morissero per qualsiasi motivo,” continuò Duncan, “sarebbe per il bene dell’onore e della fiducia, valori che mai infrangerei. Ed è per questo che non lo saprai mai.”
Enis si adombrò e Duncan fu felice di vederlo furente.
“Hai intenzione di salvaguardare i segreti di mio padre defunto, dell’uomo che ha tradito te e tutti i tuoi uomini?”
“Tu mi hai tradito,” lo corresse Duncan, “non lui. Lui era un brav’uomo che un tempo ha commesso un errore. Tu invece non sei niente. Non sei che un’ombra di tuo padre.”
Enis si accigliò. Si alzò lentamente in tutta la sua altezza, si chinò su Duncan e gli sputò vicino.
“Mi dirai cosa voleva,” insistette. “Chi – o cosa – intendeva nascondere. Se lo fai, potrei anche essere misericordioso e liberarti. Altrimenti non solo ti porterò io stesso al patibolo, ma mi assicurerò anche che tu muoia nel modo più cruento immaginabile. A te la scelta, e senza possibilità di ritorno. Pensaci bene, Duncan.”
Enis si voltò per andarsene, ma Duncan lo richiamò.
“Puoi avere la mia risposta ora, se vuoi,” gli rispose.
Enis si voltò con sguardo soddisfatto.
“Scelgo la morte,” rispose Duncan, e per la prima volta riuscì a dormire. “Dopotutto la morte non è nulla se messa vicino all’onore.”
CAPITOLO DUE
Dierdre, asciugandosi il sudore dalla fronte mentre lavorava nella forgia, improvvisamente si mise a sedere sobbalzando a causa di un rumore tonante. Era un suono distinto, un suono che la rese tesa, un rumore che si levava al di sopra del frastuono di tutti i martelli che colpivano le incudini. Anche tutti gli uomini e le donne attorno a lei si fermarono, posarono le armi non ancora terminate e si guardarono attorno confusi.
Si udì di nuovo, era come un tuono portato dal vento, come se la sostanza stessa del mondo venisse fatta a pezzi.
Poi ancora.
Finalmente Dierdre capì: campane di ferro. Stavano suonando infondendole il terrore nel cuore a ogni rintocco, riecheggiando in tutta la città. Erano campane di avvertimento, di pericolo. Campane di guerra.
Tutti insieme gli abitanti di Ur balzarono in piedi dai loro tavoli e corsero fuori dalla forgia, ansiosi di vedere. Dierdre era la prima tra loro, insieme alle ragazze, a Marco e ai suoi amici. Tutti uscirono e si riversarono nelle strade già piene di cittadini preoccupati che si dirigevano verso i canali per vedere meglio. Dierdre guardò ovunque aspettandosi, con quelle campane, di vedere la sua città invasa dalle navi e dai soldati. Ma non vide nulla.
Confusa si diresse verso l’enorme torre di vedetta che si trovava al limitare del Mare dei Dispiaceri per poter vedere meglio.
“Dierdre!”
Si voltò e vide suo padre e i suoi uomini che correvano anche loro verso la torre, tutti desiderosi di avere una visuale aperta sul mare. Tutte e quattro le campane risuonavano con frenesia, una cosa che non era mai accaduta. Era come se la morte si stesse avvicinando alla città.
Dierdre СКАЧАТЬ