Название: Promessa
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632911742
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Polly si abbassò improvvisamente, senza avvertire, avvicinandosi sempre di più ai tetti. Non le importava neanche che Sam la seguisse, o lei credette semplicemente che lo facesse. Questo infastidì Sam. Avrebbe sperato di ricevere un preavviso da lei, o almeno che gli indicasse in qualche modo che si stava abbassando. E poi, una parte di lui percepì che a lei importava. Stava soltanto fingendo il contrario?
E perché a lui importava, ad ogni modo? Non si era solo detto che non era interessato alle ragazze in quel momento?
Sam si abbassò sempre di più, al suo livello, e volarono a pochi metri sopra la città. Ma virò a sinistra, così che volassero persino ancor più distanziati tra loro. Prendi questa, Sam pensò.
Appena si avvicinarono al centro della città, Sam rimase a bocca aperta. Quell'epoca e quel luogo erano così diversi, diversi da qualsiasi altra cosa che avesse visto o conosciuto. Era così vicino ai tetti, era come se potesse quasi raggiungerli e toccarli. La maggioranza degli edifici era bassa, alta di pochi piani, e costruita con tetti inclinati, ricoperti da quelli che sembravano enormi strati di fieno o paglia. La maggioranza degli edifici era dipinta di un bianco luminoso, con contorni dipinti in marrone. Le chiese—enormi, marmoree, calcaree—si ergevano alte, emergendo dal paesaggio, dominando interi isolati, e ovunque erano sparse poche altre grandi strutture che sembravano palazzi. Probabilmente, lui immaginava, si trattava di residenze per I reali.
La città era divisa da un immenso fiume, sopra al quale ora stavano volando. Il fiume era animato da traffico—barche di ogni forma e grandezza—e appena lui guardò verso le strade, vide che anch'esse erano colme di vita. Infatti, non riusciva a credere di quanto fossero vive. C'erano persone ovunque, che si recavano in ogni direzione. Non riusciva ad immaginare il motivo per cui si affrettassero in quel modo. Non era come se avessero internet, le e-mail, i fax o persino i telefoni.
Invece, altre zone della città erano relativamente tranquille. Le strade sporche, il fiume, e tutte le barche creavano un'atmosfera tranquilla. Non c'erano automobili sfreccianti, autobus, clacson, camion o motociclette che acceleravano. Tutto era relativamente tranquillo.
Fu così, fino a quando non si sentì un improvviso ruggito.
Sam voltò la testa, e così fece Polly.
Lì, lateralmente, scorsero un grosso stadio, costruito in una perfetta forma circolare e alto diversi piani. Gli rammentò del Colosseo romano, sebbene fosse molto più piccolo.
Dalla sua prospettiva a volo d'uccello, sembrava che al centro ci fosse un grosso animale di qualche sorta, che correva, ma vide che lo stadio era affollato, c'erano migliaia di spettatori, tutti in piedi, che incitavano e ruggivano.
Improvvisamente, Sam sentì un formicolio al corpo, mentre guardava. Non perché era in grado di stabilire di che cosa si trattasse. Ma perché, improvvisamente, sentì la presenza di Caitlin lì. Fortemente.
"Mia sorella!" gridò a Polly. "Lei è lì," disse, indicando. “Lo sento.”
Polly guardò in basso, e aggrottò il sopracciglio.
"Non ne sono sicura," lei disse. "Non sento nulla."
Lei si voltò verso l'altra direzione, ed indicò il ponte che si estendeva davanti a loro. "Sento che si trova lì."
Sam guardò, e vide un enorme ponte sopra il fiume. Fu sorpreso di notare che era coperto di negozi di ogni sorta, e cosa che lo lasciò ancora più sorpreso, mentre volavano sopra di esso, era che c'erano diversi prigionieri lì, su un patibolo, con il cappio al collo, e le teste incappucciate. Sembrava proprio che dovessero subire un'esecuzione. E una grande folla si era radunata intorno a loro.
"Bene," Sam disse, e improvvisamente si abbassò, dirigendosi verso il ponte. Intendeva anticiparla, ed essere il primo a farlo questa volta.
Sam atterrò sul ponte, senza voltarsi indietro, e alcuni istanti dopo, sentì Polly atterrare a diversi metri di distanza dietro di lui. Lei lo raggiunse, e i due camminarono fianco a fianco, tenendosi a distanza l'uno dall'altra, e lui non la guardò neppure, e nemmeno lei lo fece. Sam era orgoglioso del fatto che stesse mantenendo un rapporto puramente professionale con lei. Non c'era neanche l'ombra della vicinanza, il che era chiaramente ciò che volevano entrambi.
Sam fu stupito da ciò che vide sul ponte. Era sopraffatto, in quanto c'erano così tanti stimoli verso di lui, provenienti da ogni direzione.
"Vuoi colorare il tuo cuoio, figliolo?” un uomo gli chiese, tenendo in mano un pezzo di pelle non conciata, puntandogliela dritto in faccia. L'alito dell'uomo era cattivo, e Sam si scansò, togliendosi dal suo raggio d'azione.
"Ora dove andiamo?" Sam domandò a Polly.
Lei controllò il ponte, cercando Caitlin ovunque, così come fece lui. Ma non c'era alcun segno della sua presenza, da nessuna parte.
Polly alzò finalmente le spalle. “Non lo so,” lei disse. “L'avevo percepita qui prima, ma ora…non ne sono tanto sicura.”
Sam si voltò e guardò verso l'orizzonte, in direzione dello stadio.
“L'ho sentita laggiù,” lui disse. “In quello stadio, sopra cui abbiamo volato.”
"Bene,” Polly disse, “allora andiamo lì. Ma camminiamo—solo per il caso in cui lei sia sul ponte."
Mentre camminavano sul ponte, passando in mezzo ai venditori, Polly sembrò essere tornata su di morale di nuovo, tirando lentamente fuori la sua tipica allegria. "Guarda come sono conciate tutte queste persone!" lei disse. "Voglio dire, guarda che cosa indossano! E' fantastico, non trovi? Penso che neanche morta mi vestirei così. Ma ne comprendo la funzione. Mi chiedo come questi stili possano persino essere venuti fuori. Voglio dire, come possono cambiare semplicemente da generazione in generazione? E' folle, no? E stavo pensando, se vivessi in questa epoca, se fossi una di queste persone, che colore potrei indossare…"
Sam sospirò. Polly aveva di nuovo ripreso a parlare, e sapeva che non si sarebbe fermata ora. Dentro di sé, l'aveva messa a tacere.
Mentre camminavano, Sam visualizzò per bene tutti i volti presenti sul ponte, cercando una sorta di segno di Caitlin. Sam continuò a pensare di averla vista anche se per un solo istante, solo per restare deluso. Ad un certo punto, vide una ragazza di spalle che assomigliava proprio a lei, e l'afferrò per la spalla.
“Caitlin!” lui esclamò.
Ma la ragazza si voltò, e lui fu imbarazzato accorgendosi che non si trattava di lei; lei gli lanciò uno sguardo brusco e si allontanò.
Presto furono oltre il ponte, sulla terra, e Sam scorse un'enorme insegna, su cui c'era scritto “Southwark.” Svoltò a destra, in direzione dello stadio.
Si diressero in fondo ad una strada, chiamata “Clink Street,” e poi passarono dinnanzi ad una grande prigione. Sentirono un altro ringhio, e stavolta, Sam fu certo che lei fosse lì. Caitlin. Sua sorella. A pochi isolati di distanza.
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