Morrigan. Laura Merlin
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Название: Morrigan

Автор: Laura Merlin

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Героическая фантастика

Серия:

isbn: 9788873043959

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      Né lei né il cesto dei panni.

      Il cuore perse un colpo, non potevo essermi immaginata tutto!

      Intanto il lupo avanzò verso di me e poggiò il naso umido sulla mia mano per attirare l’attenzione.

      Si fece accarezzare la testa, poi scattò in direzione della zona Nord-Est del bosco, la zona in cui di solito andavano le coppiette per appartarsi.

      In effetti era un posto abbastanza isolato, con grandi salici piangenti che potevano creare un ottimo nascondiglio.

      Io non c’ero mai andata perché mi sembrava un posto pericoloso.

      I dubbi dentro la mia testa svanirono quando sentii delle urla provenire proprio da quel punto e, senza nemmeno pensarci, corsi dietro al lupo.

      Dopo un paio di metri arrivai. Le urla erano più forti e potevo sentire delle voci. Spostai qualche ramo di salice e vidi tutta la scena.

      â€¹â€¹Sei solo una piccola stronza››, urlò la ragazza dai corti capelli biondi che le ricadevano tutti da un lato.

      â€¹â€¹No, ti prego, lasciami andare. Non ho fatto niente››.

      Voltai lo sguardo da dove proveniva quella voce. Era una ragazza semplice, con i capelli mossi e castani che le ricadevano sulle spalle.

      Una terza ragazza dietro di lei la teneva ferma per le braccia in modo che non potesse muoversi. Non diceva nulla, si limitava a sogghignare e masticare fastidiosamente una gomma. La cresta in testa colorata di rosa e verde e un sacco di piercing sulle orecchie e sul viso la facevano sembrare un maschiaccio.

      â€¹â€¹Cosa?›› disse la bionda ‹‹Tu, stupida ragazzina, sei andata a dire alla polizia che ti spilliamo soldi per la coca››.

      â€¹â€¹Io… io…››, balbettò la povera ragazza.

      â€¹â€¹Tu cosa? Ammettilo oppure…››. La mano della bionda scivolò nella tasca posteriore dei jeans, tirò fuori un coltellino a serramanico e con uno scatto fece uscire la punta che scintillò minacciosa davanti agli occhi della povera vittima indifesa.

      Odiavo i bulli. Era successo anche a me di essere preda di prese in giro, ma mai nessuno era arrivato al punto di minacciarmi con un coltello.

      Non lo concepivo, questo era troppo.

      Notai l’espressione della povera ragazza. Era terrorizzata, piangeva a dirotto e le era perfino colato quel poco trucco che si era messa sugli occhi.

      Come si poteva trattare così una povera ragazza indifesa?

      Qualcosa dentro me cominciò a fremere. Senza che me ne accorgessi, le gambe si mossero da sole, come attirate da una forza esterna.

      â€¹â€¹Ei, lasciatela stare››, urlai.

      Mi precipitai verso di loro, ormai l’adrenalina era entrata in circolo e non rispondevo più delle mie azioni.

      â€¹â€¹Che vuoi? Vattene, non sono affari che ti riguardano››, disse la bionda fulminandomi con lo sguardo.

      â€¹â€¹Lasciatela in pace e me ne vado››.

      â€¹â€¹Vedi di andartene adesso››, disse facendo roteare gli occhi. ‹‹Non sono affari tuoi, quante volte devo ripeterlo? Vai a fare l’eroina da un’altra parte››.

      â€¹â€¹Giààà››, disse la ragazza punk trascinando l’ultima lettera.

      La bionda alzò il coltello: ‹‹Questo ti farà male, ma è solo un invito a ritirare la denuncia. Se non lo fai… ›› imitò con la mano libera il gesto di tagliarle il collo.

      â€¹â€¹Non scherzare, lasciala in pace. Ha fatto bene a denunciarvi. Voi non potete capire cosa vuol dire essere presi di mira. Vuol dire avere il terrore di uscire di casa, di andare a scuola. Ci si isola per colpa di ragazzine odiose come voi, che rovinate la vita di povere ragazze innocenti. Lascia andare il coltello adesso, mettilo a terra››. Quasi urlai queste ultime parole.

      â€¹â€¹Certo, lo metto via. Mi hai davvero commossa, sai››, disse beffarda la bionda tirando su col naso e fingendo di piagnucolare. Poi aggiunse: ‹‹Prima, però, lo conficco nelle sue cosce››.

      La bionda fece per colpire la ragazza, io mi gettai davanti a lei e il respiro mi si bloccò in gola.

      Sentii qualcosa di caldo scorrermi giù dal fianco destro e una sensazione di intorpidimento cominciò a scorrermi lungo tutto il corpo. Abbassai lo sguardo e vidi una macchia rossastra rovinarmi l’immacolata canotta bianca.

      Una lacrima mi rigò il volto, poi una seconda. La testa cominciò a girare e attorno a me tutto sembrava ovattato. Il respiro iniziò a farsi sempre più corto e irregolare. Le gambe cedettero e mi accasciai a terra come un sacco vuoto.

      Sentii la ragazza punk esclamare: ‹‹Oh merda, questa è morta… è morta sul serio. L’hai ammazzata››.

      â€¹â€¹Andiamocene, presto. Lasciamola qui a crepare››, disse la bionda. ‹‹E tu, vieni con noi, non ci denuncerai anche per questo››.

      Tutte e tre le ragazze se ne andarono di corsa, lasciandomi sola in un letto di foglie.

      Mi accorsi solo in quel momento che non erano lacrime a bagnarmi il volto, bensì gocce di pioggia.

      Sembrava che il cielo si fosse messo a piangere per me.

      Sapevo che in quel posto nessuno mi avrebbe trovata in tempo per salvarmi. Ormai ero destinata a morire senza nemmeno aver avuto il tempo di salutare i miei genitori.

      Mia madre, la mia dolce e cara mamma, sempre pronta a starmi accanto. Avrei voluto ringraziarla per tutto quello che aveva sempre fatto per me.

      Mio padre, il mio adorato e forte papà dal quale avevo preso i capelli ribelli e neri. Avrei dovuto dargli ascolto più spesso.

      E Ade, il mio fedele amico a quattro zampe. Che avrebbe fatto ora senza di me? Eravamo sempre insieme, inseparabili, e ora non avrei più potuto stargli accanto.

      Fu proprio su questo pensiero che una lacrima scese lungo la guancia, questa volta davvero, mischiandosi con la pioggia.

      Un brivido freddo mi attraversò il corpo e tutto sembrò muoversi.

      Il mondo cominciò a vorticarmi attorno e qualcosa mi attirò verso l’alto, fuori dal corpo. Non riuscivo a distinguere nulla. Stavo viaggiando a una velocità tale che vedevo solo sagome indistinte o lampi di luce. L’unica cosa che riuscivo a percepire in quel singolare viaggio erano delle voci. Dei lamenti per essere precisi. Dei lugubri e tetri lamenti. Addirittura, sembrava che mani invisibili si allungassero per fermare la mia folle corsa. Mi trafiggevano il corpo ma non potevo sanguinare e brandelli di carne sembravano СКАЧАТЬ