Название: La promessa sposa di Lammermoor, Tomo 1
Автор: Вальтер Скотт
Издательство: Public Domain
Жанр: Зарубежная классика
isbn:
isbn:
Stanno tuttavia le rovine di questa torre in sulla cima della roccia, cui fanno continua ed impotente guerra l'onde del mare, e diventa ora soltanto abitazione della civetta e del mergo; e il contadino additandole ai passeggieri, narra che in quella notte fatale il sere di Ravenswood, vinto dalla disperazione evocò qualche spirito maligno, il cui pernicioso influsso regolò il rimanente corso della vita di questo infelice. Ma oimè! qual maligno spirito è più da temersi delle nostre passioni, se incautamente ad esse ci abbandoniamo?
CAPITOLO II
„ Se nel tirare a segno è sì perfetto,
„ All'erta! disse il Re. Non me la sento
„ D'aspettar che gli venga un dì il talento
„ Di far bersaglio ai dardi il nostro petto. „
Nella mattina successiva, l'ufiziale di giustizia, di cui vedemmo essere tornata vana l'autorità per impedire la celebrazione de' funerali, si trasferì, senza perder tempo, alla casa del lord Cancelliere per ragguagliarlo de' motivi, pe' quali egli non potè eseguire la commissione statagli affidata.
In quell'ora, il nostro uomo di Stato era nella vasta sala che servì un giorno ai conviti nel castello di Ravenswood, e divenutane, sotto il nuovo proprietario, biblioteca. Gli stemmi feudali dell'antico signore vedeansi tuttavia scolpiti sulla soffitta e sui fregi di essa, che erano di castagno di Spagna, e dipinti sulle lastre delle finestre, per traverso alle quali il sole levandosi vibrava i raggi contro i lunghi ordini delle assi della scanzia che inarcavansi sotto il peso delle collezioni di codici e di comenti intorno alle leggi; a questi si univano alcune storie scritte per mano di frati; e consisteva in esse la parte più copiosa e apprezzata della biblioteca di uno storico scozzese: sulla grande tavola a cui stava seduto scorgeasi un affastellato miscuglio di lettere, di istanze, di rapporti, nell'esame de' quali le delizie e le molestie della vita di ser Guglielmo Asthon erano poste.
Di grave ed anche nobile fisonomia, avea contegno quale addicevasi ad uomo insignito di una fra le più rilevanti cariche dello Stato, talchè i suoi difetti a primo aspetto non apparivano. Facea mestieri ad un estraneo l'avere seco lui un colloquio, e lungo, ed intrinseco, e sopra argomenti incalzanti che immediatamente ferissero personali interessi, per discoprire quanto ei fosse vacillante ed incerto nelle sue deliberazioni, irresoluto nelle massime: quanto pauroso sempre di mancar di prudenza e riguardi: quanto dissimulato per principio d'orgoglio, ed anche di politica, perchè sapendo in propria coscienza come si lasciasse spesse volte vincere da motivi che non dovrebbero essere ad un magistrato di verun peso, avea continuo timore che gli altri se ne accorgessero.
Ascoltò, dando a dividere il massimo sangue freddo, l'esagerata narrazione che il messo di giudicatura gli fece sulla scena accaduta in ordine alle esequie di lord Ravenswood e al disprezzo che mostrato erasi per l'autorità del gran Cancelliere, e per quella della Chiesa e dello Stato. Ma non parve che molto il commovesse un tale racconto, e nemmeno, comunque con tutta fedeltà ripetute, le espressioni ingiuriose e minaccevoli contro la persona del gran Cancelliere, usate dal giovine Edgardo e da alcuni amici di questo. Serbò la medesima tranquillità, quando questo ministro gli ridisse tutto ciò che avea potuto raccogliere sulla natura de' brindisi fatti durante il convito, e de' patti di lega che lo terminarono. Ciò non pertanto notò esattamente tutte le ascoltate cose, non dimenticando farsi indicare i nomi di tutti coloro che avrebbero potuto utilmente essere citati per testimonj, sempre che egli avesse trovato opportuno il tener dietro a questa bisogna. Rimandò poscia il delatore, rimanendo pago in suo animo di trovarsi fin d'allora padrone e del poco retaggio che restava al giovine Ravenswood, e, all'uopo, della libertà del medesimo.
Partito costui, il lord Cancelliere si stette per alcuni istanti immerso in profonde meditazioni. Levandosi poi d'improvviso, incominciò a far grandi passi lungo la sala com'uomo in procinto di prendere serie risoluzioni. „ Il giovine Ravenswood è mio! finalmente egli disse: è mio! mi si è dato fra le mani, e converrà che il ramo pieghi, o si rompa. Oh! non ho mica dimenticato con quale ostinazione ferma e continua il padre di costui mi abbia disputato palmo a palmo il terreno dinanzi a tutti i tribunali di Scozia. Non ho mica dimenticato con quale arroganza disdegnò tutti i partiti d'accomodamento che gli feci, o come tentasse di rovinarmi nella riputazione, quando vide che, in via giuridica, io stava dietro a una torre. Questo figlio rimasto dopo di lui, questo giovine Edgardo, questo pazzo insensato ha fatto naufragio prima di uscire del porto. Convien dunque impedire che qualche ritorno di grosso fiotto non lo aiuti a rimettersi in mare. Sì; la scenetta accaduta, purchè la si dipinga come va agli occhi del Consiglio privato, può essere definita un atto di sommossa, di vera ribellione contro le autorità civili ed ecclesiastiche. Può multarsi con forte ammenda chi ne è stato il capo; vi è anche luogo a farlo custodire nella rocca di Edimburgo, o nel castello di Blackness. Chi sa che sopra qualcuna delle espressioni sfuggitegli non si potesse anche fondare un'accusa di alto tradimento?.. Però, Dio mi guardi dallo spingere le cose sì in là! No, non ne farò nulla; voglio rispettare i suoi giorni, quando anche fossero nelle mie mani… ma, pensiamoci anche un momento; s'egli vive, e se gli affari pubblici prendessero mai un andamento diverso, che cosa succederebbe? Non potrei io trovarmi alla necessità di restituire… o fors'anche essere vittima della sua vendetta? Già so che il vecchio Ravenswood era giunto a farsi promettere protezione dal marchese di Athol; ed ecco adesso il figlio, che, solo e con quella tenuissima prevalenza che ha, cerca suscitarmi contro una fazione. Oh! non v'ha dubbio; se costui vivesse sarebbe uno stromento opportunissimo nelle mani di coloro che vorrebbero un cambiamento politico di amministrazione. „
Agitato da queste idee il politico mestatore, e cercando persuadere a se stesso che era necessario alla propria sicurezza e a quella de' suoi amici l'approfittarsi, per perdere il giovine Ravenswood, dell'occasione dallo stesso giovine somministratagli, corse al suo studio, e si accinse a comporre il rapporto con cui doveano essere notificati al Consiglio tutti gl'inconvenienti accaduti alle esequie di lord Ravenswood. Ei sapea che il fatto di sua natura accenderebbe di sdegno i suoi colleghi nel Consiglio, e sperava che essendo odiosi ai medesimi anche i nomi degli altri colpevoli, si sarebbero risoluti a dare un esempio sul figlio del morto Ravenswood, almeno in terrorem.
Gli era d'uopo ciò non pertanto usar di molta accortezza nella scelta delle espressioni, affinchè la reità degli accusati apparisse con evidenza agli occhi di ognuno, senza che paresse il suo rapporto una formale denunzia; la qual cosa potea rendere sospette ed odiose le asserzioni di ser Guglielmo Asthon, antico antagonista del padre di Edgardo. Intanto che in questo suo componimento s'infervorava cercando accuratamente i termini più acconci a diffamare, salvo le indicate cautele, il povero Edgardo gli accadde, nel meditare una frase, di alzare gli occhi verso gli stemmi della famiglia, contro l'erede della quale stava allora arrotando il ferro della legge. Già abbiam detto poc'anzi che questi stemmi erano scolpiti in molte parti della soffitta di quella sala. Presentavano essi una testa di bue nero colla impresa: Aspetto il momento. Il motivo per cui la famiglia di Ravenswood adottò questa impresa è singolare sì, che merita quivi esser narrato, anche per la corrispondenza direttissima che esso aveva colle attuali meditazioni del lord Cancelliere.
Una tradizione generalmente ammessa volea che un certo Malisio di Ravenswood, a cui un possente usurpatore avea tolto il castello e i dominj, fosse stato costretto per qualche tempo a lasciargli godere in pace i frutti del suo ladroneccio. Finalmente, un giorno in cui il padrone intruso doveva celebrare splendida festa entro il castello, Ravenswood trovò modo d'introdurvisi con un picciolo drappello di amici valorosi e fedeli, cosa riuscitagli tanto più agevole attesa la confusione che regnava allora per ogni banda. Tardando le vivande a comparir sulla mensa, l'usurpatore ne rimproverò i servi ordinando che s'imbandisse sull'istante: „ Aspetto il momento „ sclamò Ravenswood mescolatosi coi convitati, e nel momento medesimo gettò sulla tavola una testa di bue nero, СКАЧАТЬ