I Puritani di Scozia, vol. 2. Вальтер Скотт
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Название: I Puritani di Scozia, vol. 2

Автор: Вальтер Скотт

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      »Son pronto, diss'egli, ad unire i miei deboli sforzi a quelli de' vostri compagni per liberare il mio sfortunato paese dalla tirannide che l'opprime: ma badate a non prendere abbaglio sulle mie intenzioni. Io condanno apertamente l'azione che ha dato origine a questa lega, e se fra voi prevalesse l'avviso di continuare ancora in tai generi d'atrocità, non v'immaginaste mai che io acconsentissi a farmene compartecipe.»

      Tutto il sangue rimontò sul volto a Burley. »Voi intendete parlare della morte dell'arcivescovo!» gli rispose nascondendo, quanto il potè, l'agitazione del proprio animo.

      »Appunto.»

      »E che cosa monta, se un persecutore della Chiesa, fattosi le mille volte meritevole di morte, cade sotto la scure della legge, o sotto il ferro dello strumento suscitato dalla giustizia divina per liberare da uno scellerato la terra? Spetta forse agli uomini il pronunziare giudizio su d'una azione che è frutto d'un'ispirazione superna?»

      »Non m'arrogo io qui farmi giudice; e mi basta che le mie massime vi sian note; e vi dico perciò che i vostri ragionamenti non mi vanno a grado. Un delitto è sempre delitto ai miei occhi, nè crederò mai che il cielo possa inspirarlo. Desidero adunque che ben comprendiate, com'io intenda collegarmi ad uomini che facciano una guerra giusta e leale, conforme alle leggi ammesse in casi simili da tutti i popoli venuti a civiltà, e scevra di ladroneggi e di tradimenti.»

      Si morse le labbra Burley, che durò grande fatica a rattenere il proprio risentimento. Risoluto cionnullameno a trar Morton nella propria fazione, celò ogni disgusto, e con tuono di calma rispose. »Non ho fatto mistero della mia condotta più agli occhi degli uomini che a quelli di Dio. Il mio labbro non negherà le cose operate dalla mia mano, e sosterrò la mia innocenza, sia coll'armi, sia al cospetto de' tribunali, sia sul patibolo, sia nel giorno del giudizio finale; non quindi perderò l'opera a convincere un uomo che non ha per anco aperti gli occhi alla luce. Senza protrarre pertanto una inutile discussione, esaminate soltanto, o Morton, se volete divenire nostro fratello di armi, e quando il vogliate, venite meco al consiglio di guerra, ch'or dee deliberare su i modi di profittare della riportata vittoria.»

      Morton seguì silenzioso Burley, poco soddisfatto del nuovo collega acquistato, inquieto su i veri motivi che spronavano gli altri duci di sì fatta impresa, e pien di paura che la volessero sostenere con provvedimenti alieni affatto dalle massime d'un uom d'onore.

      CAPITOLO IV

      »Un vecchio, il vedi, può giovar talora.»

Shakespeare.

      Or ne è mestieri far ritorno al castello di Tillietudlem che la partenza del reggimento guardie lasciò immerso nella taciturnità e nella inquietezza.

      Le assicurazioni fattele da lord Evandale non aveano del tutto calmati i timori di Editta. Ella il conoscea bensì generoso e incapace di violare una data promessa, ma non le era meno ignoto com'ei sospettasse un rivale, ed un felice rivale, in Enrico. Non era forse un aspettarsi da lui tal prodigio, ch'era al di sopra della natura umana, il supporre ch'ei vegghierebbe incessante alla salvezza di Morton contra tutti i rischi cui lo commettevano e lo stato suo di cattività e le cattive impressioni surte a danno d'esso in Claverhouse? Ella si abbandonava quindi a molestissime agitazioni, che la faceano sin sorda ai motivi di conforto che Jenny Dennison andava suggerendo un dopo l'altro a guisa di perito generale, che invia successivamente, e non tutti insieme, i rinforzi ad uno squadrone avventuratosi col nemico.

      Ella presentava primieramente agli occhi della sua padrona una morale certezza che nulla di sinistro poteva accadere ad Enrico, »comunque, aggiugnea, non possiate ignorare, che andando anche alla peggio le cose, rimarrebbe lord Evandale, partito da non disdegnarsi.» Poi chi potea farsi mallevadore intorno l'esito d'una battaglia? Se dei Presbiteriani fosse stato il vantaggio, a questi sarebbono uniti e Morton e Cuddy, e trasferendosi tosto al castello ne avrebbon di viva forza sottratte la giovin padrona e l'ancella. »Perchè ho dimenticato dirvi, continuava piangendo Jenny, che anche il povero Cuddy trovasi in poter de' dragoni. Stamattina l'hanno condotto qui prigioniero; e mi son veduta alla necessità di dare buone parole ad Holliday per ottenerne la permissione di parlare all'amante, che di ciò per altro non mi ha mostrata quanto dovea gratitudine. Ma non ci pensiamo! (soggiunse indi cambiando improvvisamente di tuono, e rimettendo il fazzoletto in saccoccia.) Non ho bisogno di far rossi gli occhi piangendo. Se i dragoni avessero condotta via la metà de' giovani della contea, vi resta di che confortarsi nell'altra metà.»

      Nè più tranquilli, nè meno scontenti erano gli altri abitanti di questo castello. Lady Margherita stava sempre pensando al poco riguardo che nel negare la grazia di Morton il colonnello aveva usato al grado di una matrona interceditrice; poi le soccorrea alla mente che Claverhouse avea persino violati i diritti di lei baronali, col pretendere che i dominj di Tillietudlem divenissero teatro d'una militare esecuzione.

      »Claverhouse avrebbe dovuto ricordarsi, o mio fratello, ella diceva, che questa baronia ha sempre goduto il diritto di alta e media giustizia; e quand'anche il colpevole avesse dovuto essere giustiziato sulle mie terre (cosa a mio parere inurbana, perchè questo castello è abitato da sole donne, che non si dilettano di sì fatte tragedie…) Ma quand'anche ciò fosse stato indispensabile, dovea rimetterlo nelle mani del mio sindaco qual presidente per diritto alle esecuzioni che seguono in questi luoghi. Sono ben persuasa, che il re medesimo, quando venne qui a far col…»

      »Sorella mia, a parte la colezione del re! La legge marziale fa tacer tutte l'altre. – Però sono con voi nel dire che il colonnello non s'è mostrato cortese quanto conveniva per riguardo all'inchiesta vostra, e non son molto contento io medesimo che abbia ricusato ad un vecchio servitore del re, qual mi son io, una grazia, poi conceduta al giovane Evandale, per ciò solo, nè v'è a dubitarne, che questi è milord ed ha grande prevalenza nel Consiglio privato. Ma purchè sia salva la vita di questo povero sfortunato, poco mi cruccio del rimanente. – A proposito, sorella! oggi rimango con voi. Sono impaziente di notizie su questo affare di Loudon-Hill, benchè non sappia io darmi a credere, che un attruppamento di contadini possa far fronte ad un ragguardevole corpo di soldati, qual si è il reggimento da noi veduto stamane. – Oh! è stato un tempo, che non avrei potuto rimanermi pacificamente assiso su d'un seggiolone, sapendo che dieci miglia lontano da me si veniva alle mani. Ah vecchiaia! vecchiaia!»

      »Avrò il massimo contento, fratello mio, se resterete con me; solamente permettetemi … capisco bene che non è troppa cortesia il lasciarvi solo; ma voi vedete che la numerosa compagnia da me ricevuta, ore sono, entro il castello non può avervi portato molto ordine. Permettetemi adunque d'invigilare in persona al raggiustamento di tutte le cose.»

      »Servitevi. Odio, il sapete, le cerimonie, come un cavallo che inciampa. – Ma ov'è la mia nipotina?»

      »Nella sua stanza. Non si sente troppo bene in salute, e credo anzi siasi coricata. Appena si sveglia, le farò prendere alcune goccie di…»

      »Eh! che non è il mal delle goccie! la interruppe il maggiore. So io quel che le duole. Poverina! Non è accostumata a vedere un giovine di sua conoscenza condotto via per essere moschettato; poi un altro partir d'improvviso e coll'incertezza per noi di rivederlo. Ma se torna ad accendersi la guerra civile, converrà bene che si avvezzi a simili guai.»

      »Dio non voglia, fratello mio!»

      »Dio nol voglia, certo, sorella! avete ragione. – Ma si chiami Harrison. Farò una partita di tavola reale con lui.»

      Postisi i servi in traccia dell'intendente, venne Gudyil annunziando che egli era uscito a cavallo per sapere le notizie della battaglia.

      »Al diavolo la battaglia! sclamò il maggiore. Ha portato lo scompiglio in tutto il castello. Direbbesi che non se ne fossero mai vedute fra noi. – Per altro, Gudyil, ci ricordiamo della giornata di Kilsythe».

      »E СКАЧАТЬ