Название: La piccola fonte: Dramma in quattro atti
Автор: Bracco Roberto
Издательство: Public Domain
Жанр: Зарубежная драматургия
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(deviando involontariamente) Valentino!
(accostandosi con zelo) Comandate.
(piano) Lo sapete che Stefano non vuole che vi si conosca come suo cugino…
È vero, sì, ogni tanto me ne dimentico.
(affettuosamente) Ha i suoi principii… Dobbiamo rispettarli…
Dunque, signora, che si decide?
Che volete che vi dica?.. Io non ho l'abitudine d'incomodare mio marito per simili faccende. E oggi, meno che mai. Tutt'al più, quando saprò che ha dei quattrini…
Quando saprete che ha dei quattrini, cara signora, sarà troppo tardi. Per fortuna, (cavando una carta da una tasca) il conticino è firmato da vostro marito a mo' di obbligazione. Ecco qua. (Lo mostra) Il termine è trascorso da un pezzo; e quindi io ricorro ai ferri corti.
Intimazione per atto d'usciere e pubblica denunzia nei giornali della città.
(spaventata) Dio mio! Che dite mai!?
D'altronde, io ragiono così, cara signora: chi possiede un villino a Posillipo, costruito, per giunta, a bella posta con parecchie decine di migliaia di lire, e va in carrozza invece d'andare in tram o a piedi come vado io…
(interrompendolo) Poveretto! Con quella pancia!
(inalberandosi) Con questa pancia vado a piedi, e ci vado a fronte alta. Ciò che mi stupisce è che il signor Stefano Baldi…
… vada in carrozza a fronte bassa.
A fronte bassa dovrebbe andarci, visto che non mantiene i suoi impegni!
Ma, signore, voi vi permettete di dire delle enormità!
A me non piace di offendere nessuno; ma se mi si tocca in quel poco che ho fatto coi miei sudori, non transigo.
La cornice di Napoleone l'avete fatta con i vostri sudori?!
(con energia) Precisamente!
E allora è un altro paio di maniche!
Breve breve, signora mia. I tempi sono tristi. Con l'abbondanza di antichità che c'è sulla piazza e con la moda dello stile libertino, io a stento mi tengo a galla. C'è qualcuno che gioca a farmi affogare? E io lo tiro giù con me, e ci si affoga insieme. Quando vostro marito, dopo otto mesi di preghiere, non si fa vivo, male parole, saette, uscieri, comunicati, scandali, senza misericordia!
(tremando) No, per carità! Piuttosto… sentite… sentite, signore: cercherò di provvedere io.
Un'ora di tempo avete.
Valentino mio, soltanto voi potete aiutarmi.
Per voi, qualunque cosa, signora Teresa; ma io non so veramente…
Conoscete qualche agenzia di pegnorazione?
(con prosopopea faceta) Vi prego di credere che io le conosco tutte!
Forse, però, qui, a Posillipo, non ce ne sono.
V'ingannate. In queste aure balsamiche esse fioriscono benissimo.
E dite: dagli orecchini che porto quanto si potrebbe ricavare?
Ma come! Voi vorreste…?!
È la sola risorsa che ho.
Ecco poi un altruismo che mi urta i nervi.
(s'accorge che l'affare è in via di soluzione e si apparta per dar loro agio di confabulare liberamente.)
(osservando gli orecchini) Si arriverebbe appena alle mille e cento, alle mille e duecento…
Altre centodieci lire le ho di economie…
E ne mancano ancora parecchie!
(animandosi) Un'idea!.. Me le faccio prestare dalla zia Matilde. Sì, sì! E andrete proprio voi a chiedergliele da parte mia. Le siete molto simpatico e non si negherà.
E voi credete che per le mie attrattive la zia Matilde vi aprirà la sua borsa?
È stata sempre affettuosa con me. Mi ha fatto da mamma quando sono rimasta orfana.
E ha sperperato quel poco che avevate di vostro.
Per la mia educazione.
Già, voi siete d'una buona fede meravigliosa…
Insomma, Valentino, non divaghiamo adesso. La presenza di quell'uomo mi agghiaccia il sangue nelle vene. Sbrighiamoci. Prima di tutto, gli orecchini. (Se li toglie e glieli consegna.) Le cento e dieci lire sono queste. (Le prende da un portafogli che ha in petto.) Le avevo raggranellate per fare una bella sorpresina a Stefano; mah!.. pazienza! (Le unisce agli orecchini.)
(guarda con la coda dell'occhio.)
(intascando tutto) E per il resto, speriamo nel miracolo della zia.
Madonna santa, con la vostra diffidenza mi scoraggiate!
Perchè diffidenza? Ho detto: «speriamo». (A don Fausto, con un cenno della mano) A voi! Accidente d'un antiquario! Venite con me.
(gli si accosta offrendo l'orecchio sinistro.)
Vi pagheremo.
Sono a voi. (A Teresa, cavandosi il cappello) Tanti complimenti.
Buon giorno, signore.
Per questa volta, farete riposare i giornali e l'usciere, caro il nostro Don Fausto.
Non lo giurerei ancora.
(sbadatamente, se lo prende a braccetto dal lato destro) Siete un animale! (Si avviano СКАЧАТЬ