I fantasmi: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto
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Название: I fantasmi: Dramma in quattro atti

Автор: Bracco Roberto

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная драматургия

Серия:

isbn: http://www.gutenberg.org/ebooks/43511

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СКАЧАТЬ Raimondo, fammi la grazia di strapparti questo pensiero dal cervello!

Raimondo

      (gridando) Io mi venderei l'anima per poter morire con la sicurezza assoluta di non essere tradito! (Si getta affranto sulla poltrona.)

Giulia

      (sedendo anche lei, abbattuta, scoraggiata, esausta) Che strazio! Che strazio!

(Un lungo silenzio.)Giuseppe

      (sta per entrare dalla comune, ma s'arresta sotto l'arco della porta, chiamando, prudentemente, con poca voce:) Signora! (Pausa) (Poi un po' più forte) Signora!..

Giulia

      (scuotendosi, si volta) Dite pure, Giuseppe.

Giuseppe

      (entra, avanzandosi.)

Giulia

      (gli si accosta.)

Giuseppe

      (pianissimo) Quei due di stamattina sono tornati con i loro amici.

Giulia

      (titubante e parlando ugualmente piano) Ora non so se…

Giuseppe

      Dirò loro di pazientare un poco?

Giulia

      Sì, Giuseppe. Pregateli di pazientare.

Giuseppe

      (esce.)

Raimondo

      (ha visto Giulia confabulare col servo, ma non ha colte le parole. Trasognato, le chiede:) Che voleva Giuseppe?

Giulia

      … I tuoi discepoli, che, come ti ho detto, avevano espresso il desiderio di ossequiarti, sono di là e attendono una risposta.

Raimondo

      (recisamente) Non li ricevo! (Breve pausa) La loro presenza in casa mia… mi avvilirebbe di più. Io ne avrei la sensazione d'una minaccia. (Con le lagrime agli occhi) Essi sono coloro che, come te, mi sopravviveranno lungamente…

Giulia

      Ti adorano.

Raimondo

      Che importa! Hanno nell'animo tutto l'ardore dell'età bella e rappresentano dinanzi a me il fascino e le seduzioni della giovinezza, che sarà la mia grande nemica! Appunto dalla giovinezza, Giulia, tu sarai tentata e messa alla prova: dalla giovinezza, che sa amare e sa farsi amare… (Piange.)

Giulia

      Raimondo!.. (Lo abbraccia, lo bacia, lo carezza, piange con lui.) Raimondo!..

Raimondo

      Sì, baciami, carezzami… Piangi con me… Mi fa tanto bene! (Poi asciugandosi gli occhi) Lo vedi che è meglio quando piangi senza nascondere le tue lagrime? Io divento più ragionevole. Ora, per esempio, convengo che non devo essere cattivo con quei bravi ragazzi. E, non solo li riceverò affettuosamente, ma anche li intratterrò su certe cose molto interessanti, che da qualche tempo avevo l'intenzione di comunicar loro. Vengano, dunque. Io li aspetto.

Giulia

      (si avvia verso il fondo.)

Raimondo

      (vedendola avviarsi, ha un moto infrenabile, di cui attenua l'espressione nell'accento mitissimo) No… Non andarci tu. Li farò chiamare da Giuseppe.

Giulia

      (si ferma.)

Raimondo

      (suona il campanello che è sulla tavola.)

Giuseppe

      (ricompare sotto l'arco della porta) Sono qui, eccellenza. (E resta discretamente, sulla soglia.)

      (Pausa.)

Raimondo

      (a Giulia, dopo una reticenza timida, quasi temesse di essere compreso:) Non ti ritiri nella tua stanza?

Giulia

      (con bontà) Sì, Raimondo. (Fa per andare.)

Raimondo

      E… te ne vai così?

Giulia

      (ritorna a lui, gli dà un bacio in fronte con tenerezza compassionevole, e quindi lentamente esce a sinistra.)

Raimondo

      (la segue con lo sguardo di sottecchi; e, quando ella è sparita, rivolge la parola a Giuseppe, senza guardarlo, con la voce tremola, a cui cerca di dare una intonazione ferma e serena:) Giuseppe… dite a quei giovani… che possono entrare.

Giuseppe

      (esce dal fondo.)

(Sipario.)

      ATTO SECONDO

Lo stesso salottoSCENA IRAIMONDO e I SUOI DISCEPOLI

      (Raimondo è seduto tuttora sulla poltrona accanto alla tavola. Attorno a lui, ma non troppo dappresso, in piedi, sono i suoi discepoli. Una dodicina. Il più discosto è Luciano, la cui figura, appartata, accasciata, immobile, con la faccia bianca, con gli occhi che di sbieco guardano Raimondo senza mai volgersi altrove, si distingue sùbito fra quelle degli altri. Essi hanno atteggiamenti vari, tra di angoscia e di attenzione intensa. Sui loro volti giovanili nessun lume di sorriso; e quel loro aspetto grave e triste contrasta con la gaiezza dei loro abiti primaverili, sui quali spiccano i ciuffetti d'erbe e di fiori pratensi messi all'occhiello o cacciati nelle saccocce delle giacche un po' in disordine.)

Raimondo

      (ha già parlato con vivacità, ed ora tace per riprendere lena.)

      (Tutti tacciono con lui, in attesa ch'egli continui.)

Raimondo

      Concedetemi qualche altro momento di riposo.

Paolo

      (mite e premuroso) Voi non dovreste parlare tanto, professore. Vi nuoce.

Raimondo

      Vi assicuro di no.

Roberto

      (ai compagni, con voce discreta) Ma quest'aria rarefatta gli fa mancare il respiro. Siamo in troppi qui dentro.

Almerico

      Si potrebbe aprire la finestra.

Raimondo

      E sì: aprite la finestra. Fate che mi prenda anch'io un poco di questa primavera. (Girando lo sguardo sui discepoli) Voi ve ne siete già fregiati.

      (Qualcuno, senza far rumore, apre la finestra.)

      (Il silenzio si protrae sulla immobilità e sul raccoglimento di tutti.)

Raimondo

      (respira allargando il torace. – Quando si sente ben rinfrancato, continua.) Vi dicevo, dunque, che, per mia volontà, voi sarete i miei eredi…

Manlio

      (osando d'interrompere) Ma perchè occuparvi oggi di queste cose? Siete ancora così energico! Siete ancora così vivo! Basta guardarvi in faccia per vedere che la vostra energia non sarà esaurita nè domani, nè fra un mese, nè fra un anno…

Raimondo

      Credo assai prossima, caro Manlio, una crisi mortale. So bene ciò che dico. Questo deve essere il giorno del commiato. Oggi, nel perfetto dominio della mia ragione, posso disporre lucidamente del mio piccolo tesoro scientifico. Domani, forse, non potrei. Lì (indicando l'uscio a destra), nella mia stanza di lavoro, troverai sulla scrivania un voluminoso manoscritto. Portalo qui.

Manlio

      Obbedisco. (Esce, quasi lentamente, a destra. СКАЧАТЬ