Straordinarie avventure di Testa di Pietra. Emilio Salgari
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Читать онлайн книгу Straordinarie avventure di Testa di Pietra - Emilio Salgari страница 20

СКАЧАТЬ vivi Testa di Pietra e il suo compagno Piccolo Flocco. Dei tedeschi traditori che hanno abbracciato la causa americana non ci preoccupavamo affatto. Avevamo però preparato due solidi lacci per appiccarli.»

      Spinse col piede una cassa e si sedette presso il camino, accettando un bicchiere di gin che gli presentava Jor.

      «Sicché, a quanto ho potuto capire, partita perduta,» disse con voce dura. «Ed il marchese non ha contate le ghinee. Quelle due lettere voi non le avete.»

      «Io non ero a bordo della fusta. Il mio posto era qui.»

      «Sapete che da quelle due lettere dipende tutto il piano di guerra degli americani di Ticonderoga?»

      «Me lo avete infatti detto.»

      «E poi noi volevamo sapere se il baronetto Mac-Lellan sarebbe venuto qui. Suo fratello lo aspetta per restituirgli i due colpi di spada che ha ricevuto a Boston prima ed all’Isola Lunga più tardi. Dunque non si sa dove si trovi Testa di Pietra?»

      «Qui non è giunto. Si sa però che ha potuto lasciare la fusta prima che avvenisse lo scoppio.»

      «Dove si troverà ora? Quelle due lettere sono assolutamente necessarie al marchese.»

      «Né io né Jor lo sappiamo.»

      «Si sarà rifugiato sotto i boschi con suoi compagni.»

      «Gl’indiani Uroni sono stati avvertiti di catturarli?»

      «Ci ho pensato io,» rispose Riberac.

      «Si sono già mossi?»

      «Non devono essere lontani.»

      «Chi li comanda?»

      «Un sackem già famoso che si chiama Caribou Bianco.»

      «Fidato?»

      «Mah!… Fidatevi di quella gente.»

      «Li avete pagati quegli indiani?»

      «Ho distribuito a loro tutte le ghinee che mi avevate dato ed anche le casse piene di armi da fuoco.»

      Il signor Oxford fece un gesto di malumore, vuotò un altro bicchiere di gin, subito imitato dai suoi sei marinai, poi batté violentemente il pugno sulla cassa che gli serviva da sedile.

      «Mi aspettavo ben altro da voi,» disse poi con collera. «Il marchese ha pagato e come!…»

      «Che cosa aspettavate?»

      «Di trovare qui Testa di Pietra e Piccolo Flocco ben assicurati.»

      «Se non sono giunti io non potevo fare nulla. E poi, andate a misurarvi con quegli uomini.»

      «Lo so. Se Washington avesse avuto diecimila di quegli uomini, già da tempo noi avremmo perduto tutte le nostre colonie. Eppure Testa di Pietra bisogna catturarlo.»

      «Dove trovarlo ora?»

      «All’inferno non sarà andato di certo,» disse il signor Oxford.

      «Qualche orso potrebbe averlo divorato. Voi non conoscete le nostre foreste che sono piene di animali ferocissimi.»

      Il segretario del marchese alzò le spalle.

      «Bah!… Non sono uomini da farsi mangiare come bistecche.»

      Guardò Jor il quale continuava a sturare bottiglie ed a versare ai marinai, che si erano pure accomodati su delle casse e su dei barili.

      «Credi tu che Davis sia perito nel naufragio?»

      «Lo ignoro, signore. Io non l’ho più veduto. D’altronde ero saltato nel lago prima di lui per non farmi accoppare dai bretoni che lavoravano a colpi d’ascia.»

      «Vi può essere dunque qualche speranza che si sia salvato anche lui. Era un abilissimo nuotatore.»

      «Poteva gareggiare coi castori, signore,» rispose Jor. «Il lago però era pessimo ed eravamo circondati dalle scogliere. Potrebbe essergli toccata qualche grave disgrazia.»

      «Era conosciuto dagli Uroni?»

      «Sì, perché tra quei guerrieri ha parecchi parenti. Come sapete, Davis è un mezzo sangue indiano.»

      «E poi, se si fosse salvato, sarebbe venuto subito qui,» disse il trafficante. «L’aspettavo da parecchi giorni.»

      Il segretario del marchese tracannò un altro bicchiere poi chiese:

      «Sicché che cosa si fa? Testa di Pietra ci è assolutamente necessario.»

      «Fate sbarcare una compagnia di soldati e mandateli a perlustrare i boschi. Io non vi saprei dare nessun altro consiglio.»

      «Farò la proposta al marchese. Degli americani avete avuto notizie?»

      «E poco rassicuranti per voi. Si dice che delle bande distaccate dal Ticonderoga siano sbarcate con delle fuste e con dei grossi canotti non molto lungi da qui.»

      «Chi ve l’ha detto?»

      «Un cacciatore di orsi che ho incontrato tre giorni or sono.»

      «Sicché possiamo correre il pericolo di essere sorpresi da quegli straccioni da un momento all’altro?…»

      «Ciò è possibile.»

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