La perla sanguinosa. Emilio Salgari
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Название: La perla sanguinosa

Автор: Emilio Salgari

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ disputerò Juga! Davati ti lancia la sfida!» Come mai quell›uomo conosceva la fidanzata infelice del pescatore di perle?

      Davati! chi era costui? Non era facile spiegarlo. Solo allora i fuggiaschi compresero che l’accanita sorveglianza del cingalese per impedire a loro, o meglio a Palicur, di fuggire aveva un motivo ben diverso da quello che avevano supposto fino a quel giorno.

      Il malabaro stava per aprire le labbra, quando il quartiermastro lo prevenne, dicendo:

      «Parleremo di ciò più tardi. Abbiamo la pelle da salvare. Ecco che anche il Nizam si mette della partita. Guardiamoci dai suoi cannoni.»

      E infatti i fuggiaschi non potevano ritenersi ormai salvi. Quattro scialuppe, montate dai migliori tiratori del penitenziario e dai remiganti più robusti, si erano staccate dalla scogliera e davano vigorosamente la caccia alla barca a vapore.

      Non erano però le scialuppe a preoccupare il quartiermastro. La macchina ormai funzionava e quei remi, per quanto poderosamente manovrati, non potevano competere coll’elica che già girava vorticosamente e che aumentava di momento in momento il numero dei suoi giri.

      Era il Nizam a costituire il vero pericolo, almeno pel momento, poiché la scialuppa a vapore era ormai fuori portata dalle palle delle carabine, ma si trovava ancora sotto il tiro delle artiglierie.

      La nave, che portava ogni quindici giorni le provviste destinate al penitenziario, subito avvertita della fuga dei tre forzati, si era a sua volta messa in caccia. Era un vecchio piroscafo di tre o quattrocento tonnellate, con macchinario non troppo in buono stato a dire il vero, ma certo ben provvisto di combustibile, montato da una cinquantina di marinai dello Stato e armato di quattro pezzi d’artiglieria disposti sul ponte in barbetta.

      La scialuppa, che aveva un buon forno verticale, poteva senza difficoltà guadagnare via, sviluppando una velocità di undici nodi all’ora, ma per quanto tempo? Il combustibile accumulato da Jody poteva durare tutt’al più quaranta ore, se usato con economia, mentre il Nizain ne aveva forse per qualche settimana, senza bisogno di rifornirsi.

      «Getta carbone, Jody, – disse il quartiermastro che si era collocato alla barra del timone. – Il Nizam sta girando la scogliera.»

      «E le barche?»

      «Non occupartene.»

      I sorveglianti, vedendo la scialuppa fuggire verso il sud, per mettersi al riparo dietro una punta rocciosa che si spingeva molto innanzi sul mare, avevano aperto un violentissimo fuoco colle carabine, fuoco affatto inefficace perché, come abbiamo detto, i fuggiaschi si trovavano ormai fuori tiro.

      La nave a vapore, che affrettava la marcia, comparve a sua volta, mostrando i suoi tre fanali che spiccavano vivamente nelle tenebre. Quasi subito una fiamma balenò a prora, seguita da una formidabile detonazione. Si udì in aria il ronfo rauco del proiettile, poi si vide un getto di spuma balzare in alto a trenta metri dalla prora della scialuppa.

      «Assaggiano, – disse Will. – Al terzo colpo ci prenderanno, se saremo ancora a tiro. Jody, carica la valvola o la scialuppa verrà spaccata!»

      Un secondo sparo rimbombò sul ponte della nave a vapore e la palla s’affondò a quaranta o cinquanta metri dalla poppa della scialuppa. Will si voltò vivamente, guardando il Nizam.

      Le scialuppe dei sorveglianti si erano fermate e tornavano lentamente verso Port-Cornwallis, avendo ormai compreso che sprecavano forze e munizioni senza alcun risultato.

      La nave invece forzava le sue macchine, per raggiungere i fuggiaschi prima che potessero mettersi fuori portata dalle sue artiglierie. Dalla sua ciminiera uscivano, a gran volate, nubi di fumo miste a scorie, che salivano in cielo fiammeggiando.

      «Se ci sbagliano siamo salvi, – mormorò il quartiermastro. – Ancora mezzo minuto e le sue artiglierie diverranno inutili. Palicur… Jody… tenetevi pronti a gettarvi in acqua. Se ci spaccano la scialuppa, ripareremo sulla costa, se saremo ancora tutti vivi.»

      Un terzo lampo balenò sulla nave, verso poppa questa volta.

      Il quartiermastro si curvò istintivamente e forse con quell’atto salvò la propria vita, poiché un istante dopo una palla passava quasi rasente la scialuppa, perdendosi in mare a brevissima distanza.

      «Siamo salvi! – urlò. – A tutto vapore, Jody! Non ci prendono più.»

      La scialuppa aveva raggiunto la penisoletta che si protendeva molto avanti sul mare, mettendosi completamente al coperto dai colpi del Nizam. Il quartiermastro la lasciò filare per qualche po’ lungo la costa, poi quando stimò che fosse ormai abbastanza lontana per non aver più da temere le palle di cannone, tornò a lanciarla verso il sud. Avendo un vantaggio di quasi tre nodi all’ora sulla vecchia carcassa, anche mostrandosi non aveva più nulla da temere.

      E infatti un quarto proiettile sparatole dal Nizam cadde a più di cento metri dalla poppa.

      «Buona notte, signori miei! – gridò Will ironicamente. – Sarà per un’altra volta, se sarete capaci di raggiungerci.»

      «Non rinunceranno alla caccia, ve lo assicuro, signor Will, – disse Jody, che guardava con angoscia la provvista di combustibile. – Aspetteranno che abbiamo consumato questo po› di carbone per darci nuovamente addosso.»

      «Vi sono dei nascondigli lungo le coste e là potremo fare legna, – disse Palicur. – Le piante resinose abbondano su queste isole.»

      «Non dico di no.»

      «Quanto la potremo durare con questa velocità?» chiese il quartiermastro.

      «Fino a posdomani all’alba, spero. Si potrebbe rallentare un po’ ed economizzare il combustibile.»

      «Preferisco che questa velocità non scemi, – rispose Will. – In vent›otto o trenta ore noi potremo raggiungere l›ultima isola del gruppo senza fermarci.»

      «Dimenticate una cosa, signor Will.»

      «Quale?»

      «Che non abbiamo nemmeno un biscotto da porre sotto i denti.»

      «In qualche modo provvederemo.»

      «E che non possediamo nemmeno una goccia d›acqua, signor Will. Quel furfante ha gettato via anche le noci di cocco.»

      «Faremo una punta sulla costa, il più tardi possibile. Mi preme perdere di vista quella nave, prima di tutto.»

      «A mezzodì avremo almeno trenta nodi di vantaggio.»

      «Aspettiamo il mezzodì dunque.»

      Guardò verso il nord; i fanali del Nizam scintillavano ancora sulla fosca linea dell’orizzonte, così piccoli però che non dovevano tardare a scomparire. Il vecchio legno perdeva via ad ogni momento e bruciava inutilmente il suo carbone nelle macchine asmatiche.

      «Ora possiamo parlare dei nostri affari, – disse Will, guardando il malabaro che pareva immerso in profondi pensieri. – Nessuno ci minaccia pel momento e la nostra rotta non richiede alcuna vigilanza. Palicur, quale impressione ti ha fatto il cingalese con quelle parole?»

      «Io credo d›impazzire, signor Will, – rispose il pescatore di perle. – È mezz’ora che frugo e rifrugo nella mia memoria e che tormento ferocemente il mio cervello per tentare di spiegare quel mistero. Davati! Chi può СКАЧАТЬ