Название: Il Corsaro Nero
Автор: Emilio Salgari
Издательство: Public Domain
Жанр: Зарубежная классика
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– Allora affrettiamoci a battere in ritirata, prima che giungano altri avversari, – disse il Corsaro.
Stavano per mettersi in marcia, quando Carmaux, che s’era spinto innanzi per perlustrare una via laterale, tornò rapidamente indietro, dicendo:
– Capitano, sta per giungere una pattuglia!…
– Da dove?
– Da quella viuzza.
– Ne prenderemo un’altra. Le armi in mano, miei prodi, e avanti!…
Va’ a disarmare il biscaglino che ho ucciso; in mancanza di altro è buona anche una navaja.
– Col vostro permesso v’offro la mia sciabola, capitano; io so adoperare quei lunghi coltelli.
Il bravo marinaio porse al Corsaro la propria sciabola, poi tornò indietro e andò a raccogliere la navaja di uno dei biscaglini, arma formidabile anche in mano sua.
Il drappello s’avvicinava a grandi passi. Forse aveva udito le grida dei combattenti ed il cozzare delle armi e s’affrettava ad accorrere.
I filibustieri, preceduti da Moko, si misero a correre tenendosi presso i muri delle case; percorsi circa centocinquanta passi, udirono il passo cadenzato di un altra pattuglia.
– Tuoni! – esclamò Carmaux. – Stiamo per essere presi in mezzo.
Il Corsaro Nero s’era arrestato, impugnando la corta sciabola del filibustiere.
– Che siamo stati traditi?… – mormorò.
– Capitano, – disse l’africano. – Vedo otto uomini armati di alabarde e di moschettoni avanzarsi verso di noi.
– Amici, – disse il Corsaro, – qui si tratta di vendere cara la vita.
– Comandate che cosa si deve fare e noi siamo pronti – risposero il filibustiere ed il negro, con voce decisa.
– Moko!
– Padrone!
– Affido a te l’incarico di portare a bordo il cadavere di mio fratello. Sei capace di farlo? Troverai la nostra scialuppa sulla spiaggia e ti porrai in salvo con Wan Stiller.
– Sí, padrone.
– Noi faremo il possibile per sbarazzarci dei nostri avversari, ma se dovessimo venire sopraffatti, Morgan sa cosa dovrà fare. Va’, porta il cadavere a bordo, poi verrai qui a vedere se siamo ancora vivi o morti.
– Non so decidermi a lasciarvi, padrone; io sono forte e posso esservi di molta utilità.
– Mi preme che mio fratello sia sepolto in mare come il Corsaro Verde e poi tu puoi renderci maggiori servigi recandoti a bordo della mia Folgore, che qui.
– Ritornerò con dei rinforzi, signore.
– Morgan verrà, sono certo di questo. Vattene: ecco la pattuglia.
Il negro non se lo fece ripetere due volte. Essendo però la via sbarrata dalle due pattuglie, si cacciò in una via laterale mettendo capo ad una muraglia che serviva di riparo ad un giardino.
Il Corsaro, vistolo scomparire, si volse verso il filibustiere, dicendo:
– Prepariamoci a piombare sulla pattuglia che ci sta dinanzi. Se riusciamo con un improvviso attacco ad aprirci il passo, forse potremo guadagnare la campagna e poi la foresta.
Si trovavano allora sull’angolo della via. La seconda pattuglia, già scorta dal negro, non era lontana piú di trenta passi, mentre la prima non si scorgeva ancora, essendosi forse arrestata.
– Teniamoci pronti, – disse il Corsaro.
– Lo sono, – disse il filibustiere, che s’era nascosto dietro l’angolo della casa.
Gli otto alabardieri avevano rallentato il passo come se temessero qualche sorpresa, anzi uno di loro, forse il comandante, aveva detto:
– Adagio, giovanotti! Quei bricconi devono trovarsi poco lontano di certo.
– Siamo in otto, signor Elvaez, – disse un soldato, – mentre il taverniere ci ha detto che i filibustieri erano solamente tre.
– Ah! Furfante d’un oste! – mormorò Carmaux. – Ci ha traditi! Se mi capita fra le mani gli farò un occhiello nel ventre, e cosí grande da fargli uscire tutto il vino che avrà bevuto in una settimana!
Il Corsaro Nero aveva alzato la sciabola pronto a scagliarsi.
– Avanti!… – urlò.
I due filibustieri si rovesciarono con impeto irresistibile addosso alla pattuglia che stava per svoltare l’angolo della via, vibrando colpi disperati a destra ed a manca, con rapidità fulminea.
Gli alabardieri, sorpresi da quell’improvviso attacco, non poterono resistere e si gettarono chi da una parte e chi dall’altra, per sottrarsi a quella gragnuola di colpi. Quando si furono rimessi dallo stupore, il Corsaro ed il suo compagno erano già lontani. Accortisi però che avevano avuto da fare con due soli uomini, si slanciarono sulle loro tracce, urlando a squarciagola:
– Fermateli! I filibustieri! I filibustieri!…
Il Corsaro e Carmaux correvano alla disperata, senza però sapere dove andassero. Si erano cacciati in mezzo ad un dedalo di viuzze e voltavano ad ogni istante angoli di case senza però riuscire a guadagnare la campagna.
Gli abitanti, svegliati dalle urla della pattuglia ed allarmati dalla presenza di quei formidabili scorridori del mare, cosí temuti in tutte le città spagnole dell’America, si erano alzati e si udivano porte e finestre aprirsi o chiudersi con fracasso, mentre qualche colpo di fucile rimbombava.
La situazione dei fuggiaschi stava per diventare, da un istante all’altro, disperata; quelle grida e quegli spari potevano spargere l’allarme anche nel centro della città e fare accorrere l’intera guarnigione.
– Tuoni!… – esclamava Carmaux, galoppando furiosamente. – Tutte queste grida di oche spaventate finiranno col perderci! Se non troviamo il modo di gettarci nella campagna, finiremo su una forca con una solida corda al collo.
Sempre correndo, erano allora giunti all’estremità d’una viuzza la quale pareva che non avesse nessuno sbocco.
– Capitano! – gridò Carmaux, che si trovava dinanzi. – Noi ci siamo cacciati in una trappola.
– Che cosa vuoi dire? – chiese il Corsaro.
– Che la via è chiusa.
– Non vi è alcun muro da scalare?
– Non vi sono che case alte assai.
– Torniamo, Carmaux. Gl’inseguitori sono ancora lontani e possiamo forse trovare qualche nuova via che ci conduca fuori di città.
Stava per riprendere la corsa, quando disse bruscamente:
– No, Carmaux! Mi è balenata una nuova idea СКАЧАТЬ