Vestito rosso a pois. Olga Chernobryvets
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Название: Vestito rosso a pois

Автор: Olga Chernobryvets

Издательство: Издательские решения

Жанр: Поэзия

Серия:

isbn: 9785448310492

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СКАЧАТЬ bambino allunga la manina per l’elemosina, e lei comincia la lezione:

      – Tu, perche non sei a scuola? Perche hai le mani sporche? Vai a casa, lava le mani e poi ti do gli spiccioli.

      Questo in India, immagini!

      Una di quelli mi è capitata in viaggio a Miami. Appena siamo decollati per partire lei già ronzava. Era seduta, che sfortuna, vicino me! Perciò mi sono stufata parecchio prima di arrivare.

      Appena siamo arrivati veniamo alloggiati nei bungalows. Da fuori – una capanna ma dentro ogni comfort: aria condizionata, televisione satellitare, telefono Anche nel bagno con doccia e vasca idromassaggio. In mezzo ai bungalows una splendida piscina.

      Davanti a quella piscina incontro di nuovo la signora. E lei di nuovo, a protestare per la stanza… Io istintivamente mi giro in un modo che lei rimane con la piscina dietro le spalle e leggermente la spingo nel torace. In un attimo lei si era fatto un bel bagno.

      Era già preparata per la serata speciale. Vestita in un abito di lusso, con le scarpe che costavano un patrimonio. Mamma che lamenti, urli, minacce!

      Per non chiamare la polizia io le ho rimborsato i soldi… Devo dire, la cifra era grossa. Ma che soddisfazione!

      Tradotto da Patrizia Monaco

      Conversazione con l’albero

      «Sono meravigliosi i nostri posti in Baschiria», mi dice Rita Bachitova. «Che natura! che lindore… è una piena libertà dello spirito.

      Le persone non sono più avvezze alla natura pur vivendo in essa. No, qui non è come in Italia. Qui la natura è come un enorme sfondo, il paesaggio più bello del mondo. Là è del tutto diverso, celato.

      Una volta mi capitò di trovarmi in casa di persone abbastanza anziane: una coppia di vecchietti. Erano seduti a tavola come si usa da noi. Restai con loro per il tè a conversare. Ero venuta a sapere che si occupavano di medicina. Raccontavano di come avevano guarito un ragazzo. Mi sembrava curioso quello che avevano fatto.

      «E come ci siete riusciti?»

      Il vecchio si grattò la nuca: «Abbiamo chiesto all’albero, ci ha consigliato lui».

      Io non credevo alle mie orecchie: «E voi conversate con gli alberi?»

      «Sì, loro sono come l’erba. Capiscono tutto. Vai, ragazza, chiedi all’erba se oggi sarà una bella giornata».

      Esco sul terrazzino, abbasso la testa sul praticello e non sento nulla.

      Ritorno in casa e mi siedo a tavola frastornata.

      E il vecchio mi chiede: «Beh, cosa ti ha detto l’erba?»

      Balbetto imbarazzata: «Niente… questo capita solo a voi: avete queste doti, solo voi potete sentire».

      Ora è la volta del vecchio che si meraviglia e chiama a voce alta la vecchia attraverso la camera:

      «Senti, Maria. Rita non capisce cosa dice l’erba».

      Traduzione Alfredo Bertollo

      Su Sirius

      Alfredo mi dice: «Mi ha fatto molta impressione una signora anziana, all’apparenza sulla novantina»

      Ci eravamo conosciuti sul lungomare dove lei andava d’inverno ogni sera. Sedeva su una panchina e guardava il cielo.

      Nell’Italia, ricca d’amore, come d’altra parte in tutto il mondo, penso io ascoltando Alfredo, si va in fretta con i sentimenti. Ci si bacia con passione sulle panchine abbarbicandosi con i corpi, si vive assieme abbastanza a lungo come fidanzati, poi nozze sontuose e dopo due-tre anni divorzio, la cui pratica qui nei paesi cattolici può durare dai tre ai sette anni e anche di più.

      Ma ci sono anche molte coppie che hanno vissuto assieme quaranta-cinquant’anni che mantengono il sentimento. Quando essi camminano tenendosi per mano suscitano proprio tenerezza.

      «Sulla passeggiata una persona solitaria involontariamente provoca attenzione», prosegue Alfredo,«Essa sedeva da sola con il mare freddo e il cielo invernale».

      Nonostante l’illuminazione degli eleganti fanali intirizziti si vedevano sempre più chiare le stelle.

      Mi avvicinai alla vecchia e conversai con lei..

      «Mio marito, prima di morire», mi confidò, «mi chiamò vicino a sè e, guardando dalla finestra mi disse: «Vedi quella stella? Quella è Sirio. Io andrò a stare là».

      E lei tutte le sere andava all’appuntamento con lui.

      Traduzione Alfredo Bertollo

      Inganno ottico

      Quindici minuti sono passati ed io, arrabbiata per il ritardo della intervista e per la quantità di limitazioni d’ informazioni relativa ai contratti tra gli artisti e la direzione, mi diressi verso l’uscita, quando mi fermò un uomo che zoppicava, vestito in stile sportivo.

      Aveva qualcosa che sciolse la mia rabbia e fin dai primi minuti tra me e lui si stabilirono rapporti confidenziali.

      Egli apparteneva ad una dinastia di proprietari di un circo risalente al 1870. Quando il circo arrivò in una piccola città italiana, suo bisnonno dalla parte di madre, era un giovane insegnante che perse la testa per una cavallerizza e lasciò la scuola e la casa nativa per stare con gli artisti. Sposò la sua amata e in breve diventò direttore del circo.

      Gli feci delle domande e il modesto direttore mi stupì con le sue risposte, e dopo una mezz’oretta, chiese ai colleghi di accompagnarmi al suo palco ed andò dietro le quinte. Era la vera immagine di un perfetto amministratore.

      Mentre mi accompagnava zoppicava notevolmente. L’ho visto in pista a lavorare con gli elefanti, poi in gabbia con le tigri, infine con i cavalli danzanti. Era un’altra persona, un bell’uomo che sapeva fare tutto, che ci sapeva fare con gli animali.

      Entrò infine in scena come capogruppo, salutò il passionale pubblico italiano accompagnato da applausi e da grida frenetiche..

      E solo alla sera tardi, dopo aver spedito in redazione il materiale, mi accorsi che dal mio posto privilegiato non gli avevo trovato alcun difetto fisico.

      Sapeva andar bene a cavallo, ma la maggior parte dei numeri li faceva in piedi. E parlava con il pubblico in piedi. Agli spettatori non poteva venire in mente neanche un sospetto che egli zoppicasse.

      Raccontai questa storia a Rimma, equilibrista unica la cui vita era sempre stata legata al circo.

      «Sì, succede così», rispose Rimma.«C’era un artista per il quale la mano destra era il momento cruciale del numero perchè era basato sul sostegno con le mani. Capitò che egli perdesse il braccio destro fino al gomito ma imparò a sostenersi su una sola mano e continuò a fare lo stesso numero e nessuno degli spettatori notò alcuna differenza. Essi videro la sua perizia e si entusiasmarono di lui».

      Capita così: magica forza dell’arte.

      Traduzione СКАЧАТЬ