Anima Nera Anima Bianca. Patrizia Barrera
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СКАЧАТЬ di grande impatto sonoro, che gli Afro-Americani riuscivano a riproporre in chiave decisamente originale. Queste gare improvvisate attirarono ben presto l' attenzione di commercianti e uomini d'affari che bazzicavano le fabbriche, i quali presero a organizzare le attività musicali degli operai. Molti di loro gestivano o avevano rapporti diretti con le giovani etichette discografiche; l' interesse per la nuova musica Afro, che fondeva voce e armonica con rabbia e dolore, divenne palpabile tra i bianchi. D’altra parte Chicago si stava riempiendo di Blues. Ad ogni angolo di strada gruppetti di musicisti improvvisati cercavano di sbarcare il lunario offrendo ai passanti la propria arte. La maggior parte erano Afro-Americani che dormivano sui marciapiedi e facevano letteralmente la fame. Benché le porte della Grande Città fossero aperte, infatti, non c’era lavoro per tutti. Agli inizi degli anni ’20 il sovraffollamento era ormai evidente.

      Chicago cambiava a vista d’occhio. Qui nel 1928

      E qui come appare solo due anni dopo, nel 1930!

       Per fortuna la nuova musica cominciò a girare: inizialmente ospitata nei numerosissimi Club Afro di cui Chicago era piena e disdegnata dal pubblico bianco, in seguito alla sua commercializzazione da parte delle grandi case discografiche divenne la moda del momento e…grande affare per pochi. Diciamo che lo Chicago Blues più che fenomeno di massa fu soprattutto una miniera d’oro per le etichette, che fiorirono e ingrassarono grazie all’ ispirazione di musicisti poverissimi e sconosciuti, che venivano risarciti con pochi spiccioli per l' acquisto in blocco delle loro incisioni. Queste divenivano proprietà esclusiva e patrimonio multimiliardario dei produttori. Anche se moltissimi furono gli interpreti di colore dello Chicago Blues, tuttavia NESSUNO di loro si arricchì mai e anzi quasi tutti morirono nella più squallida miseria. Un fenomeno generalizzato per tutta la musica Afro-Americana che però a Chicago assunse tinte vergognose, viste le cifre astronomiche che incassarono i primi dischi venduti.

      Locandina esplicativa dei "miti" del Blues a Chicago e del BOOM della nuova musica. Locandina dei miti del Blues a Chicago e del BOOM della nuova musica.

       Una delle primissime e quotatissime etichette fu la BLUEBIRD RECORD, che godeva di un produttore decisamente dinamico, il quale seppe cavalcare la grande l’onda del blues. Sto parlando del mitico LESTER MELROSE che, tra il 1930 e il 1942, riuscì a gestire un monopolio economico multimiliardario, producendo musicisti passati poi alla storia non solo per il Blues ma anche per il nascente R&B e perfino per il Rock’n Roll: ROOSEVELT SKY, TAMPA RED e SONNY BOY WILLIAMSON furono solo alcune delle numerose stars della valente scuderia, che trasformò una piccola casa discografica in un affare faraonico, lasciando dietro di sé un’ impronta denominata appunto Sound Bluebird .

      Uno dei primi dischi della BLUEBIRD RECORD

       Grande capacità di promozione contraddistingueva invece la CHESS RECORD, gestita dai fratelli Leonard e Phil, che tra il 1950 e il 1969 riuscirono a farsi attribuire il primato di ”più grande etichetta discografica d’America” addirittura dal quotatissimo (e rognosissimo!) critico musicale Cub Koda!

      E che dire dei MITICI artisti della CHESS RECORD? I MITICI artisti della CHESS RECORD

       La più nota, anche se la meno longeva, fu la COBRA RECORD, che operò solo dal 1956 al 1959. Divenne famosa perché riuscì ad accaparrarsi cavalli di razza come il compianto OTIS RUSH, l'indimenticabile MAGIC SAM e il meraviglioso BUDDY GUY. Gestita benissimo da WILLIE DIXON, musicista e arrangiatore di grande calibro lui stesso, l'etichetta si attirò ben presto l'odio e la rivalità delle colleghe più danarose che molto probabilmente operarono un sottile e sotterraneo sabotaggio. Pensate che in origine l' etichetta era….un negozio di dischi che fece il salto di qualità grazie all' abilità del suo proprietario, tale ELI TOSCANO, che di mestiere faceva il tecnico di televisori! Abilissimo venditore, talent scout e imprenditore, Toscano fu coinvolto insieme alla sua etichetta in affari poco chiari e in un inspiegabile tracollo finanziario. Morì in uno strano incidente in barca nel 1960, poco dopo avere dichiarato fallimento, ma molto probabilmente fu ucciso. Si sussurra che fosse riuscito ad impossessarsi di scottanti documenti che rivelavano il coinvolgimento di personaggi politici nel suo crack finanziario.

      Ecco come appariva il marchio della COBRA RECORDS

      Un affondamento pilotato portò sicuramente al collasso la più intelligente etichetta del settore, che ebbe il merito di allargarsi anche al R&B e al Soul, definendoli evoluzioni naturali del Blues delle origini (come in effetti sono). Sto parlando della TWILIGHT RECORD che in soli 5 anni di vita lanciò musiche e interpreti straordinari. Stella del marchio era SYL JOHNSON che dal 1967 al 1969 portò al successo brani come Different Strokes , o Reservation Concrete , che permisero all’ etichetta di avere riscontri eccezionali.

      Peccato per la quotatissima TWILIGHT RECORDS!

      Tra il 1950 e il 1970 il nuovo piano urbano di Chicago fortemente voluto dal miopissimo Sindaco Richard J. Daley, che non comprendeva l’importanza storica e culturale della musica per la città, costrinse i locali storici, punti focali della trasmissione del Blues, a chiudere i battenti. Lentamente ma inesorabilmente lo Chicago Blues e le case discografiche che se occupavano finirono nel dimenticatoio.

      Unica della vecchia squadra che ancora oggi continua il suo lavoro di promoter del Blues è la grandissima ALLIGATOR RECORD, creata da Bruce Iglauer nel 1971. Grazie a lei lo Chicago Blues continua a diffondere la sua magica armonia con interpreti del passato e del futuro, come BUDDY GUY, OTIS RUSH, HOUND DOG TAYLOR e il mitico EDDY "Chief” CLEARWATER.

      L' ALLIGATOR RECORDS, ha già festeggiato 40 anni!

       Un’eco che non riuscirà a spegnersi e che ci accompagnerà ancora a lungo nella moderna frenesia dell’OGGI, strizzando l’occhio alle dolci e malinconiche suggestioni di IERI….

      E terminiamo questo viaggio sulle orme del Blues con uno degli stili forse più puri e articolati, in grado ancora oggi di ”spingere” su suggestioni interessanti, a dispetto dell'opinione di molti critici e storici, che affermano che il tempo del Blues sia ormai finito. Mi riferisco al TEXAS BLUES, un’ondata di ritmo e invenzioni sonore che impegnò non solo il territorio del Texas da cui nacque, ma gran parte degli Stati Uniti ispirandosi alle tradizioni Afro e poi aprendosi a influenze Europee, che ne determinarono, e ne determinano ancora oggi, una eccezionale modernità. Possiamo distinguerne tre periodi, non del tutto collegati tra loro: il primo, quello vergine, inizia intorno al 1890 e si colora delle tradizioni Anglo-rurali, ma anche di quelle Ispaniche, del Cajun e perfino della musica Creola. Il motivo sta ancora nelle possenti migrazioni degli Afro-Americani che, liberi ormai dal giogo della schiavitù, cercavano zone franche in cui lavorare e sopravvivere, insieme a migliaia e migliaia di immigrati Europei che tentavano di sfuggire alla fame e alle guerre dei loro paesi di origine. All’epoca il Texas era una terra ancora da scoprire, con una densità di popolazione tra le più basse dell’America inizi ‘900.

      Sostanzialmente il lavoro veniva dalle ferrovie, ma non dimentichiamo СКАЧАТЬ