Invecchiato per il Caos. Фиона Грейс
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СКАЧАТЬ condizioni di vita dei branchi che vivono nei boschi, e i cinghiali non sono costretti a razziare i vigneti o le fattorie in cerca di cibo, cosa che ovviamente potrebbe essere pericolosa.”

      "Davvero?” fece Olivia, affascinata. Cinghiali che vivevano nel bosco? Non lo sapeva!

      "Preparo questo gustoso piatto nei mesi più freddi, quando la carne è di stagione. Sento che sono vicino al perfezionamento della ricetta. La prossima volta, magari, posso invitarti a provarla.”

      A Olivia girava la testa. Era un invito. Cioè, non un invito diretto, ma almeno era un progresso.

      "Mi piacerebbe molto,” rispose. "La mia cucina è piuttosto semplice, ma credo che il mio più grande successo finora sia lo stufato di pappa al pomodoro, a base di pane avanzato, fagioli e pomodori. Quando sarò riuscita a prepararlo bene, vorrei avere la tua opinione.”

      "Ti prendo in parola,” promise Marcello. Fece un respiro profondo. "E nel frattempo…"

      Il cuore di Olivia le balzò nel petto. C'era del potenziale nel modo in cui aveva pronunciato quelle parole. Si sentì fremere di eccitazione in previsione di quello che sarebbe potuto succedere.

      Poi il telefono di Marcello squillò.

      Con un cenno di scuse, controllò chi fosse prima di rispondere e si avviò rapidamente verso il suo ufficio.

      Olivia sospirò delusa.

      Erano stati a un passo dal mettersi d'accordo per un appuntamento. Ne era certa. E ora Marcello era stato distratto di nuovo, chissà per quanto tempo. Tutto ciò era straordinariamente frustrante, e Olivia cominciava a chiedersi se la loro storia d'amore in procinto di sbocciare sarebbe rimasta per sempre in stallo.

      Con un sospiro frustrato, si voltò e si avviò lungo il vialetto, sentendo un familiare scalpiccio di zoccoli quando Erba si unì a lei.

      Marcello non frequentava nessun'altra, concluse Olivia. Se lo era domandata in ansia molte volte nelle ultime settimane, ma aveva stabilito che non doveva essere così. Marcello era impegnato con il lavoro, che dal punto di vista finanziario era limitato, per via della recente espansione. Inoltre, Olivia intuì che aveva timore di rimanere coinvolto di nuovo in una relazione, soprattutto con una dipendente.

      Dopo Gabriella, non poteva biasimarlo, pensò Olivia con risentimento.

      Con sua grande sorpresa, quando arrivarono a casa, Erba non andò dritta nel fienile come faceva di solito, per aspettare il suo spuntino a base di erba medica dopo la passeggiata. Trotterellò invece fino all'enorme entrata, sbirciò all'interno, poi si allontanò dallo spazio buio, come se si fosse spaventata, e tornò saltellando verso Olivia.

      "Che succede?" chiese alla capra, perplessa.

      Poi gli occhi di Olivia si spalancarono quando sentì un rumore raschiante e dei tonfi provenire dall'interno del fienile.

      Deglutì con forza.

      C'era qualcuno, o qualcosa, lì dentro, ed Erba l'aveva percepito.

      Olivia si avvicinò con cautela, ricordando quello che Marcello aveva detto a proposito dei cinghiali. E se uno di quegli animali aggressivi si fosse avventurato fuori dal bosco e si fosse trasferito nel suo futuro stabilimento di vinificazione?

      Olivia cominciò a dubitare che andare a controllare fosse una decisione saggia. Poteva essere pericoloso.

      Decise che, come minimo, dovese procurarsi avere un'arma. Per fortuna, la pala che aveva usato qualche giorno prima per piantare dei bulbi era ancora appoggiata al muro. Le sue abitudini disordinate si stavano dimostrando una benedizione, per una volta.

      Olivia prese la pala e la brandì a due mani, come una mazza da baseball.

      Mentre la sollevava in aria per testare la presa, una zolla di terra che era rimasta attaccata alla lama le cadde in testa.

      "Dannazione,” mormorò Olivia, mentre il terriccio le scendeva sul viso. Ne aveva una bella quantità tra i capelli. Aveva sperato di passare una serata tranquilla. A quest'ora avrebbe già dato da mangiare a Erba e avrebbe dovuto iniziare a preparare la cena. Invece eccola qui, a farsi una doccia di terra mentre cercava di difendersi da un pericolo sconosciuto.

      Olivia scrollò via la terra, sentendola sparpagliarsi sulle spalle mentre si avvicinava di soppiatto al fienile.

      Si fermò all'entrata. Il rumore di raschiamento si era interrotto. Era un bene o un male? Non lo sapeva.

      Improvvisamente, Olivia non riuscì più a sopportare la tensione. Si lanciò oltre la soglia, brandendo la pala sopra la testa e gridando: "Vieni fuori!"

      Poi gridò spaventata quando si trovò faccia a faccia con una figura vestita di scuro che indossava un cappello a punta viola e aveva in mano una vanga.

      CAPITOLO QUATTRO

      "Aaaargh!" urlò terrorizzata la sagoma, lasciando cadere l'attrezzo e agitando le braccia mentre Olivia faceva un balzo all'indietro. La pala le scivolava nei palmi freddi e umidi e il cuore le batteva all'impazzata.

      Tuttavia, quando i suoi occhi si abituarono al buio, si rese conto che non si trattava affatto di un intruso.

      Era il suo amico Danilo, che viveva in una fattoria dall'altra parte del paesino.

      Danilo la fissava con sgomento.

      "Olivia. Che stai facendo? È piuttosto tardi e stavo venendo a cercarti.”

      Olivia abbassò la pala, imbarazzata per aver ipotizzato il peggio.

      Si ricordò che, l'ultima volta che avevano parlato, Danilo aveva detto che sarebbe passato ad aiutarla a sgomberare l'enorme cumulo di macerie nel fienile, appena ne avesse avuto il tempo.

      Ed eccolo qui. Aveva parcheggiato il suo pick-up nel fienile, per questo non l'aveva visto, arrivando da fuori.

      "Non… non capivo che rumore fosse,” bofonchiò.

      Danilo fece un cenno di approvazione.

      "Fai bene a stare attenta. La prossima volta ti manderò prima un messaggio.”

      Olivia sospettava che stesse cercando di nascondere un sorriso. Aveva la sensazione che trovasse tutta quella scena esilarante, ma che stesse facendo di tutto per non lasciarglielo intuire.

      Guardandolo meglio, poteva vedere i suoi occhi scuri sporgere per lo sforzo di trattenere le risate.

      Quando si erano conosciuti, erano partiti con il piede sbagliato. Olivia si era offesa per la schiettezza di Danilo nel dirle che stava piantando male le viti. In effetti le aveva piantate male, ma pensava che avrebbe potuto dirlo in modo più educato.

      Ora, intuì che Danilo si stava sforzando di non rovinare l'amicizia che si era creata tra loro, cercando di non far capire a Olivia quanto gli venisse da ridere.

      Anche lei avrebbe fatto meglio a non ridere, decise, risucchiando in dentro le guance per evitare di essere colta da una risata improvvisa. Era meglio affrontare quell'imbarazzante malinteso con la serietà che nessuno dei due pensava meritasse.

      "Vedo che hai i capelli viola,” disse Olivia, cambiando argomento e passando a qualcosa di più sicuro. Danilo le aveva spiegato che sua nipote, che seguiva un corso per parrucchieri, lo usava come modello, anche se era "vittima" СКАЧАТЬ