Название: Il Volto della Morte
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781094305257
isbn:
Il sangue sulla sabbia le disse che era accaduto meno di quattro ore fa. I calcoli erano semplici. Considerando un livello medio di affaticamento e tenendo conto della calura del giorno, Zoe alzò lo sguardo e socchiuse gli occhi, fissando un punto lontano e raffigurando la distanza esatta alla quale lo avrebbero trovato. Il suo cuore prese a battere velocemente al pensiero di arrestarlo. Lo avrebbero preso facilmente. Era già sfinito, non aveva acqua e non immaginava minimamente che avessero già scoperto i suoi crimini. Sarebbe finita presto.
La sua attenzione si spostò sui cespugli e sugli alberelli che sorgevano in lontananza, crescite sparpagliate che non offrivano abbastanza riparo a un essere umano. Vide le distanze che li separavano e i numeri apparvero nuovamente davanti ai suoi occhi, raccontandole la storia che c’era dietro lo schema. Sparsi l’uno distante dall’altro, limitate risorse naturali. Raggruppati, radici che esplorano il terreno alla ricerca di una fonte d’acqua sotterranea e di nutrienti. Sebbene apparissero casuali ad un occhio inconsapevole, la collocazione di ognuno di essi faceva parte di un disegno. Il disegno della natura.
“Niente?”chiese Shelley. Aveva uno sguardo di attesa, come se stesse aspettando che la sua più esperta partner risolvesse tutto.
Zoe alzò lo sguardo, raddrizzandosi con aria colpevole. Si alzò in piedi e scosse rapidamente la testa.“Credo sia fuggito da quella parte,”disse, indicando nell’ovvia direzione percorsa delle orme in allontanamento. C’era una formazione rocciosa in lontananza, un ottimo punto per una sosta. Le rocce le comunicavano le direzioni dei venti, le migliaia di anni di scavi e modellamenti. “Forse si fermerà laggiù alla ricerca di ombra. È una giornata piuttosto calda.”
Un segreto era un segreto. Mai e poi mai avrebbe ammesso ciò che sapeva. Mai e poi mai avrebbe detto a voce alta di essere una tipa strana, in grado di capire il mondo come nessun altro. Men che meno avrebbe ammesso il resto, che neanche lei capiva come lo vedessero gli altri. Questo era tutto ciò che poteva dare al mondo.
Il comandante si schiarì la voce, interrompendole. “Abbiamo già perlustrato in quella direzione senza trovare nulla. I cani hanno perso le tracce. C’è del terreno roccioso laggiù, dove non ci sono orme. Riteniamo che abbia continuato a correre in linea retta. O magari che sia salito a bordo di un veicolo.”
Zoe strinse gli occhi. Sapeva il fatto suo. Quest’uomo stava scappando in preda alla disperazione, ad ampie falcate, tenendo il corpo basso e inclinato in avanti per correre più velocemente. Non si stava dirigendo verso la salvezza e non era così lontano da non riuscire più a trovarlo.
“Ci stia a sentire,”suggerì Zoe. Battè sul simbolo dell’FBI stampato sul suo distintivo, che stringeva ancora in mano. C’era un aspetto fantastico dell’essere un agente speciale: non era sempre necessario giustificarsi. In effetti, non farlo era ormai un po’ uno stereotipo.
Dopo aver studiato l’espressione di Zoe, Shelley si voltò nuovamente verso il comandante con aria determinata.“Faccia alzare in volo gli elicotteri. I cani sono pronti?”
“Sicuro.” Il comandante annuì, sebbene non sembrasse molto entusiasta. “È lei il capo.”
Shelley lo ringraziò. “Andiamo,”disse a Zoe. “Ho il pilota via radio. Ci aggiornerà quando scoveranno qualcosa.”
Zoe annuì e tornò docilmente in auto. Shelley l’aveva appoggiata, le aveva dato ragione. Era un buon segno. Le era grata, e non provava quel senso di ego ferito per il fatto che fosse Shelley a dare gli ordini. Non le importava, purché venissero salvate delle vite.
“Wow.” Shelley si fermò, sistemandosi sul sedile del passeggero con una mappa aperta tra le mani. “Non è mai facile, vero? Una donna sola, come quella; senza nessun motivo. Non se lo meritava.”
Zoe annuì nuovamente. “Già,” rispose, non certa di cos’altro avrebbe potuto aggiungere alla conversazione. Avviò l’auto e iniziò a guidare, per colmare il vuoto.
“Non sei una che parla molto, vero?”chiese Shelley. Fece una pausa prima di aggiungere, “Non importa. Sto soltanto cercando di capire come sei.”
La vittima non se lo meritava, questo era vero. Zoe lo capiva, se ne rendeva conto. Ma quello che è fatto, è fatto. Adesso avevano un lavoro da svolgere. I secondi passavano, oltre i limiti normali di una risposta attesa. Zoe lo sapeva, ma non riusciva a trovare nulla da dire. Il tempo era scaduto. Se avesse parlato ora, sarebbe apparsa soltanto più strana.
Cercò di concentrarsi e mantenere un’espressione triste mentre guidava, ma le risultò troppo difficile fare entrambe le cose contemporaneamente. Smise di provarci e il suo viso si rilassò, assumendo il solito sguardo vuoto. Non che non pensasse o che non provasse emozioni. Era semplicemente difficile pensare all’aspetto della sua espressione e controllarlo intenzionalmente, mentre la sua mente era impegnata a calcolare la distanza esatta tra ogni indicatore presente sulla strada e ad assicurarsi di restare a una velocità che avrebbe impedito all’auto di ribaltarsi, nel caso avesse dovuto sterzare su questo tipo di asfalto.
Imboccarono la strada, seguendo la superficie più scorrevole che curvava attraverso il paesaggio piatto. Zoe aveva già capito che sarebbe andata nella direzione giusta e avrebbe raggiunto il colpevole nel caso stesse correndo in linea retta. Spinse il piede sull’acceleratore, sfruttando il vantaggio offerto dall’asfalto.
Una voce crepitò alla radio, ridestando Zoe dai propri pensieri.
“Abbiamo avvistato il sospettato. Passo.”
“Ricevuto,” replicò Shelley. Era meticolosa e non perdeva tempo, cosa che Zoe apprezzava. “Coordinate?”
Il pilota dell’elicottero ripetè velocemente la sua posizione e Shelley indirizzò Zoe con la mappa. Non dovevano cambiare direzione, stavano andando proprio verso l’obiettivo. Zoe strinse la presa sul volante, provando il consueto brivido di conferma. Le sue supposizioni si erano dimostrate corrette.
Fu soltanto questione di attimi prima che notassero l’elicottero volteggiare in aria sopra un’autopattuglia locale; a quanto pare, i due occupanti erano usciti e avevano atterrato il criminale. Era disteso sulla sabbia, sconvolto e scalciante, e imprecava.
Zoe accostò e Shelley uscì immediatamente, trasmettendo informazioni alla radio portatile. Un gruppetto di agenti con i cani si stavano già avvicinando da sud-est; gli animali abbaiavano in preda all’eccitazione di aver scoperto la fonte dell’odore che avevano rilevato.
Zoe raccolse la mappa lasciata da Shelley, confrontandola con il GPS. Si trovavano nel raggio di duecento metri dal punto in cui aveva ipotizzato che lui sarebbe stato, lungo una traiettoria dritta. Doveva essere scappato dalla formazione rocciosa dopo aver sentito i cani.
Si concesse un sorriso di successo, uscendo dall’auto per unirsi agli altri con rinnovato vigore. Fuori, sotto il sole cocente, Shelley le rivolse un sorriso di rimando, ovviamente felice che avessero già chiuso il loro primo caso insieme.
Più tardi, tornate in auto, si ristabilì il silenzio. Zoe non sapeva cosa dire, non lo sapeva mai. I convenevoli restavano un mistero assoluto per lei. Quante volte, esattamente, era lecito parlare del clima, prima di trasformare il discorso in un cliché? Per quanti viaggi avrebbe potuto impegnarsi in conversazioni sterili riguardanti cose senza importanza, prima che il silenzio diventasse socievole anziché imbarazzante?
“Non hai parlato molto, lì fuori,”disse Shelley, rompendo finalmente il silenzio.
Zoe СКАЧАТЬ